Regione, dipartimento Ambiente senza direttore generale Gullo spostato, Marco Lupo non si è mai insediato

Dal 27 gennaio il dipartimento regionale dell’ambiente è senza dirigente generale. O la cosa è gravissima oppure non si capisce davvero perché ai capi dipartimento della Regione Siciliana vengano corrisposti stipendi di centinaia di migliaia di euro.

Certo è che si tratta di uno dei dipartimenti regionali più importanti e nevralgici, dal quale passano tra l’altro, il rilascio delle autorizzazioni VAS e VIA, obbligatorie per legge per l’approvazione di progetti privati e non. 

A fine gennaio, alla scadenza del contratto, il direttore generale dell’Ambiente Gaetano Gullo – denunciato dall’associazione Rita Atria per l’autorizzazione al Muos – è stato spostato al Comando del corpo forestale, dando il via ad un altro dei tanti valzer di poltrone a cui ci ha abituato questo governo, e il dipartimento di via Ugo La Malfa è rimasto senza vertice amministrativo.

Infatti, il nuovo direttore Marco Lupo, l’esterno fortemente voluto dal governatore e dall’assessore all’Ambiente Croce, nominato con delibera di giunta n. 5 del 13 gennaio 2015, dopo aver dettato le sue  condizioni e aver preso tempo per liberarsi dai precedenti impegni, ad oggi non si è ancora insediato e, i boatos che trapelano da Palazzo D’Orleans dicono che non lo farà più e che rinuncerà all’incarico. E Crocetta, che più e più volte ha dichiarato strategico il dipartimento Ambiente, in tutti questi giorni non ha affidato nessun incarico ad interim, evidentemente ritenendo più opportuno lasciare tutto fermo.

A completare il  quadro, si legge ancora nella delibera appena citata, che all’interno del dipartimento Ambiente «Tra i profili dei dirigenti regionali selezionati (…) non vi è un soggetto che soddisfi i requisiti professionali e culturali richiesti per il conferimento dell’incarico», motivo per cui era stato nominato Lupo.

Così, dopo un intero mese, la poltrona di dirigente generale è ancora vuota e il dipartimento Ambiente è alla paralisi. Le imprese, dopo mesi di attesa, sono costrette ad aspettare ancora i mandati di pagamento, già pronti; i Comuni e le imprese continuano ad aspettare le autorizzazioni ambientali; la Commissione Europea, che chiede conto e ragione su attività di progetti Life per milioni e milioni di euro, può aspettare.

E da ultimo, continua ad aspettare il personale a tempo determinato del dipartimento, che non prende lo stipendio da 13 mesi: un caso surreale di cui ormai si parla con incredulità anche a Roma e che molti ben informati indicano come la vera causa che rende oggi così scottante la poltrona di direttore del dipartimento Ambiente.


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