Il mondo del fumetto è in espansione

Il mondo del fumetto è in espansione.Come per i suoi genitori (la letteratura e la pittura) il figlio si è un pò impadronito dei geni dell’una e dell’altra forma artistica e ha finito per prendere le distanze da entrambi,come era giusto che fosse.
         Quando è che una forma d’arte raggiunge la maturità? Quando,credo,riesce a definire uno stile proprio.Ovvero un perfetto armonizzarsi della sua forma e dei (suoi) contenuti per diventare una gioia estetica per chi ne usufruisce e in più getta le molliche di pane verso un nuovo sentiero di esplorazione del mondo,un nuovo inedito punto di vista verso cui altri dovranno avventurarsi.
         Come per il suo fratellino più apprezzato (il cinema) il fumetto è in fase di maturazione. Diciamo che ha cominciato a prendere coscienza della propria potenzialità delle proprie responsabilità,cosa che riguarda più i sociologi e psicologi che noi ma anche di sè, della propria esistenza, delle proprie capacità espressive.
Alcuni titoli che possono essere di esempio: Al cinema Woody Allen dirige un film in cui i personaggi dei film interagiscono con quelli della realtà (La rosa purpurea del Cairo,1985); Walt Disney in cui addirittura in cui si incontrano cartoon e personaggi in carne ed ossa (Chi ha incastrato Roger Rabbit?,1988); Quentin Tarantino dirige film che citano film (Pulp Fiction,1994), Pedro Almodovar fa un film in cui si confondono realtà e fiction (La mala educaciòn,2004)…e questo solo per citarne alcuni senza nessun rigore.E per quanto riguarda i fumetti?
         Fino a circa un decennio fa in Italia il fumetto era stato dominato da alcuni monolitici bonelliani eroi del far west. Dylan Dog e ancora più recentemente l’arrivo del fumetto giapponese hanno dato nuove scosse al mercato e hanno mostrato alcune nuove fasi nella crescita del fumetto. Ma un passo molto importante è stato fatto dall’autore Leonardo Ortolani e il suo Rat-Man. Erano gli inizi degli anni ’90 quando questo autore comincia a muoversi nell’ambiente fummettistico passando per l’autoproduzione e la vendita al dettaglio presso le più importanti fiere fumettistiche italiane.La serie regolare appare nell’aprile ’97 grazie alla Marvel Italia, oggi Panini Comics. Rat-Man non è un fumetto d’autore, secondo la brutta ma tradizionale distinzione italiana. E’ un fumetto da edicola. Disegnato in modo caricaturale. Non ha nemmeno pretese di originalità grafiche. Lo rende speciale la sua storia.
         Rat-Man (il personaggio) è un supereroe, un personaggio abbastanza buffo che veste i panni di un topo e che si è autoeletto il salvatore della “Città senza Nome”, la città in cui vive. Affronta improbabili nemici dai poteri e dai costumi più orripilanti che si possano immaginare e tra una battuta e l’altra riesce anche a farci riflettere sul ruolo degli eroi. Rat-Man ci racconta a modo suo storie che abbiamo l’impressione aver letto tante volte: Le sue origini,le sue imprese,le sue sfide. Quello che distingue questa trama ormai classica è che Rat-Man è cosciente di essere un fumetto, o perlomeno lo è in una certa misura. Uno dei motivi per cui vuol essere supereroe è proprio la sua serie a fumetti. All’interno delle sue storie lui stesso grazie a dei macchinari fantascientifici può entrare in contatto con il mondo del fumetto. Ecco allora che attraverso il “portello di pubblicazione” arriva alla Pagina e, se riesce ad aggrapparsi al bordo della vignetta, gli scienziati lo seguiranno lungo la storia. Sempre che sia in grado di rispettare il ritmo, che riesca a far coincidere il gesto con il balloon e altre invenzioni dell’autore che rendono la storia interattiva con le pagine su cui è scritta. La creazione e la realizzazione del fumetto, fino alla vendita e alla distribuzione del fumetto …sono dentro il fumetto. Rat-Man è perfino andato a ritirare il premio come “Classico del Fumetto di Repubblica”! E non stupisce leggere in un balloon scritte come “Grazie al cielo vengo ancora pubblicato!”. Il lettore capisce che non è il personaggio che parla ma l’albo stesso, credo che nessuno abbia mai trattato del fumetto in questo modo. C’è chi ha parlato del fumetto come mezzo espressivo (Will Eisner “Il fumetto come arte sequenziale”) o chi ha parlato del fumetto disegnandosi come un fumetto (Scott McCloud “Understanding Comics”) ma credo che nessuna abbia mai intrecciato una trama tale in cui Protagonista, Autore e Fumetto si intrecciassero e autorefenziassero. Naturalmente questo è il lato più originale di Rat-Man, ma non il solo per cui varrebbe la pena leggerlo. Le storie non sono sempre cervellotiche e lasciano lo spazio a divertenti digressioni che vengono abilmente inserite nel metafumetto: Combatte contro gli editori truffaldini (che ristampano le solite vecchie storie decine di volte nei formati più diversi). Si lascia affascinare dalle bellezze da calendario (e chi no?) crudeli ammaliatrici e sogni erotici delle menti semplici (Categoria a cui il protagonista aspirarebbe); dovrà affrontare i Redactor, oltrepassare il mare di China, sconfiggere il Collezionista. In una avventura lui racconta al suo autore le sue origini, in un’altra lo affianca nell’oceano delle storie per pescarne una nuova. Scopriamo che Rat-Man è diventato un fumetto dopo una lunga gavetta: ha cominciato come comparsa: era una roccia in un fumetto di Tex, lo avreste mai detto??
         Ortolani fa la parodia di generi e film, dal Titanic al Signore degli Anelli. Lo fa incontrare e scontrare con Spiderman e Capitan America, viaggiare sull’astronave di Star Trek sul pianeta Vignetta dove il Creatore con la Grande Matita sta creando le sue storie. In un albo avviene persino l’incontro con “il re” Jack Kirby e parlano di come deve fare, di cosa serve, per diventare un buon fumetto…perchè il personaggio-Rat-Man sa bene di non esserlo! Rat-Man è così…persino l’autore gli ha confidato di averlo disegnato per sbaglio. Non è perfetto, assomiglia un frullato di Fantozzi e Mister Bean. Nessuno penserebbe mai di potersi riconoscere in lui: e’ignorante, volgare, superficiale. E si muove in un mondo in cui “E’ arrivato Rat-Man,ora sì che siamo salvi” è detto con molto sarcasmo.  Eppure le sue battaglie, come quella per la pubblicazione-esistenza, quella contro la censura, mi sembrano molto più reali di quelle combattute dai grandi eroi.
         Gli ideali sono cambiati, non che i grandi ideali vengano messi di lato, ma questo fumetto ci vuol far notare che ci sono anche aspirazioni più alla nostra portata, a volte più importanti e utili. Quando il mondo-Fumetto ci si mostra interamente ci si trova innanzi alle quinte di una realtà fatta fino a oggi solo di monumentali eroi. Rat-man non ha nessun talento,nessun superpotere…(tranne una freccetta: il Rat Dardo!) e non sarebbe che un supereroe pessimo nel mondo fumetto di alcuni decenni fa.
         Dissacrare gli ideali e i mondi degli altri fumetti è un mezzo per farci riflettere su idee preconcette. Il linguaggio usato da Ortolani, utilizzando un umorismo politically-incorrect sottolinea tutte le incongruenze, le crepe nel marmo della nostra idea di fumetto e non solo. Inserisce il cuneo Rat-Man e lo bagna con l’acqua fredda del suo umorismo. Il risultato è che ci compare un lato del fumetto che prima non avevamo mai visto scoprendo che, dopo oltre cento anni, questa forma d’arte riesce ancora a stupirci.

Alcune battute tratte dal fumetto:

-“L’ultima volta che ho avuto paura è stato quando quel bambino delle elementari voleva picchiarmi.Giovedì scorso”
-“In una donna noto subito gli occhi. Specie se ha le tette grosse”
-“Come dice Freud: Chi cita ha bisogno di fare sesso”
-“I peccatori bruceranno all’inferno per l’eternità” “E gli altri? ” ” Gli altri chi??”
-“Da grandi poteri derivano grandi soddisfazioni”
-“A volte le cose non vanno come avremmo voluto.Io desideravo diventare un buon fumettista”


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