Oda, entro lunedì lo stipendio di aprile Un coro di «vergogna» accoglie Gristina

Un protocollo d’intesa tra l’Asp, l’azienda sanitaria provinciale, e la fondazione Oda, Opera diocesana di assistenza, perché i lavoratori dell’ente diocesano, in protesta da giorni, ricevano subito una delle mensilità di stipendio arretrato. È quanto è stato stabilito ieri pomeriggio in un incontro in prefettura a cui ha partecipato anche l’arcivescovo di Catania, Salvatore Gristina. L’alto prelato «è stato accolto da un coro che gli gridava “vergogna”», riferisce una delle lavoratrici in attesa dell’esito dell’incontro, Grazia Restivo. «Siamo un ente cattolico ed è l’arcivescovo che indica chi deve comporre il consiglio di amministrazione», spiega un altro lavoratore, Alfonso Maira. L’amministrazione del’ente sarebbe infatti, secondo i lavoratori, responsabile della grave crisi dell’ente.

«Abbiamo saputo che l’Asp ha firmato il mandato per il pagamento del primo trimestre dell’anno con il quale, tra venerdì e lunedì, dovrebbero pagarci lo stipendio di aprile», spiega Maira che ha assistito all’incontro per conto dei colleghi. Non solo: per cercare di velocizzare i saldi in futuro, «è stato deciso che con una procedura ad hoc per l’Oda, i versamenti all’ente di assistenza non saranno più trimestrali ma mensili», aggiunge Maira. A partire da agosto, dunque, l’Oda dovrebbe avere mensilmente la liquidità necessaria al pagamento del propri dipendenti. Rimane il problema dell’arretrato, però, perché non è previsto l’accredito di più retribuzioni in contemporanea. «Problema che l’Asp si è impegnata a risolvere entro giugno 2015», dichiara ancora Alfonso Maira.

Sono abbastanza soddisfatti i lavoratori per l’esito dell’incontro, «non è l’ideale, ma se mantengono l’accordo ci sarà un cambio di ritmo importante nel ricevere lo stipendio», sostiene Maira. Tuttavia non si sentono comunque sicuri e convinti al cento per cento: «vigileremo». Il problema è che l’ente cattolico non gode di un bilancio in salute e da molto tempo, ormai, circa otto anni, è sempre in ritardo nei pagamenti di quattro o cinque mesi. Una situazione che ha portato più volte i dipendenti a manifestare il proprio dissenso, ma adesso sembra esserci stat una svolta decisiva. A differenza delle altre, infatti, le promesse non sono state solo verbali ma per iscritto. Prima quella dell’incontro in prefettura e poi il protocollo d’intesa.

«Abbiamo lasciato la cattedrale solo dopo avere avuto convocazione scritta dell’incontro in prefettura», afferma Grazia Restivo. In generale comunque di sentono delusi dalla Curia catanese sia per il perdurare della situazione che per il comportamento personale di Gristina e dell’accoglienza ricevuta in questi giorni di occupazione. «L’arcivescovo non ha mai speso una parola né per i suoi dipendenti né per la città di Catania – dice Restivo – e in questi due giorni in cattedrale mi sono sentita trattata come un delinquente a cui era anche impedito di aprire la porta per prendere aria».


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