Giorgia Marino, una vita a tutte curve «Accettarsi significa iniziare a vivere»

Una vita a tutte curve quella di Giorgia Marino, 30 anni, catanese, con un’innata passione per la comunicazione. Si autodefinisce una «portatrice sana di curve», uno status di emancipazione dagli standard odierni che vogliono le donne magre a tutti i costi, considerando l’auto-accettazione non una resa ma il punto di partenza per una vita più serena e sana, anche con qualche chilo in più. Una filosofia che passa ogni giorno dal blog Morbida, la vita! che, tra proposte di stile e riflessioni, conta circa 1500 visualizzazioni al giorno e numerosi consensi dalle donne di tutte le taglie.

Come è nata l’idea di creare il blog Morbida, la vita!?
«Come sempre mi succede, il blog è nato da un impulso irrefrenabile. Non ero nuova al blogging, ma di solito si trattava di diari generici, senza uno scopo, e comunque non ne gestivo uno da diversi anni. Ad ogni modo, all’improvviso ho pensato di dover parlare di curve, della mia esperienza, del mio percorso e 48 ore dopo avevo aperto il blog».

Ti definisci una «portatrice sana di curve», quale messaggio vuoi lanciare con questo slogan?
«Non è detto che qualche chilo in più si accompagni a un pessimo stato di salute o a una pessima qualità della vita. C’è un po’ di confusione al riguardo: non è che se hai cinque o dieci chili in più sei in punto di morte. Non è che necessariamente ti odi. E non è detto nemmeno che la massima aspirazione di ogni donna sia essere magra come una velina, né che il gusto di tutti, uomini e donne, coincida sempre. Ci è stato propinato un modello di bellezza che a molti piace ma a molti altri no; e questa presunzione di molti nel sostenere che chi si accetta con i suoi chili in più abbia solo trovato una scusa per non perderli o per non ammettere di non essere in grado di perderli, beh, tocca un po’ i nervi. Perché ogni persona è un universo a sé e non si può sostenere di detenere la verità assoluta, unica e universale».

Spesso il disagio delle donne curvy sta proprio nella mancata accettazione, e apprezzamento, di se stesse. Come consigli di superare quello che sembra un ostacolo difficile da superare?
«In realtà questo è il disagio delle donne in generale, non è una prerogativa di quelle in carne. Credo che trovare la giusta strada per accettarsi e imparare ad amarsi sia un punto di partenza e non di arrivo. C’è chi dice che l’auto-accettazione porti alla resa, ma secondo me sono tutte cretinate. L’amor proprio porta a volersi curare di più, a voler prendere in mano la propria vita; di conseguenza, accettarsi non equivale a trovare una scusa, ma la serenità giusta per non avere più scuse e iniziare a vivere, in tutti i sensi».

Qual è secondo te la prima regola, inviolabile, di una vera blogger?
«Questa risposta può variare a seconda del periodo e dello stato d’animo, nonché delle esperienze appena vissute. In questo momento mi viene da dire che la prima regola è sapersi esprimere correttamente in lingua italiana. Sembrerà scontato ma, credetemi, non lo è».

Quella dei blog è ormai diventata una moda, soprattutto fra i vip: secondo te, perché fa tanto tendenza?
«Da una parte, per via di certi meccanismi fittizi dei media tradizionali, c’è una ricerca di modelli di riferimento un po’ più realistici, veri: le persone vogliono vedere la gente comune, qualcuno che sia più simile a loro, che li rappresenti. Dall’altra, la società sta diventando anche molto morbosa e piace poter seguire una persona in tutti gli aspetti della propria vita. Spesso noi blogger diamo in pasto al pubblico tutto, dal lavoro alla vita privata. Questo soddisfa quella curiosità insita nell’essere umano, rendendoci appetibili».

Da quando gestisci il blog, c’è stato un momento, un episodio o un evento che ti ha regalato particolare soddisfazione?
«Sicuramente la popolarità e le interviste sulle riviste riempiono l’ego. Tuttavia, devo dire che le soddisfazioni vere avvengono privatamente, quando le ragazze che mi seguono mi dicono “Penso di aver fatto un passo avanti, penso di volermi bene più di ieri”. Questi episodi, sopra ogni cosa, ti fanno venire voglia di continuare a fare quello che fai».


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