Gravina, due cinesi rifiutano il pizzo Arrestati in flagranza di reato tre catanesi

Arrestati dai carabinieri in flagranza di reato per tentata estorsione e percosse. Si è concluso così, ieri a Gravina, il tentativo di estorsione a due esercenti di nazionalità cinese effettuato da Rosario Catania, 44 anni, Andrea Ponzo, 18 anni e da un altro uomo di vent’anni di cui sono state rese note solo le iniziali, C.D. I tre, tutti catanesi, stavano strattonando e malmenando i due commercianti per sottrarre loro il cellulare. E’ infatti emerso, dalle prime indagini dei militari, che dopo un primo rifiuto di elargire denaro a C.D. per le sue richieste di protezione, i due negozianti abbiano fotografato con un cellulare l’auto del malintenzionato. Che, essendosene reso conto, ritornava pochi minuti dopo con i due complici, Catania e Ponzo, proprio per sottrarre il telefonino.

I due titolari del negozio avevano nel frattempo già allertato i carabinieri tramite il 112, giunti sul luogo proprio nel momento in cui i tre uomini avevano iniziato a picchiare i commercianti. Arrestati, i tre sono attualmente detenuti nel carcere di Piazza Lanza a Catania a disposizione dell’autorità giudiziaria. Vanno invece avanti le indagini dei carabinieri, volte ad accertare ulteriori episodi antecedenti di richieste del pizzo ai commercianti cinesi.

Da verificare anche l’eventuale inserimento degli arrestati in contesti criminali organizzati, sia locali che cinesi: secondo i dati della Direzione nazionale antimafia, l’attività di estorsione operata dalla criminalità organizzata nei confronti dei commercianti cinesi viene solitamente gestita da connazionali. L’ultimo caso eclatante, a Catania, nell’aprile del 2012. Due uomini, Jianzhou Liao di 33 anni Fahao Yu di 35 e Sulian Yu, donna di 32, sono stati arrestati dopo aver sparato ad una capannone di proprietà di un connazionale, come rappresaglia per non aver ottenuto il pagamento del pizzo


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Ha chiesto, senza riuscirci, a due commercianti della cittadina dell'hinterland di pagare per la loro protezione. Ottenuto un rifiuto, il ventenne catanese C.D è andato via, tornando dopo pochi minuti per chiedere, a suon di percosse, il cellulare dal quale era stata fotografata la targa della sua auto. Nel frattempo i due negozianti avevano avvertito i carabinieri. In passato gli investigatori avevano fatto luce su altri casi di pizzo ai danni di attività cinesi, da parte di connazionali

Ha chiesto, senza riuscirci, a due commercianti della cittadina dell'hinterland di pagare per la loro protezione. Ottenuto un rifiuto, il ventenne catanese C.D è andato via, tornando dopo pochi minuti per chiedere, a suon di percosse, il cellulare dal quale era stata fotografata la targa della sua auto. Nel frattempo i due negozianti avevano avvertito i carabinieri. In passato gli investigatori avevano fatto luce su altri casi di pizzo ai danni di attività cinesi, da parte di connazionali

Ha chiesto, senza riuscirci, a due commercianti della cittadina dell'hinterland di pagare per la loro protezione. Ottenuto un rifiuto, il ventenne catanese C.D è andato via, tornando dopo pochi minuti per chiedere, a suon di percosse, il cellulare dal quale era stata fotografata la targa della sua auto. Nel frattempo i due negozianti avevano avvertito i carabinieri. In passato gli investigatori avevano fatto luce su altri casi di pizzo ai danni di attività cinesi, da parte di connazionali

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