Zona franca urbana, istanze dal 5 marzo Bonafede: «Presto lo sportello informativo»

Diciotto milioni di euro in sgravi fiscali totali, da distribuire alle aziende presenti nell’area di Librino per 10 anni. Tra pochi giorni, il 5 marzo, il ministero per lo Sviluppo economico darà il via alla raccolta delle istanze per accedere ai vantaggi della Zona franca urbana. Il provvedimento per il grande quartiere periferico, di cui si parla dal 2008, è giunto alla fase attuativa solo negli ultimi mesi del 2013. Sarà destinato in maniera prioritaria alle nuove imprese costituite dai giovani, ma anche a «un riequilibrio dell’assetto sociale in città, con il dieci per cento del budget destinato esclusivamente alle imprese sociali», come precisa Giuseppe Raciti, tecnico del Comune di Catania, direzione Sviluppo e attività produttive. L’occasione per discuterne è un incontro su Giovani e occupazione, tenutosi sabato 15 febbraio all’interno della sede della sesta municipalità di Catania, lungo lo stradale San Giorgio. Presenti, oltre ai consiglieri e ad alcuni operatori sociali del quartiere, anche l’assessore comunale Saro D’Agata, con delega specifica per il quartiere Librino, e soprattutto l’assessore regionale alle Politiche sociali e al lavoro Ester Bonafede. Che non ha dubbi: i provvedimenti come la Zfu, servono a «sottrarre i giovani dalla disperazione creando nuovi spazi, come una nuova scuola di arti e mestieri».

Ester Bonafede

Bonafede illustra alla platea un quadro di contributi già in atto, come lo Youth Garanty dell’Unione Europea, che vale «un miliardo e mezzo di euro, e consente ai giovani dai 15 ai 25 anni di avviarsi al mondo del lavoro con un progetto e una dote economica personalizzati», o come «il sostegno all’inclusione attiva, che da possibilità di ricevere 400 euro a famiglia». Per tutte queste informazioni, «ci sarà uno sportello informativo apposito in ogni quartiere», prosegue Bonafede. Che a conclusione del suo lungo discorso cita anche Martin Luther King: «Non permettete che vi rubino la speranza e la libertà», afferma l’assessore regionale.

«Io vorrei che la Zfu non diventasse un posto dove prima si investe, e poi tutti se ne vanno», afferma Dino Barbarossa del consorzio Solco, che ricorda come la sua associazione «è in attesa di realizzare a villa Fazio il polo educativo Librino. Nell’attesa che questa venga ristrutturata, con tempi incerti, non potremmo utilizzare altri spazi?», si chiede Barbarossa. Sulla stessa lunghezza d’onda anche altre figure che operano nel quartiere, come Cristina Cascio, preside dell’istituto comprensivo Angelo Musco. «La mia esperienza mostra che il settore più carente a Librino è il terziario. Una scuola professionale darà davvero i suoi frutti?», si domanda il dirigente scolastico. «Io mi chiedo quale efficacia possa avere la Zfu in una città dove mancano Piano regolatore generale e un piano commerciale: si rischia che i giovani che vanno per aprire una nuova impresa si vedano la richiesta respinta», afferma Angelo Caffarelli, della Fondazione Cirino La Rosa di San Giorgio. Che aggiunge: «La Zfu, sgravandoci dagli obblighi previdenziali per dieci anni, è comunque un grande provvedimento, e sarà fondamentale per permetterci di mantenere i nostri circa 40 dipendenti», conclude Caffarelli.


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