L’altra faccia della verità

Bugie e mezze verità, cose non dette e altre che ci sono state raccontate a cui è doveroso credere. Le bugie allo specchio, le mezze verità della politica, le verità della religione e i non-sense della realtà. Pinocchio, Adamo ed Eva, L’Arca di Noè i temi ricorrenti. Lingue allenate alla menzogna e microfoni che incarcerano conduttori di notizie.

 

Pinocchio genuflesso confessa le sue verità e uccide il malcapitato confessore. Si veste da uomo qualunque e porta in giro il suo naso ma subito sotto l’autore con un’altra opera ci tiene a precisare che “Questa non è una bugia” disegnando una candela con il suo candelabro e facendo il verso a Magritte. Pinocchio poi si sdoppia e si abbraccia con il suo gemello.

 

Accanto, Adamo ed Eva vengono convinti dal serpente. Ma non è il solito serpente e neanche la solita mela. Il simbolo del peccato è vestito da perfetto pubblicitario; i primi peccatori dell’umanità vengono convinti a bere il più moderno e salutare succo di mela.

 

E Noè? Fa salire ogni essere vivente mentre i suoi costruttori portano avanti un’opera di disboscamento per poter costruire l’Arca della salvezza.

 

Ma ci si burla anche della moda. Il cacciatore cerca di uccidere la volpe ma la volpe ha in mano un bel gruzzoletto: altro non è che il compenso del suo sacrificio. Chi è la vera vittima? La famosissima maglietta con simbolo il coccodrillo si trasforma da ‘Lacoste’ a ‘Lacuste’ e dice “C’est pas moi!”

 

Cosa possono dirci allora delle giraffe? In maniera disarmante e del tutto sincera le “Giraffe Mendaci” di Beppe Mora ci confermano una delle verità del mondo ovvero che tutte le bugie hanno le gambe corte, ma il collo lungo. Luca Cristini ripara il ”concetto spaziale” di Lucio Fontana con una bella cerniera lampo e l’etichetta attaccata al quadro ci comunica che: “una cosa è un segno se può essere usata per mentire” (U. Eco). Poi Oketic Radko ci invita a guardare negli occhi la verità, attraverso un pacchetto di sigarette che porta la scritta/necrologio e uno specchio proprio all’altezza degli occhi del visitatore.

Troviamo tutto questo nelle 120 opere presenti alla 23a “Biennale d’umorismo nell’arte” presente al centro culturale “Le ciminiere” di Catania. L’evento artistico che dal 1961 ha luogo a Tolentino è giunto a Catania portando con sè tutta l’ironia e il sorriso che da sempre la caratterizza e da Catania ripartirà per un lungo tour che toccherà molte altre città d’Italia.

Dal 1975, per onorare il suo fondatore, la Biennale ha istituito il “Premio Luigi Mari”. Tema di quest’anno “L’altra faccia della verità” vincitore del primo premio l’opera di Andrea Gualandri Italia “Lusinga”, secondo premio all’opera di Mikhail M. Zlatkovsky Russia “Modern society”, terzo premio ex-aequo all’opera di Fumito Itoh Giappone  “Quadro girevole” e Claudio Antonio Gomes Brasile. Intelligenza ed umorismo queste la chiave di lettura di questa esposizione, che fanno del sorriso l’arma più efficace per affrontare tutto ciò che non ci viene detto. In fondo come ci dice Robert Schuman “La gente che non ride mai, non è seria”.

 

 

Affrettatevi, la mostra si conclude il 26 febbraio 2006.

 

 

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