Mettiamo i puntini sulle “i”

Il Preside della nostra Facoltà, il prof. Antonio Pioletti, risponde ad alcune dichiarazioni fatte dal neo Preside di Lettere e Filosofia, Enrico Iachello sui rapporti Lingue-Lettere. Il Preside, sebbene alquanto risoluto nelle risposte dateci, ci parla con assoluta franchezza e pacatezza.

Il prof. Iachello, da poco eletto Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia durante la presentazione del suo programma e in un’intervista rilasciata a noi di Step1, ha fatto delle dichiarazioni riguardo la convivenza, all’interno dell’ex Monastero dei Benedettini, della Facoltà di Lettere e Filosofia e di quella di Lingue e Letterature Straniere, quest’ultima considerata quasi come “ospite” di Lettere. Cosa può dirci in merito?
Ho letto e sentito con sorpresa queste dichiarazioni del prof. Iachello che trovo alquanto fuori luogo. Dire che la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere è ospite ai Benedettini non corrisponde a quello che è stato l’iter d’insediamento della nostra Facoltà nel monastero. In primo luogo perché, in virtù di una legge che esisteva, la Facoltà di Lingue è nata per trasformazione – termine giuridico riportato nelle delibere del Senato Accademico – della Facoltà di Lettere e di una parte della Facoltà di Scienze per la Formazione.
E’ evidente la differenza tra le Facoltà, ma anche la continuità che hanno nel monastero dei Benedettini. Allorché il Senato Accademico ha deliberato l’istituzione della Facoltà di Lingue, si sono subito posti i problemi relativi a una Facoltà con sede a Ragusa, ma che ha anche due Corsi di Laurea triennale a Catania e due Specialistiche.

Prima di tutto non si poteva istituire la Facoltà di Lingue se non ci fossero stati i locali; per questo il Senato Accademico ha indicato con chiarezza che una delle condizioni che avrebbe permesso la nascita della Facoltà di Lingue era la disponibilità delle strutture ai Benedettini. Faccio presente che ai Benedettini, oltre alle aule e ai laboratori, ci sono anche i Dipartimenti e i docenti della Facoltà di Lingue sono presenti in quattro dipartimenti: Filologia Moderna, Scienze della Cultura, dell’Uomo e del Territorio, DISEUR e Scienze Umane. Non solo, la biblioteca non è più della Facoltà di Lettere ma di entrambe le Facoltà, infatti dovremo cambiare presto lo statuto.
Quindi, questa definizione poco felice fatta dal professore Iachello, ripeto, è del tutto fuori luogo: i Corsi di Laurea della Facoltà di Lingue presenti a Catania stanno a pieno titolo nel monastero dei Benedettini e in ogni caso credo che sia fuorviante e riduttivo impostare la questione nei termini in cui l’ha impostata il prof. Iachello. Bisogna invece guardare in termini costruttivi: le due Facoltà hanno qui pari dignità di presenza.

Allorché è nata la Facoltà di Lingue e si è completato il suo trasferimento dal palazzo S.Giuliano al Monastero, appena nominato Preside, ho proposto di istituire un Coordinamento costituito dai due Presidi delle Facoltà e da tutti i direttori dei Dipartimenti in modo che questo Coordinamento servisse alla gestione armoniosa del monastero: mi riferisco all’orario delle lezioni, all’uso delle aule, alle problematiche del quartiere in cui il monastero è inserito ed infine alle questioni finanziarie.

Che fine ha fatto poi questo “Coordinamento interfacoltà”?
Ci sono state due o tre riunioni, andate abbastanza bene. Poi, improvvisamente, è venuta meno la volontà che questo Coordinamento continuasse a riunirsi, evidentemente a causa dei vertici che gestivano e gestiscono la Facoltà di Lettere. Me ne sono un po’ dispiaciuto perché ho sempre sostenuto che la Facoltà di Lingue, tramite una stretta collaborazione con Lettere, possa costituire una nuova grande opportunità per la diversificazione dei percorsi.

Parliamo nello specifico delle spese sostenute dalle due Facoltà per la gestione del monastero: insomma, chi paga?
Per prima cosa la Facoltà di Lingue ha un budget di gran lunga inferiore a quello di Lettere, perchè essendo nata dopo il 1993 non ha usufruito del contributo M.I.U. In secondo luogo, la Facoltà di Lingue non si è mai rifiutata di partecipare alle spese. Era l’organismo di Coordinamento la sede in cui le due Facoltà e tutti i dipartimenti potevano e dovevano affrontare questa questione.
Circa un mese fa ho fatto una riunione in cui ho detto che, proporzionalmente ai budget che le Facoltà hanno, al numero dei docenti, ma anche in base ad altri criteri da studiare, la Facoltà di Lingue avrebbe dato – e lo sta già facendo – il  suo contributo. Ma della questione va investito anche l’Ateneo, poiché il monastero dei Benedettini viene utilizzato per tante iniziative dell’Ateneo e della città. Allora se le due Facoltà hanno problemi, l’Ateneo e gli enti locali hanno il dovere, nei limiti del possibile, di sostenere alcune spese.

La Facoltà di Lingue non voleva e non vuole essere “assistita”. Per quello che fa non si è mai rifiutata di farlo, tanto è vero che abbiamo un contratto di un’unità di personale che paghiamo insieme, abbiamo attrezzato insieme tutte le aule di strumenti utili per la didattica. Con il preside Mineo abbiamo anche fatto presente più di una volta al sindaco Scapagnini i problemi drammatici che pone questo quartiere dal punto di vista dei parcheggi, della popolazione che si concentra nel quartiere: quattro Facoltà (Lingue, Lettere, Giurisprudenza e Scienze della Formazione), tre ospedali e due Licei. Devo dire che abbiamo avuto risposte molto deludenti.
La nostra Facoltà non ha mai avuto nessun atteggiamento concorrenziale, perché i Corsi di Laurea sono diversi, ciò non toglie che alcune iniziative comuni sono state realizzate insieme. A questo punto dico che: saggezza e senso di responsabilità vogliono che non si tirino fuori etichette, aggettivi e denominazioni che non servono a niente. Bisogna riprendere la strada di un coordinamento serio nella gestione del monastero dei Benedettini nella più stretta collaborazione tra le due Facoltà.

Il prof. Mineo, preside uscente della Facoltà di Lettere e Filosofia, in un’altra intervista ci parlava del progetto del Polo Umanistico. Che ci dice in proposito?
Questa prospettiva del Polo Umanistico è estremamente interessante. In tempi non molto lontani, avevo addirittura scritto qualcosa in proposito. Il Preside Mineo intende portarla avanti e mi fa piacere, questo però significa far rivivere innanzitutto una collaborazione tra le Facoltà e non creare elementi di divisione in modo pretestuoso. In secondo luogo bisogna entrare nel merito dei contenuti del Polo Umanistico con una gradualità che è data dal coordinamento di una serie di iniziative che riguardano anche la didattica: ho per esempio proposto una Laurea Specialistica interfacoltà per quanto riguarda la comunicazione, che ci permetterebbe di ottimizzare le risorse, l’organico docenti, gli aspetti finanziari. Lo dico da un bel po’, spero che questo tipo di proposte vadano avanti.
E’ inoltre del tutto superata una formalizzazione tra aree umanistiche e scientifiche; gli intrecci ormai sono tanti e non permettono di avere una visione sorpassata dei rapporti tra i saperi. Vuol dire pensare un Polo Umanistico che abbia delle intersezioni forti con altri saperi. Non si tratta qui di dare solo il coordinamento a qualcuno, la questione è ben più importante
.

Il prof. Iachello ci parlava inoltre delle differenze che ci sono tra i due Corsi di Laurea in Scienze della Comunicazione offerti dalle due Facoltà “sorelle”.
I Corsi di Laurea di Comunicazione delle due Facoltà sono diversi, mi pare evidente. Leggevo in una delle vostre domande che vi sono studenti che da Comunicazione Internazionale (Lingue) passano a Comunicazione (Lettere): la libertà di scelta è totale, ma il motivo è abbastanza noto. Un’ottima conoscenza delle lingue straniere implica l’acquisizione di una competenza orale ma anche scritta. E’ risaputo che le prove scritte siano spesso delle prove abbastanza ardue; si possono migliorare, si possono snellire, – noi ci stiamo lavorando – è possibile prevedere dei corsi di recupero.
Ma il punto fondamentale è questo: di fronte a delle difficoltà si va dove queste difficoltà non ci sono. E’ in cantiere già da un anno un miglioramento della nostra offerta formativa, purtroppo non ancora formalizzato per responsabilità del Ministero. E parlo di diminuzione del numero di esami, di miglioramento delle Lauree Specialistiche e anche di snellimento delle prove scritte in lingua, che risultino però sempre serie e rigorose. Serietà e rigore fanno parte, infatti, della visione che noi abbiamo dell’Università. Se qualche studente si scoraggia fa bene a cambiare.


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