Il Grande fratello arriva a Catania

Ricordate il film “Nemico pubblico”? L’avvincente storia, impersonata dal noto cantante/attore Will Smith, nelle vesti di uno stimato avvocato americano, vedeva il suo protagonista coinvolto in un intrigo politico ben più grande di lui: un ufficio governativo segreto incaricato di monitorare, per ragioni di sicurezza nazionale, attraverso sofisticate tecnologie informative, qualsiasi movimento di mezzi e persone sul territorio USA, svolge ad un certo punto indagini a scopi illeciti puramente personali. Il capo dell’organizzazione-spia, infatti, desidera eliminare una registrazione compromettente che lo inchioderebbe per l’omicidio di un uomo politico. Enormi satelliti puntati sulla Terra, circuiti chiusi di telecamere presenti in ogni parte delle città (banche, uffici, negozi, strade), computer “decriptatori”, vengono allora impiegati nel film per spiare le mosse di chiunque si trovi nel mirino dell’organizzazione corrotta. Un po’ una rivisitazione cinematografica moderna del celebre libro di George Orwell “1984”.

 

Le telecamere presenti in strada non sono certo una novità per le popolazioni di alcune grandi metropoli come Milano e Londra. Quest’ultima, in particolare, rappresenta una singolare contraddizione: sebbene abbia adottato procedure per la registrazione di filmati 24h su 24 nei punti considerati strategici della città, spesso i delinquenti, non curanti di ciò, continuano tranquillamente le loro attività criminose. Un ragazzo che è stato a Londra di recente ci riferisce che “… si potevano vedere spesso spacciatori vendere la loro roba, proprio sotto i pali che reggevano le telecamere di sicurezza …”. Sicurezza che a questo punto, non è del tutto garantita. Ma la cosa che più incuriosisce di Londra è che si trova nel Paese che per primo ha introdotto nella propria legislatura articoli riguardanti la tutela dei dati personali. Per dirla con un luogo comune, la cosiddetta Legge sulla Privacy (per saperne di più clicca sui link in basso alla pagina).

 

Adesso queste telecamere di sicurezza hanno fatto capolino anche a Catania, venendo a far parte di diritto dell’arredo urbano della città. Non ci credete? Provate ad alzare lo sguardo, facendo un giro attorno allo Stadio A. Massimino, oppure tra Via S. Francesco e Via San Giuseppe Al Duomo (nei pressi della celeberrima scalinata Alessi) o ancora in C.so Martiri della Libertà, o in Via Manzoni, oppure all’incrocio del V.le Mario Rapisardi con Via Fabio Filzi. Si tratta sia di telecamere fisse (come quelle al di fuori delle banche, per intenderci) che di telecamere sferiche orientabili che prevedono uno spostamento dell’obiettivo di 360° effettuato tramite un remote controller. Il dilemma è: chi controlla queste telecamere? Abbiamo chiesto all’Ufficio Stampa del Comune di Catania, il quale ci ha risposto che non è un’attività che compete all’amministrazione comunale, ma che potrebbe essere gestito dalla Polizia. Andiamo allora dalla Polizia, ma dato che alle domande rivolte, i poliziotti all’ingresso ci hanno risposto con un secco, quanto sterile “Non sappiamo niente!”, sotto mentite spoglie (fattorini consegna-pizze a domicilio) siamo entrati nella Sala Operativa della Questura di Catania, in via Manzoni. In effetti, nella stanza c’erano dei monitor bianco e nero che riproducevano le immagini delle telecamere piazzate in prossimità della Prefettura, ma solo quelle. Delle altre videoregistrazioni, nessuna traccia. A questo punto abbiamo mandato una e-mail al Vice Prefetto Dott. Angelo Sinesio, responsabile Ordine e Sicurezza Pubblica, con la speranza che ci rispondesse. Speranza delusa. Chiedevamo troppo?

 

Ma allora, chi controlla queste telecamere? Chi ha i permessi ad accedere alle registrazioni? Sono già state impiegate per lo svolgimento di indagini? I cittadini catanesi sono stati avvertiti di tutto ciò? Questi gli interrogativi a cui, purtroppo, non siamo riusciti a dare risposta. Speriamo almeno che la pubblicazione di questo modesto articolo sortisca un qualsiasi effetto che possa chiarificare la situazione. Il film descritto all’inizio, che poi tanto finzione non è, si interrogava soprattutto su una questione: “Chi controlla i controllori della Terra?” Chi ci assicura che le registrazioni non vengano usate per altri scopi, non prettamente di pubblica sicurezza?

 

Ma spesso essere osservati a nostra insaputa non ci basta. Noi siamo masochisti e ce la vogliamo cercare: più facciamo uso di tecnologie che prevedono connessioni via satellite, internet, bluetooth o infrarossi, più ci esponiamo al rischio di essere spiati, monitorati da qualcuno. Autorizzato o non autorizzato che sia. Ragion per cui in Sicilia, la malavita ha pensato bene di comprare un gran numero di apparecchi per la rilevazione di microspie (vedi il link in basso alla pagina). Temo che oramai è troppo tardi, di tali tecnologie siamo divenuti ultradipendenti.

 

 

Guarda dove sono ubicate le telecamere per le strade di Catania

 

Links:

Vedi in dettaglio di che telecamere si tratta

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Leggi i testi sulla “Tutela della Privacy”

Visita il sito del Garante per la tutela della privacy


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