Teatri, lavoratori in sit in davanti la prefettura Torna al vaglio dell’Ars la Finanziaria bis

Sit in davanti alla Prefettura degli operatori dello spettacolo questa mattina, organizzato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. In piazza a manifestare per il proprio lavoro sono i lavoratori del teatro massimo Bellini e del teatro Stabile, il primo dedicato all’opera, il secondo alla prosa. «L’ultimo stipendio che abbiamo ricevuto è quello di gennaio – lamenta la corista del Bellini, Aurora – il problema è vecchio, siamo noi che vecchi non ci diventeremo perché moriremo di fame prima», continua. «Gli unici soldi che abbiamo visto sono quelli cinesi», aggiunge in riferimento alla recente trasferta nel paese del Dragone.

I problemi derivano dalla situazione economica della Regione. I teatri, infatti, dipendono interamente da Palazzo dei Normanni, dove è tutto bloccato. Alle difficoltà finanziarie legate a una cattiva gestione della cosa pubblica negli anni, e quindi un buco di bilancio con cui fare i conti che ammonterebbe a circa 500 milioni di euro, si aggiunge il fatto che gli amministratori non sono riusciti a fare quadrare i conti neanche quest’anno. Così, nonostante la commissione Finanze dell’Ars abbia dato il via libero la Finanziaria per il 2014, il commissario straordinario dello Stato l’ha impugnata a fine gennaio. Furiosa è stata la reazione del governatore Rosario Crocetta che ha deciso di affidare il suo sfogo a una lunga e dura nota. «Conseguenze disastrose – le ha definite – al limite dell’assassinio della Sicilia».

E proprio oggi, dopo le elezioni europee, torna in aula la manovra finanziaria bis. «L’Ars – sottolinea il governatore – deve approvare urgentemente la manovra e la deve approvare nella sua dimensione globale salvaguardando gli stipendi, i trasferimenti ai Comuni e anche i salari dei forestali». Già consegnata in commissione bilancio dall’assessore regionale all’Economia, Roberto Agnello, una relazione tecnica perché vengano stanziati 100 milioni di euro per enti locali e forestali. La manovra cosiddetta salva-stipendi, invece, dovrebbe arrivare in aula nel pomeriggio. La spesa dovrebbe essere coperta con i risparmi sul disavanzo della sanità. Sicuro della sua approvazione il governatore Crocetta che afferma: «Non capisco perché non dovremmo dare questi fondi ai comuni. In questa situazione gli enti locali non possono chiudere i bilanci. Le coperture ci sono».

I lavoratori sono stanchi di aspettare e hanno quindi deciso di farsi sentire. «Non è giusto che ci acclamano all’estero e non veniamo quasi considerati nella nostra terra», afferma ancora Aurora. «Serve una giusta promozione e progettazione, cosa che è completamente mancata – dichiara il baritono Mimmo – Ci mortifica il fatto che si dia spazio ad altre realtà e non a noi che rappresentiamo l’eccellenza locale. In Cina se ne sono accorti. Lo dimostrano le tantissime persone che sono venute a sentirci e la grande attenzione che ci hanno dato», continua. «Emozioni splendide» le definisce Aurora, «ma che ci mancano qui. Abbiamo bisogno di calcare il palco».

Dello stesso avviso alcune lavoratrici del teatro Stabile che professano musica e bellezza quali «valori internazionali». «Hanno iniziato a tagliare il budget nel 2012, poi hanno continuato nel 2013 e adesso non ci danno più nulla», lamenta Patrizia Minardi, responsabile del settore contabilità dello Stabile. Accanto a lei Grazia Failla che si occupa del botteghino e Carmela Laudani, responsabile della sartoria. «Nessuno fa niente per noi, speriamo che approvino la manovra, perché checché se ne dica, la cultura è importante», concludono.


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In piazza per reclamare il proprio stipendio e cercare di scongiurare la chiusura dei teatri catanesi. Sono i dipendenti dello Stabile e del massimo Bellini di Catania che hanno deciso di mobilitarsi in occasione, oggi, della discussione della manovra di finanziaria bis. Dopo quella impugnata dal commissario straordinario dello Stato che blocca molti dei capitoli in bilancio, si tenta una nuova strada. La norma è stata definita Salva Stipendi

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