‘E’ anche la storia di un più generale malcostume di una vecchia università’

Caro Bazzano

La ringrazio innanzitutto per l’interesse verso i problemi della nostra Facoltà.

Ho chiuso il sito web della Facoltà di Architettura di Siracusa la sera del 19 dicembre 2005.
C’è una ragione di fondo ed una contingente.

La ragione di fondo è che non si può continuare a pensare che sia possibile costruire e gestire la pagina internet di una facoltà con un budget totale di 600 euro mensili lordi persino senza una stanza, un tavolo, una sedia, un computer e una presa telefonica e basandosi unicamente sul volontariato entusiasta (ma necessariamente incostante e dilettantesco) di qualche meritevole studente.

La ragione contingente è che, poiché nei meandri delle burocrazie universitarie vegeta evidentemente una pletora di persone che prendono uno stipendio senza svolgere il lavoro cui sono preposti, dal 15 settembre (ed era ferma da luglio) la pagina internet della Facoltà è stata portata avanti oltre che senza stanza, senza tavolo, senza sedia, senza computer e senza presa telefonica anche senza nessun supporto economico.

Partendo dal primo punto, preciso che ho assunto a settembre la responsabilità del sito web della facoltà, a seguito delle dimissioni del mio predecessore (il prof. Nigrelli), solo per scongiurare la proposta, avanzata dal professore responsabile del centro di gestione amministrativa, di tagliare quegli unici 600 euro utilizzati per i contratti agli studenti che si occupavano dell’aggiornamento delle pagine, e di affidare gratuitamente questo incarico ad un qualche amministrativo sotto contratto con altre mansioni.
Ho protestato contro questa ipotesi surreale, sono stato accusato di demagogia perché “è inutile spiegare ai presenti la funzione e l’importanza di una pagina web di facoltà e se non ci sono soldi bisogna dirlo al Rettore”, e –per coerenza (ma a chi importa?)– mi sono assunto questa ‘grana’.
Dico ‘grana’ perché –chissà perchè– mentre il professore responsabile del centro di gestione amministrativa percepisce per quell’incarico un cospicuo stipendio aggiuntivo, nella nostra facoltà il responsabile dei servizi web –dal momento che evidentemente si immagina che il computer (ma noi non abbiamo neanche quello) generi da solo le pagine html– svolge il suo compito del tutto gratuitamente per puro amore della causa.
Ecco: se amasse la causa anche il responsabile del centro di gestione amministrativa, credo che il suo stipendio aggiuntivo potrebbe bastare a far partire un sito web decente senza bisogno di disturbare il Magnifico.

Andiamo alle ragioni contingenti. Il 15 settembre, assunto l’incarico, mi rendo conto della situazione: non esiste in facoltà una postazione per il web; l’ultimo studente che si era occupato dell’aggiornamento del sito lo faceva da casa sua e si era laureato a luglio a contratto già scaduto.
Riesco a rintracciarlo e ad avere da lui un disco con tutti i file della pagina web della facoltà e comincio a lavorarci da solo da casa.
Il 9 ottobre, dopo vari contatti informali, presento agli uffici della presidenza una lettera ufficiale chiedendo appunto un tavolo, una sedia e un computer collegato in internet ed indicando il luogo concordato per la postazione (un cantinato di Palazzo Impellizzeri da chiudere con una paretina di cartongesso ed una porta).
Allego allo stesso documento delle norme che specificano più dettagliatamente le mansioni dello studente che dovrà collaborare alla gestione del sito suggerendo che vengano inserite nel nuovo contratto e prego di trasmetterle al cento di gestione amministrativa perché le valuti e ne apporti le eventuali correzioni.
Il 26 ottobre, preparato un test html a risposte multiple, seleziono tra quanti avevano fatto domanda lo studente cui sarà affidato l’incarico.
Convoco lo studente il mattino seguente e cominciamo a lavorare prima su un computer della segreteria didattica, poi al dipartimento di urbanistica. In seguito troveremo più semplice vederci direttamente a casa mia.
La settimana successiva chiamo il direttore del centro gestione amministrativa pregandolo di mandarmi via e-mail una bozza del contratto corretto perché, spiego, vorrei fosse pronto entro il prossimo consiglio di facoltà in modo che, qualora approvato, potesse essere mandato immediatamente alla firma. Anche perché, spiego, lo studente sta già lavorando e sarebbe corretto da parte nostra, non dico pagarlo subito, ma almeno fargli firmare il contratto. Il direttore mi dice amichevolmente che non c’è nessun problema e mi spedirà subito la bozza.
A tutt’oggi non mi è ancora arrivata.
Lo stesso giorno ripasso dagli uffici di presidenza chiedendo notizie di tavolo, sedia, computer e porta. Mi dicono che hanno sottoposto il documento al professore responsabile del centro gestione amministrativa che non lo ha controfirmato: la questione è rimandata al consiglio.
Il 16 novembre il consiglio di facoltà delibera il reclutamento dello studente prescelto, incaricando ufficialmente il centro gestione amministrativa di preparare il contratto, e approva la paretina in cartongesso con porta, il computer e quant’altro. Io insisto perché sia messa a verbale la necessità che il tutto venga fatto il più presto possibile; non riesco a strappare una data, una settimana o dieci giorni, ma forse mi viene concessa la dicitura generica ‘con urgenza’.
Alla fine del mese ripasso dalla segreteria di presidenza perché nulla si muove. Telefoniamo al professore responsabile del centro gestione amministrativa che ci assicura che certo lui ha già contattato la ditta spiegandogli anche l’urgenza e non capisce proprio come mai ancora non sia stato fatto nulla. Li richiamerà.
Ed ecco finalmente lunedì 5 dicembre, trovo degli operai al lavoro sulla paretina di cartongesso quasi finita già a mezza mattina. Una sciocchezza, dicono, massimo mercoledì finiamo tutto, compreso l’interruttore della luce che si deve spostare qui e le prese del telefono, numero dedicato e adsl full-time. Certo peccato, dicono, per quest’intonaco che cade a pezzi, forse si dovrebbe mettere della resina o almeno dargli una pitturata generale, ma noi non abbiamo ricevuto istruzioni in tal senso. Non fa niente, spiego: basta che ci sia la porta.
Lunedì 12 dicembre la paretina di cartongesso è identica a come l’avevo vista la mattina del lunedì precedente. La porta non c’è.
Lunedì 19 dicembre ancora non è successo nulla: il furgoncino degli operai è parcheggiato in cortile ma loro non si vedono perché, vengo a sapere, stanno lavorando ai piani alti, uno di quei lavori per qualche professore importante, di quelli che non hanno bisogno di passare dal consiglio di facoltà perché vengono approvati direttamente dal centro gestione amministrativa anche se sono più lunghi, onerosi e nessuno ne ha mai dichiarato nemmeno verbalmente l’urgenza.
La sera torno a casa e chiudo il sito limitando le spiegazioni alla dicitura, che trovo persino gentile: “in attesa che il centro di gestione amministrativa metta a disposizione…”
Alle 8 di mattina del 21 dicembre ricevo una telefonata del direttore del centro di gestione amministrativa che, smarrito il consueto tono amichevole, mi insulta parlando di “vergogna”, intimando l’immediata riapertura del sito e spiegando che “i panni sporchi si lavano in famiglia”. Io mi limito a rispondere che la “vergogna” c’è, ma non sta dove dice lui.

Oggi, 28 gennaio, la situazione è questa: la paretina è finita e i fili dell’adsl penzolano dal muro; due giorni fa ho anche trovato una porta appoggiata li vicino e l’ho messa personalmente sui cardini; la porta si chiude anche se non c’è la chiave. Ancora nessuna notizia invece di sedia tavolo e computer anche se sono venuto a sapere che per il personale interessamento di un impiegato della segreteria che ha preso a cuore il nostro caso, sembra ci stiano ristrutturando un vecchio computer della segreteria didattica che non funzionava più.

Vorrei sottolineare il fatto che nel frattempo, dal 15 settembre ad oggi, nonostante tutto questo, il sito della facoltà è andato avanti.
Prima da solo e, dalla fine di ottobre, con l’aiuto dello studente sotto contratto virtuale che per fortuna è anche un buon informatico, abbiamo ricostruito tutto il sistema dei vari calendari, orari, ordinamenti didattici, programmi dei corsi, elenchi, curriculum dei docenti e quant’altro. Si tratta di alcune centinaia di file che sono stati rifatti uno per uno e moltissimi aggiunti, tradotti dai formati più svariati e riformattati in modo uniforme in html avendo cura di snellire e adeguare tecnologicamente il sistema in modo da abbreviare drasticamente le future operazioni di aggiornamento.
Da ottobre abbiamo aperto una nuova pagina per permettere a tutti i docenti di mettere in linea file con dispense e materiali didattici scaricabili dagli studenti.
Dal nulla abbiamo costruito una pagina per la biblioteca (ora in fase di sperimentazione) con servizi mai prima attivati, tutti i cataloghi in linea e diverse decine di link esterni ordinati per tipologia e materie.
Ancora, abbiamo implementato sul sito la tecnologia php offerta dall’ottimo centro di gestione informatica di Catania, ma che nessuno a Siracusa aveva mai pensato di usare.
Grazie a questa tecnologia, ad esempio, dal primo dicembre tutti gli avvisi della segreteria didattica arrivano in linea in tempo reale ancor prima di essere stampati e appesi in bacheca: stiamo insomma cercando di lavorare nell’ottica di una integrazione con i vari servizi della facoltà (didattica, biblioteca, dipartimenti ecc…) in modo che ognuno di essi, senza nessun aggravio di lavoro per gli impiegati, possa contribuire quotidianamente in modo automatico all’aggiornamento delle informazioni del sito.
Nella stessa ottica abbiamo da poco completato la costruzione di un’interfaccia che permetterà a tutti i professori di costruirsi con semplicità (senza bisogno di alcuna conoscenza informatica e solo con l’ausilio di un qualunque browser internet) delle pagine dei propri corsi dove inserire personalmente in linea avvisi, comunicazioni, immagini, file, lezioni e quant’altro a servizio degli studenti.

Ora se due persone, peraltro gravate da altri impegni, senza ricevere alcun compenso, con mezzi propri, a casa propria e pagandosi le proprie bollette del telefono, hanno oggettivamente svolto il lavoro che ho sopra brevemente descritto, nel bene e nel male e comunque lo si voglia giudicare, VORREI CHE QUALCUNO MI SPIEGASSE PERCHÉ UN SERVIZIO ISTITUZIONALE DI UNA UNIVERSITÀ COME IL CENTRO DI GESTIONE AMMINISTRATIVA, COMPOSTO DA UN PROFESSORE RESPONSABILE, UN DIRETTORE E VARI ALTRI IMPIEGATI TUTTI REGOLARMENTE STIPENDIATI PER SVOLGERE SPECIFICAMENTE QUEI COMPITI NON È RIUSCITO IN DUE MESI E MEZZO A PRODURRE DUE PAGINETTE DI CONTRATTO (lavoro che peraltro sapeva già di dover fare almeno da luglio, ed ufficialmente dal 15 settembre e di cui aveva comunque tutti i dati dal 9 ottobre e quindi a essere buoni diremmo almeno 3 mesi e mezzo) NÈ A FAR PREPARARE UNA POSTAZIONE CHE RICHIEDEVA NON PIÙ DI TRE GIORNI DI LAVORO (e siamo qui ad aspettare per vedere ancora quanto tempo dovrà passare).

Capisco che è una piccola storia e forse non valeva la pena parlarne tanto. Ma è anche la storia di un più generale malcostume di una vecchia università. Vecchia perché non è nemmeno sfiorata dalla consapevolezza di quanto le tecnologie telematiche potrebbero migliorarne il servizio ed in fondo non è nemmeno tanto interessata all’efficienza di quel servizio. Vecchia perché è impaludata in un sistema di privilegi che piegano l’efficienza di ogni fare alle gerarchie di potere invece che alle necessità reali ed oggettive. Vecchia perché rifiuta di organizzare le sue risorse e pretende di far tutto ed ingigantirsi anche, basandosi sull’entusiasmo volontario del lavoro gratuito e nel migliore dei casi sottopagato. E non c’è molto da sperare.
Ho fatto questo lavoro (ed ho scritto queste pagine) perché mi divertiva. Ma non credo che continuerò a divertirmi a lungo.

Cordialmente

Fabio Ghersi


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