I militari della Guardia di finanza hanno scoperto un'organizzazione criminale che rilasciava documenti fiscali falsi per completare le pratiche per il permesso di soggiorno. Quattro persone che lavoravano negli uffici A.C.A.I e U.C.A.T. di Catania e all'Union Commercio di Barcellona Pozzo di Gotto sono agli arresti domiciliari con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Ad incastrarli anche intercettazioni e il ritrovamento di 34mila euro in contanti. Guarda il video
Migranti, permessi falsi da studi di consulenza Finte buste paga in cambio di 500 euro
Un permesso di soggiorno falso con 500 euro. La guardia di finanza di Catania ha scoperto un’organizzazione che operava nel capoluogo etneo e a Barcellona Pozzo di Gotto sin dal 2007. Per quattro persone sono scattati gli arresti domiciliari: devono rispondere dell’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il meccanismo ha garantito a centinaia di extracomunitari di completare le pratiche di richiesta del permesso con documenti falsi, in particolare dichiarazioni che attestavano rapporti di lavoro dipendenti inesistenti, o attività imprenditoriali mai avviate. Stamattina i militari delle Fiamme gialle hanno eseguito le ordinanze di misura cautelare nei confronti di Gaetano Augeri, 66 anni, titolare dello studio di consulenza U.C.A.T. di Catania; Nicola Ciccia, 44 anni, collaboratore dello studio U.C.A.T. di Augeri; Andrea Venturelli, titolare dello studio contabile A.C.A.I. di Catania e Antonio Triolo, 68 anni, responsabile dello studio di consulenza Union Commercio di Barcellona Pozzo di Gotto.
Le indagini sono partite dalle segnalazioni dell’Ufficio immigrazione della Questura e dalla Prefettura di Catania, che avevano notato irregolarità e anomalie nelle buste paga, nei modelli Cud e nelle dichiarazioni dei redditi di molti immigrati, soprattutto di origine cinese, cingalese e africana. Il comando provinciale della Guardia di finanza ha quindi accertato che i documenti falsi venivano rilasciati e inviati per via telematica sempre dagli stessi uffici di consulenza contabile: gli studi U.C.A.T. e A.C.A.I. del capoluogo etneo e Union Commercio della città del Messinese. Il capo dell’organizzazione – definita dagli investigatori «un vero e proprio sodalizio criminoso» – è stato individuato in Augeri, il titolare dell’U.C.A.T. Lui e Venturelli in particolare hanno predisposto le buste paga e tutte le certificazioni necessarie. Gli studi si occupavano anche di rinnovo dei permessi di soggiorno e di ricongiunzione dei nuclei familiari. Un meccanismo consolidato: i militari hanno sequestrato circa 300 fascicoli durante la perquisizione negli studi.
A rendere evidente la responsabilità degli indagati hanno contribuito le intercettazioni da cui risulterebbe chiara la consapevolezza dei quattro dell’attività illecita. Inoltre in uno degli uffici coinvolti sono stati trovati 34mila euro in banconote di grosso taglio. Su alcune di queste gli indagati avevano scritto il nome dei clienti stranieri da cui avevano ricevuto il pagamento che, secondo le testimonianze di chi si è rivolto all’organizzazione, poteva arrivare fino a 500 euro.
L’indagine delle Fiamme gialle rientra nel complesso delle attività coordinate dalla Procura di Catania finalizzate alla lotta all’immigrazione clandestina, che hanno visto i magistrati impegnati sia contro organizzazioni criminali internazionali per fermare le traversate via mare, sia in attività illecite sul nostro territorio.