È un metodo di occultamento che piace alle organizzazioni internazionali che trafficano droga: si impregna il tessuto di capi di abbigliamento con sostanze stupefacenti. A Catania sono arrivate t-shirt provenienti dal Venezuela. La polvere bianca avrebbe fruttato 50mila euro. Il catanese destinatario del pacco è stato arrestato
Aeroporto, la droga arrivava col corriere espresso Tre magliette intrise di 300 grammi di cocaina pura
Tre magliette provenienti dal Venezuela, spedite a un catanese tramite corriere espresso. Avevano fatto scalo in Inghilterra e sono arrivate all’aeroporto di Catania, impacchettate e pronte per essere consegnati al destinatario, a Misterbianco. Ma un esame degli uomini della guardia di finanza ha consentito di verificare che le t-shirt erano intrise di cocaina. Trecento grammi di polvere purissima che, dopo l’estrazione dal tessuto, se immessi nel mercato, avrebbero fruttato oltre 50mila euro.
Con una spedizione postale in arrivo a Fontanarossa è atterrato in città un pacco con l’indicazione «Abbigliamento», proveniente dall’America latina. All’interno del plico sono state trovate tre maglie colorate che, dopo alcuni accertamenti, sono state scoperte essere piene di cocaina. Una modalità di occultamento che, secondo le fiamme gialle, viene da tempo adottata dalle organizzazioni dedite al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. In questo modo, i capi d’abbigliamento impregnati droga – qualora intercettati – sembrano normali acquisti via web.
Travestiti da corrieri, i finanzieri hanno poi consegnato il pacco ad A.P., 28enne residente a Misterbianco, effettivo destinatario della scatola. Dopo il finto ritiro e una perquisizione in casa, l’uomo è stato arrestato e trasferito nel carcere di piazza Lanza.