Glam city, il nuovo libro di Mimmo Trischitta «A Catania non c’è spazio per seguire le passioni»

«Questo è il libro della svolta». Domenico Trischitta, giornalista e scrittore, il suo Glam city — appena uscito per Avagliano editore — lo definisce così, «il libro della svolta». Sei anni dopo il suo esordio di romanziere — avvenuto con Una raggiante Catania, pubblicato nel 2008 — Trischitta torna alla narrativa e racconta la storia di Gerry Garozzo, dall’adolescenza all’età adulta. «Sono gli anni Settanta, Gerry a diciotto anni è rimasto folgorato da Sgt Pepper’s dei Beatles e quando ha poco più di vent’anni vola da Catania a Londra, col sogno di fare il trasformista. Lì, incontra Marc Bolan, un artista indicato da molti come il fondatore del glam rock, ispiratore di molti gruppi che ebbero successo nel decennio successivo a quello della sua morte, avvenuta nel 1977. Lui per Gerry diventerà una sorta di alter ego», racconta l’autore. «È un romanzo di formazione che usa il pretesto della diversità per raccontare la nostra città in quegli anni. Sono 120 pagine, ma ne condensano 500», spiega.

«Io la Catania degli anni Settanta, Ottanta e Novanta me la ricordo bene — continua Trischitta — Era una città che ha scoperto e sperimentato varie fasi musicali: prima Marcella e Gianni Bella, i Beans, poi i Denovo, infine gli artisti di Checco Virlinzi». Una città artisticamente vivace — «Abbiamo sempre approfittato dell’energia del vulcano che ci ospita» — «ma non vivibile: via Etnea dopo le otto di sera era mal frequentata, solo grazie a un’amministrazione comunale coraggiosa, la prima di Enzo Bianco, si è cominciato ad avvertire qualcosa che stava cambiando». Ma la Sicilia non era l’Inghilterra, e il capoluogo etneo non era Londra: «Il protagonista del mio romanzo tenta di presentare le atmosfere londinesi ai catanesi: l’ambiguità, la libertà, il travestitismo. Ma i cittadini non lo capiscono». Del resto, «io per primo, quando ho avuto tra le mani il primo disco di David Bowie, sono rimasto disorientato: capelli lunghi, trucco, non capivo chi fosse l’artista che avevo davanti. Gerry Garozzo vuole che Catania diventi una città glam rock, si impegna, ma non ci riesce».

Il protagonista di Glam city insegue i suoi sogni ma non li raggiunge, si scontra con la realtà, sbatte il muso contro i suoi desideri mai avverati. All’ombra dell’Etna non c’è spazio per la trasgressione, e Gerry vola a Milano, dove finisce a battere sul ciglio dei vialoni meneghini. «Nel libro non c’è un lieto fine, ma c’è un senso di speranza: Gerry torna in Sicilia, dopo l’esperienza milanese, e capisce che nonostante tutto è giusto combattere per il proprio futuro». O forse era giusto farlo in passato, perché adesso «a Catania non c’è più spazio per seguire le passioni, sebbene i catanesi, col loro carattere precario ma creativo, ne siano pieni. Però bisogna lasciare loro un po’ di margine di movimento. E adesso non c’è più». 

«Questo libro è una discesa in apnea fatta da un recordman della profondità, una grande e vertiginosa caduta. Ci ho messo quasi tre anni per pensarlo e tre mesi per scriverlo, quando la storia ha trovato il momento giusto per essere raccontata», racconta Domenico Trischitta. Il quale ha già iniziato il tour di presentazioni: Siracusa, poi Taormina, Palermo, Messina. E Roma, al festival dell’editoria in cui sarà presente a firmare le copie. «Ho ricevuto già molti riscontri positivi da chi ha letto, è un libro che si presta a una trasposizione cinematografica — annuncia lo scrittore —  C’è molta musica, ci sono storie esemplari di formazione, marginali ma emblematiche. Vedremo che strada prenderà questo romanzo, ma una cosa è certa: ho la sensazione che da questo punto in poi la mia vita cambierà».


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