Vulcanology, c’é vita sotto il vulcano

Il 14, il 15 e il 16 luglio alla Playa di Catania esploderà Vulcanology, festival di musica e arti che vedrà coinvolti numerosi artisti internazionali (il programma completo è su www.vulcanology.it) per proiettare la spoglia estate catanese nella giusta direzione. Una direzione persa da anni, quando nello stesso spazio, ad esempio, si esibiva Manu Chao o Jamiroquai. Step1 ha incontrato Rocco Pandiani, fondatore dell’etichetta discografica Right Tempo e ideatore/organizzatore/cuore e anima di Vulcanology.

Quando hai pensato di organizzare questo festival?
Quando il Blue Note aprì a Milano, nella primavera del 2003, da un giorno all’altro fui proiettato in una nuova dimensione. Mi ritrovai ad ascoltare dal vivo e conoscere musicisti che fino ad allora erano idoli che veneravo attraverso l’ascolto dei dischi. In quei momenti di duplice condivisione, come mai prima, sentii l’urgenza di dedicare parte della mia vita professionale alla magia della musica dal vivo, dalla musica proposta in diretta dagli artisti.

Perchè Catania e perchè Vulcanology?
Catania perché durante una vacanza in Sicilia, mi sono innamorato della città… e non solo. Catania anche perché io sono cresciuto in un quartiere popolare di Torino a grande densità di Siciliani e il senso di appartenenza che sento nei suoi confronti è forte. Vulcanology perché le energie che ho sentito nel momento in cui è partito questo progetto e che ho percepito da parte di tutte le persone che ne fanno parte mi hanno ricordato quando ho fondato la Right Tempo nel 1993. Assolutamente vulcaniche.

Hai organizzato mai altri festival?
No. La mia esperienza si limita a serate in club, anche se molto strutturate. Le più importanti al Tunnel negli anni ‘90 con ospiti quali Kid Loco, Cinematic Orchestra, Piero Umiliani, Raphael Sebbag, Gilles Peterson, Galliano… e al Blue Note, dove ho avuto l’onore di organizzare la prima Dj Night del grande Club.

Come hai composto la lista degli ospiti, che ragionamento hai seguito?
Allora, ho acquistato un quaderno in cartoleria e ho cominciato a fare una stesura del line up che avrei sognato di trovare in un festival. Ho avuto la grande fortuna di ottenere il 95% di conferme rispetto al mio desiderio originale. Per quello che riguarda la parte Arte, so che Sandra Virlinzi ha fatto più o meno la stessa cosa. Un giorno mi disse che in questa occasione si sentiva che avrebbe potuto fare quelle scelte assolutamente libere e in base alle sue sensibilità improponibili in contesti precedenti.

Come si svolgeranno le cose, quanti palchi ci saranno?
I palchi saranno due, nel senso che uno sarà dedicato alla musica e alle proiezioni video, mentre l’altro sarà l’allestimento della mostra ‘Tele Da Sdraio’.

Che tipo di problemi e che tipo di vantaggio stai avendo ad organizzare qui questo festival?
Per quello che riguarda i problemi, sarebbe troppo lungo e tedioso. Mentre per quanto concerne i vantaggi, sono entrato in contatto con un grande numero di persone a Catania che sono professionali, passionali e umanamente squisite e con le quali spero di poter fare tanti altri progetti ‘Siciliani’. Non faccio paragoni banali, ma avrei fatto molta fatica a trovare interlocutori così validi e piacevoli in un solo posto.

Ho visto che hai alcuni collaboratori catanesi, che ambiente hai
trovato/scoperto qui in città?
Ti confesso che in alcuni momenti mi sono sentito spaventato, insicuro e senza le energie per portare avanti Vulcanology. In quei momenti, il più grande sostegno mi è arrivato dall’entusiasmo che percepivo da parte di tutte le persone che direttamente e indirettamente sostenevano Vulcanology a Catania. Mi sono sentito accettato e sostenuto e questo mi ha rimesso in piedi più volte. Di tutti devo menzionare Valerio D’Urso, che ha lottato come un leone su tutti i fronti e Lapis che ci ha legittimato al punto di fare la loro ‘Festa Di Lapis’ annuale all’interno di Vulcanology.

Sinceramente, quale sarà il concerto e quale il dj set che ti aspetti più esplosivo…
Fai questa domanda alla persona sbagliata. Come ti ho detto prima, quando mi sono seduto al tavolo con il quaderno davanti, ho chiuso gli occhi e ho pensato a quali artisti, nel corso di 15 anni di lavoro nella musica, mi avevano emozionato di più dal vivo, nei modi più svariati… a quel punto la lista era completa. Ci includo a pieno titolo Painè e Gak Sato, che pur essendo artisti con cui lavoro, in molti momenti in questi anni mi hanno fatto sognare. Lo stesso riguarda la parte arte. Ad esibirsi ci saranno una serie di artisti che vivono la pittura come una ragione di vita, che hanno buon gusto, talento e grande freschezza. Ci tengo a ricordare e a diffondere l’informazione che i concerti inizieranno tassativamente alle 21 e che la parte dal vivo è sicuramente merce più rara e imperdibile. Senza contare che le ‘Tele Da Sdraio’ daranno il meglio con la luce naturale. Due buoni motivi per ‘scendere in spiaggia’ presto a Vulcanology …

Chi è lo spettatore tipo di Vulcanology?
Un essere umano, anche se cani, gatti, uccellini e pesci secondo me sono molto sensibili alla musica, che va dai 3 ai 100 anni che abbia voglia di trascendere attraverso la magia della musica e strabiliarsi con la sorpresa di ‘Tele Da Sdraio’. Un essere umano che possa apprezzare sia l’aspetto festoso che quello spirituale di Vulcanology e che verrà accolto con grande rispetto e attenzione.

Cosa dobbiamo e cosa non dobbiamo aspettarci dal festival?
Aspettatevi di vivere un’esperienza che vi lascerà un segno bellissimo, chi più chi meno,. Non aspettatevi effetti speciali, esagerazioni, arroganze e provocazioni.

Che spazio avrà l’arte dentro Vulcanology, solo opere in bella mostra?
La parte artè è nata con la parte musica e ha la stessa importanza. Non sono scindibili. Comunica in modo diverso ma contribuisce fortemente alla ricchezza di Vulcanology. L’esibizione sarà corredata con un catalogo e l’inaugurazione di Venerdì sarà sonorizzata con musica, in gran parte inedita, del Maestro Piero Umiliani. Tale sonorizzazione diventerà un CD che accompagnerà ‘Tele Da Sdraio’ in un percorso di esibizioni fuori dalla Sicilia. Sandra Virlinzi, oltre che a rappresentare Catania, è un’artista e un essere umano vulcanico che, attraverso la sua direzione Arte, darà un’impronta internazionale a questa manifestazione.

Infine, un tuo desiderio in merito a Vulcanology…
Il mio più grande desiderio e riuscire a portare a Vulcanology i bambini, le coppie panofolose, le persone della terza età, il bancario, il panettiere e il pescatore. Il mio festival di ‘Riferimento’ (arte a parte) è quello che era il Festival del Jazz di Nizza. Un posto dove incontravi la gente, non un tipo di gente o di una fascia di età precisa ma gente di qualunque tipo, gusto, razza, età e status sociale. Aiutatemi ad arrivare a queste persone, aiutatemi a portare Catania in spiaggia per questa bellissima festa di Musica e Arte.


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