Un’associazione per il collegio dei Gesuiti Gli ex studenti dell’Isa fondano CollegArt

«Promuovere, sostenere e vigilare su tutte le iniziative, attività ed interventi che non danneggino l’identità storica dell’edificio e la sua memoria, esempio di culla dell’arte catanese e perno sociale quale è stato nel tempo per la cittadinanza». Sono queste le finalità di CollegArt, un’associazione fondata sabato scorso da un gruppo di ex studenti e un’ex docente dell’Istituto d’Arte di Catania, scuola che fino a pochi anni fa era ospitata all’interno dell’ex collegio dei Gesuiti. «L’associazione nasce come proseguo di un comitato creato nel 2011», spiega il presidente, Salvo Campo. «Vogliamo promuovere e sostenere quanto serve per far rivivere un edificio nato per l’arte e restituirlo alla città».

L’edificio barocco, inserito nella lista dei beni dell’umanità protetti dall’Unesco, da quattro anni è ormai abbandonato, frequentato solo sporadicamente da qualche dipendente della biblioteca regionale e da decine di colombe e piccioni. Lo scorso novembre si è tornato a parlare della struttura grazie all’occupazione da parte del collettivo Aleph e il successivo sgombero pochi giorni dopo. Campo, che ha anche fatto parte della commissione di valutazione creata dopo il trasferimento degli studenti dai locali di via dei Crociferi, dopo quei sopralluoghi non è rientrato nella sua vecchia scuola. Ma il ricordo dell’antica bellezza e lo stato di degrado nel quale è piombato successivamente è ancora vivo: «Lo splendore di quell’edificio è incredibile», commenta con amarezza.

CollegArt nasce per cercare nuove fonti di finanziamento, grazie anche «alle proposte di altre associazioni e al coinvolgimento di altre persone». Soci fondatori sono cinque ex studenti dell’Isa etneo (oltre a Campo, Rita AlberghinaSergio La PortaLucia Garfì e Irene Raineri) e una loro ex docente, Silvia Boemi. E tra i padrini del nuovo ente, i vecchi compagni di scuola hanno coinvolto un testimonial d’eccezione, Mario Venuti, anche lui diplomatosi nell’istituto di via dei Crociferi. E potrebbe non essere l’unico socio onorario famoso. «Siamo in contatto anche con altri artisti che si sono formati qui», svela Campo.

«A Catania il movimento artistico vero è quasi morto – sostiene – Sarebbe bello se rinascesse proprio dentro l’ex collegio». L’edificio, racconta il presidente, è nato come ospizio di beneficenza e ospitava orfani ai quali venivano insegnati arte e mestieri. «All’interno potrebbero nascere tante cose», oltre alla biblioteca regionale che dovrebbe esservi trasferita. Lo spazio dedicato ai volumi, secondo gli esperti di CollegArt, per ragioni strutturali dovrebbe essere solo quello al piano terra. Così sarebbe possibile destinare ad altre attività il resto dell’ex collegio. Tra pochi giorni, «il 10, scade il bando per la messa in sicurezza, i lavori per il tetto e la facciata della prima corte». Ma per il progetto definitivo non ci sono fondi in vista. Un piano ormai vecchio, stilato negli anni Novanta, che prevede l’abbattimento degli antichi solai e già rivisto alcune volte per adeguarlo alle nuove normative in materia sismica e di sicurezza. Dalla nuova soprintendente, Fulvia Caffo, sembra esserci una parziale apertura alla revisione del progetto, anticipa Salvo Campo. «L’arte deve esserci – afferma l’architetto con forza – Non può ospitare solo una silenziosa biblioteca».


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Un gruppo di ex alunni diplomatosi nella scuola ospitata fino a quattro anni fa in via dei Crociferi e una loro ex docente hanno dato vita a un nuovo ente che si propone di «promuovere e sostenere quanto serve per far rivivere un edificio nato per l'arte e restituirlo alla città», spiega il presidente Salvo Campo. Studiare nuovi progetti, trovare fonti di finanziamento, continuare a tenere viva l'attenzione su un bene patrimonio dell'Unesco lasciato nel degrado. Grazie anche alla parziale apertura della nuova soprintendente e a testimonial d'eccezione

Un gruppo di ex alunni diplomatosi nella scuola ospitata fino a quattro anni fa in via dei Crociferi e una loro ex docente hanno dato vita a un nuovo ente che si propone di «promuovere e sostenere quanto serve per far rivivere un edificio nato per l'arte e restituirlo alla città», spiega il presidente Salvo Campo. Studiare nuovi progetti, trovare fonti di finanziamento, continuare a tenere viva l'attenzione su un bene patrimonio dell'Unesco lasciato nel degrado. Grazie anche alla parziale apertura della nuova soprintendente e a testimonial d'eccezione

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