Festa di Primavera ai Benedettini

Ma cos’è tutta questa bolgia? E cosa ci fanno tutte queste persone? E dov’è il preside Iachello? E il popolo dell’antico Corso? Ah ecco, tra un panino di carne di cavallo e uno con le polpette mi avvicino al “chianchiere” lui sì che sembra del posto. Ma come… solo gli universitari si danno al cannibalismo? E Turi Killer che fine ha fatto? Lo volevo intervistare e magari chiedergli cosa ne pensasse dell’antico oggi. O magari chiedergli qualcosa su Sofocle.

 

Vagabondando per il cortiletto dell’ex monastero dei benedettini mi sento un po’ monaco, no ma ho una birra in mano. Ma chi l’ha detto che i monaci non bevessero birra? Ah sì, mi trovo alla festa della primavera organizzata dalla facoltà di lettere e il suono di djambé e tarbuca sta cominciando a farmi vedere le cose come stanno.

“Andreaaaaa prendimelo ‘sto panino con la carne di cavallo mentre che scrivo…”. Non risponde, è già ubriaco, come gran parte dei presenti. La birra a un euro e cinquanta. Istigazione all’alcolismo. Ma perché sono tanto stressate le persone? Perché tutti questi sorrisi tirati? Mi avvicino a una ragazza. “scusa, ma un panino con la carn…” no, è troppo carina per poterla importunare con domande del genere. E poi una così bella non può che essere vegetariana. Ma cosa sta facendo? Noooo, addenta un panino che gronda sangue. Carne al sangue. Anche lei. E allora cerco di fingermi studente anch’io “scusa ma come mai questa faccia triste?”. Lei si presenta. Ecco ho la conferma, è ubriaca. Chi si sarebbe presentato a me se fosse stato salubre? Nel frattempo un gruppo folcloristico, i Terra, allieta il mio avvicinamento alla dolce fanciulla. “Domani ho un esame”. Ci ripenso e mi rendo conto che anch’io tra qualche ora ho un esame. Non posso confessarglielo.

Ma Iachello dov’è? Aveva paura di mischiarsi al popolo che avrebbe dovuto invadere i cortili dell’ex monastero? No, non è possibile. Devo trovarlo. Voglio fargli una domanda. Voglio capire cosa si festeggia. Ma non vedo Turi Killer, eppure la gente sembrava divertirsi alle sue barzellette. Ma erano barzellette? No, non ci credo, deve esserci qualcosa che non va.

 

Un signore sulla cinquantina che ha l’aria di essere un professore si avvicina furtivo al fucularo. “M’bare, abbiiccillu ‘n pocu i salamaricchiu”. Dalla confidenza che ha con il “chianchiere” temo non sia un professore. Ma cos’è tutto questo silenzio, no non si può lasciare il tutto in silenzio. Chiamate Gino Astorina. Eccolo, e insieme a lui fa la comparsa il preside Iachello. Ma dov’era nascosto? “Non mi era mai successo di fare da spalla a un grande cabarettista”. Eccolo, è proprio lui. Ed esalta la municipalità che lo ha aiutato nella realizzazione dell’evento.

 

Sono stanco, torno a casa consapevole del successo. Ma una domanda mi continua a tormentare. No, prima di andare a casa devo fare una domanda a un ragazzo. Si chiama Marco “come mai sei venuto qui?”. Lui mi squadra come fossi un alieno. Ma non è possibile, non credo di avere qualcosa di strano. “Non avevo di meglio da fare…”. Come prevedevo. No, non posso ancora tornare. Una signora entra in redazione. “Ma sono apertiiii i bagniiii?”. Mi mancava proprio l’accento monfiano. Evvai. Speriamo proprio che vi siano altre occasioni per rendersi conto di quanto poco ci offra la nostra città. Grazie di cuore a chi almeno ci prova.


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