Spiaggia libera n. 2, signora colta da malore Manca la torretta e il kit di soccorso è vuoto

Playa di Catania, spiaggia libera numero 2. Una signora cardiopatica di 67 anni viene colta da malore dopo essersi immersa in acqua. La donna chiede subito aiuto, ma il salvataggio non è affatto semplice né immediato. Perché, a stagione balneare comunale avviata il 31 maggio, c’è solo un bagnino, manca la torretta e la cassetta di primo soccorso è vuota. Accanto, intanto, si lavora alle rifiniture del bar, già funzionante. Una delle forme di introito – insieme al parcheggio – garantita dall’amministrazione etnea al privato appaltatore in cambio della gestione della spiaggia.

Questa mattina, la signora – portatrice di pacemaker – entra in acqua, accaldata. Accanto a lei c’è la figlia. Le due percorrono i metri di sabbia che portano al largo e la madre si immerge per prima. A un tratto, cerca di gridare aiuto. Il vento disperde la voce, ma ad accorrere subito è un vicino bagnante. Nel frattempo, gli occhi della figlia percorrono il tratto di litorale alla ricerca della torretta di salvataggio. Che non c’è. Sotto un comune ombrellone di una nota ditta di gelati, dotato soltanto di un tavolino, c’è invece il bagnino. Riconoscibile solo dalla maglietta con la scritta Salvataggio.

La visuale e l’attenzione del ragazzo – a livello del mare e non più in alto come dovrebbe essere – viene continuamente disturbata dai bagnanti che stendono le asciugamani davanti a lui. Che, al momento dell’incidente, si trova da solo e non in coppia come dovrebbe. Le voci arrivano attutite. Quando l’addetto al salvataggio si accorge dell’emergenza, soccorre la signora e la porta a riva. Di più non può fare, ammette alla figlia, perché la cassetta di primo soccorso in dotazione è vuota.

«Segnalerò subito i fatti al gestore», risponde l’assessore delegato Saro D’Agata. Il riferimento è alla ditta Fraggetta & C. che ha vinto la gara d’appalto triennale a maggio 2013, sotto la vecchia amministrazione di Raffaele Stancanelli. In cambio della gestione delle tre spiagge libere etnee – compreso il servizio di salvataggio – la ditta ha diritto agli introiti provenienti dai parcheggi e dai bar.


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