Amianto a Pozzillo, polemiche sulla bonifica Fichera rassicura: «Rispetteremo i tempi»

Quanto bisognerà ancora attendere? A quasi sessanta giorni dal pronunciamento da parte del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana (Cgars) sulla legittimità dell’ordinanza tramite la quale, il 16 ottobre 2013, il Comune di Acireale imponeva alla Sidoti Acque S.r.l. la rimozione dell’amianto presente nell’ex stabilimento delle acque minerali Pozzillo, in città sono in tanti a chiedersi se siano stati fatti realmente dei passi avanti verso la bonifica dell’area. Le operazioni di messa in sicurezza della zona, d’altro canto, non saranno semplici. A causa, infatti, dell’ampiezza dello stabilimento si tratterà di un intervento mai compiuto prima in Sicilia, per il quale bisognerà prendere opportune precauzioni e seguire una precisa strategia nel rispetto delle direttive ministeriali in materia.

Al momento, però, la situazione sembrerebbe vivere una fase di stallo, con il Comune che, settimana dopo settimana, ha assistito al disinteresse da parte della società proprietaria dello stabilimento a rispettare quanto contenuto nell’ordinanza emessa dall’allora sindaco Nino Garozzo. L’ordinanza prevede la possibilità per l’ente di agire in danno: «[…] nel caso di accertata inottemperanza a quanto ordinato – si legge nel documento – si provvederà d’ufficio, nei modi e nei termini di legge, con recupero dalla sig.ra M.A.M.P. delle spese sostenute nonché all’applicazione dei provvedimenti sanzionatori di cui al D. Lgs 03 aprile 2006 n. 152».

Il primo passo da fare, però, sarebbe quello di richiedere il dissequestro dell’area su cui a suo tempo la Procura appose i sigilli per il comprovato rischio per la salute pubblica. Richiesta che a oggi non è partita e che a detta del Movimento 5 Stelle sarebbe dovuta già essere inoltrata da tempo: «Nell’ordinanza del 2013 – dichiara il deputato regionale, Angela Foti, che da anni segue la vicenda – parla chiaro. Viene esplicitato che la Sidoti Acque avrebbe dovuto chiedere il dissequestro dell’area entro sette giorni dalla notifica dell’ordinanza. Invece, a quasi sesssanta giorni dalla sentenza del Cga nulla è stato ancora fatto». La risposta all’onorevole arriva dall’assessore all’Ambiente di Acireale, Francesco Fichera: «Da parte nostra – spiega Fichera – ci stiamo attenendo a quanto predisposto dall’ordinanza, che prevede l’accertamento da parte della Polizia municipale dell’inottemperanza degli obblighi da parte della società. Questo è stato fatto, e nei prossimi giorni dovrei ricevere la relazione, a cui seguirà la richiesta da parte del Comune del dissequestro. Tengo a specificare – continua l’assessore – che è nostro interesse riuscire a dare inizio il prima possibile ai lavori di bonifica».

Fichera ha poi assicurato che le operazioni di messa in sicurezza verranno affidate a una ditta specializzata. A ciò si arriverà, però, dopo aver capito quale dovrà essere l’impegno di spesa da parte dell’ente: «Abbiamo la possibilità di agire in danno – conferma Fichera – ma questo significa che bisognerà anticipare la somma di denaro per poi rivalerci sulla Sidoti Acque e vogliamo capire di quanto si tratta». Sulla questione costi, il pensiero dell’onorevole Foti era stato netto: «I soldi si trovano – aveva detto il deputato regionale -. Non si può pensare di attendere fino a quando si ha in cassa la somma adatta. Sarebbe infatti difficile spiegare come mai al privato si impone un’ordinanza, se poi il Comune può permettersi di ragionare sull’opportunità di intervenire prima o dopo. Ne va della salute delle persone».

A dire la propria sui tempi e le risorse da spendere per bonificare l’area dell’ex stabilimento delle acque minerali Pozzillo era stato, all’indomani della sentenza del Cgars, anche l’ex primo cittadino di Acireale, Nino Garozzo: «Non ci sono problemi di soldi – dichiarò l’ex sindaco – sia perché si può procedere con l’istituto della somma urgenza sia perché è una partita di giro trattandosi di procedura in danno. […] non si deve aspettare più nulla anzi eventuali ritardi potrebbero rappresentare una contraddizione rispetto ad una ordinanza per ragioni di salute pubblica contingibile e urgente». Divergenze di vedute che però, a detta dell’assessore acese, non causeranno ritardi sui tempi di inizio delle operazioni: «Mi sento di confermare che in autunno i lavori potranno partire».


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