Pedofilia, arresti a Messina, Napoli e Prato Emule, dalla musica alla pornografia infantile

Utilizzavano il noto programma per la condivisione file Emule per diffondere materiale di pornografia minorile. Con questa motivazione, la Procura della Repubblica di Catania ha disposto l’arresto di tre uomini: un pensionato di 61 anni di Messina, un operaio di 44 anni di Napoli e un impiegato di 41 di Prato. I fermi sono arrivati dopo le indagini, condotte dalla polizia postale, con perquisizioni nelle abitazioni di 25 persone, tutte italiane, su tutto il territorio nazionale.

All’interno dei video, scene con abusi sessuali di bambini di età infantile, spesso torturati, che venivano diffusi tramite l’utilizzo del software opensource di condivisione file, tra i più noti e diffusi – negli anni passati soprattutto per la condivisione di musica -, attraverso le reti peer-to-peer eDonkey e Kad. Sui computer degli arrestati, gli investigatori hanno rinvenuto oltre 20.000 file, sia video che immagini.

Le investigazioni si sono avvalse del coordinamento del centro nazionale di contrasto della pedo-pornografia on-line (Cncpo) di Roma e sono state effettuate nelle città di Messina, Napoli, Teramo, Roma, Bologna, Cagliari, Venezia, Modena, Prato, Grosseto, Pisa, Milano, Bergamo, Varese, Brescia, Genova, Torino e Trieste. Nel corso delle perquisizioni, sono stati sequestrati in totale di 65 hard disk, 20 notebook, 2 tablet, 8 smartphone, oltre 100 pen drive e numerosi cd e dvd.


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Un pensionato di 61 anni, un operaio di 44 e un impiegato di 41 anni custodivano sui propri computer oltre 20mila file contenenti scene con abusi sessuali su minori, spesso torturati, che venivano poi diffuse attraverso la rete peer-to-peer. Gli arresti sono arrivati dopo le indagini disposte su tutto il territorio nazionale dalla Procura della Repubblica di Catania. Nel corso dell'operazione sono state perquisite le abitazioni di 25 persone, con il sequestro di 65 hard-disk e 20 notebook

Un pensionato di 61 anni, un operaio di 44 e un impiegato di 41 anni custodivano sui propri computer oltre 20mila file contenenti scene con abusi sessuali su minori, spesso torturati, che venivano poi diffuse attraverso la rete peer-to-peer. Gli arresti sono arrivati dopo le indagini disposte su tutto il territorio nazionale dalla Procura della Repubblica di Catania. Nel corso dell'operazione sono state perquisite le abitazioni di 25 persone, con il sequestro di 65 hard-disk e 20 notebook

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