Croupier, richiesti ovunque tranne che in Italia La fuga dei giovani siciliani verso l’estero

Niente tatuaggi in vista, nessun precedente penale o procedure in corso, conoscenza di base della matematica e della lingua inglese, buona presenza e spiccata personalità, minimo il diploma come titolo di studio. Sono i requisiti richiesti dal corso di croupier e dealer (esclusivo per il texas hold’em) organizzati dalla Croupier courses international. Per i siciliani che vogliono apprendere questo mestiere c’è però un fattore in più da considerare. Senza casinò per oltre mille chilometri, e coi quattro nel Nord Italia già saturi, la speranza di lavoro ha come coordinate geografiche l’isola di Malta, il resto d’Europa e le navi da crociera. Eppure la scuola Croupier – fondata dall’imprenditrice inglese Christine Chilton nel 1998 – organizza corsi anche a Catania e Palermo, dichiarando tra le sue informazioni online di formare «personale altamente qualificato e adatto a lavorare nei migliori casinò internazionali e garantendo un lavoro alla fine del corso». 

I prezzi delle lezioni sono piuttosto onerosi: quello per croupier ad esempio costa duemila euro più iva. Prima, però, si viene sottoposti a un colloquio in inglese, per verificare se sussistano le necessarie abilità. Poi si affronta il corso vero e proprio, diviso in livelli: base e avanzato. Nell’arco di tre settimane, per cinque giorni a settimana, insegnanti professionisti con licenze internazionali forniscono le competenze adatte. Ai più bravi viene data la possibilità di uno stage all’estero che molto spesso si tramuta in un contratto di lavoro. «Garantiamo professionalità ed internazionalità – dice con l’immancabile accento britannico la signora Chilton – Coi soldi degli altri non si può scherzare. Con noi non si perde mai perché il lavoro è bello e si gioca ovunque». Tranne che in Sicilia. «Ben vengano i casinò in Sicilia, non conosco un italiano che non vuole tornare a casa».

Come i giovani croupier usciti dalla scuola. C’è Serena, nata a Palermo 27 anni fa e che adesso lavora in un casinò inglese. Dice che «la scuola ti dà la possibilità di viaggiare e di lavorare, di crescere e di essere indipendente». O Silvia, anche lei palermitana, di 21 anni: «Solo nel nostro casinò ci sono 30-35 italiani». Luca al momento è impiegato in una casa da gioco a Londra. «Sei al lavoro per otto ore di fila, e di solito ogni ora hai un break di 20 minuti. Nel mio casinò puoi avere il turno di pomeriggio o di notte, in casinò aperti 24 ore al giorno c’è anche il turno di mattina. Si lavora cinque giorni a settimana e si hanno due giorni di riposo in media. Guadagno sulle mille sterline al mese mance comprese, ma io lavoro da poco e sono al livello più basso. Inoltre in Inghilterra dipende anche da dove lavori».

Marco, Silvia, Serena e tanti altri che continuano a tenersi in contatto tra loro e con la stessa scuola tramite la pagina Facebook, sono lavoratori costretti ad andar via dalla ambivalenza dello Stato, sempre pronto ad incentivare quell’azzardo che non prevede figure specialistiche. Non è la classica fuga di cervelli che trova spazio nei giornali perché si nutre di innocua indignazione. Piuttosto si traduce in una silenziosa presa di posizione di chi sborsa un mucchio di quattrini per acquisire un’abilità apprezzata ovunque all’estero tranne che in Italia. Per dirla con le parole di Francesco, trentenne croupier catanese, alla giornalista Assia La Rosa: «Certo, il mio non si può definire un impiego socialmente utile, ma questo settore dà lavoro a tantissima gente e pertanto non può essere demonizzato».


Dalla stessa categoria

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]