Era l'unica tappa della band in Sicilia e Calabria. Uno degli appuntamenti più attesi della stagione musicale etnea. Ma molti, pur avendo acquistato il biglietto mesi fa, sono rimasti fuori. Il Barbara Disco Lab, location del concerto, chiede scusa: «C'è stato un problema nella gestione della vendita dei ticket, facciamo un bagno di umiltà»
I Verdena a Catania, troppi biglietti e pochi posti I commenti: «Venti euro per restare all’ingresso»
Dall’attesa alla rabbia. In mezzo, la sensazione di essere stati presi in giro, il ricordo dell’aria irrespirabile e il sospetto di aver corso anche qualche pericolo in termini di sicurezza. Il day after del concerto dei Verdena a Catania – uno degli appuntamenti più attesi della stagione musicale etnea nonché unica data in programma tra Sicilia e Calabria – per molti si è rivelato decisamente diverso da quello che ci si sarebbe aspettati alla vigilia. Al centro delle critiche c’è l’organizzazione dell’evento svoltosi ieri sera al Barbara Disco Lab, che ha consentito l’accesso al locale anche dopo aver raggiunto la massima capienza: «È uno schifo – scrive un utente nella pagina Facebook dedicata al concerto – Venti euro per starsene all’ingresso, era meglio se mettevo il disco in macchina». I malumori, diffusisi già ieri non appena a molti era parso evidente che la lunga fila all’esterno del locale avrebbe significato qualcosa in più del prevedibile pienone, riguardano un po’ tutti: da chi ha acquistato i biglietti diversi mesi addietro a chi ha deciso di partecipare all’ultimo momento facendo leva sulla possibilità di poter acquistare l’ingresso anche sul posto.
«È stata una delusione grandissima – racconta Tania – aspettavamo da mesi questo concerto. L’organizzazione avrebbe potuto dividere l’evento in due serate o evitare di staccare biglietti all’infinito. Non so com’è articolata la macchina organizzativa, ma di certo è lampante che secondo nessuna norma di sicurezza è lecito ammassare tante persone in questo modo». Tra coloro che si aspettavano di più dall’organizzazione, anche tanti giunti a Catania da altre città: «Ho fatto duecento chilometri per vederli – scrive Marta su Facebook – non si trattava di semplice calca da concerto, era proprio un fatto di sicurezza, per come è iniziato riteniamoci fortunati che non sia successo nulla. Non ci si poteva assolutamente muovere, in sala c’erano davvero quasi il doppio delle persone che avrebbe potuto contenere il locale». E così se per alcuni l’aver potuto ottenere il rimborso del biglietto direttamente al botteghino è servito almeno ad alleviare la delusione, per altri si è trattato di un’esperienza totalmente negativa: «Il fatto che i Verdena non ritornassero da anni (a Catania, ndr) non autorizza nessuno a far stare in condizioni disumane. Ho visto solo la bassista, e a tratti, poi sono uscita perché, nonostante fossi dietro, mancava l’aria» denuncia un’altra spettatrice.
Nel pomeriggio intanto i titolari del Barbara Disco Lab hanno diffuso un comunicato per chiarire: «Cominciamo senza nasconderci dietro un dito – si legge nella nota – chiediamo scusa a coloro i quali, nella serata di ieri, non hanno potuto godere dello spettacolo del concerto. C’è da fare un bagno di umiltà. Noi non abbiamo paura a farlo, anche se ci teniamo a sottolineare che si tratta della prima volta in sette anni». Il locale, poi, prende le distanze dalle voci che vorrebbero dietro i disagi di ieri sera la voglia di speculare sulla forte domanda: «Chi c’era e ha ritenuto di dover chiedere il rimborso lo ha ottenuto – continua il comunicato –. Capiamo anche che chi non ha mai gestito l’organizzazione di un evento così impegnativo non ha idea di come vengano ripartiti i ricavi e che sarebbe stato folle da parte nostra (oltre che non fattibile, visto che non abbiamo monitorato la vendita dei ticket), scegliere qualche pagante in più per poi gestire una mole così grossa di lecite lamentele». Le principali responsabilità, secondo il locale, starebbero poi non «nel numero delle presenze, semmai nella gestione della vendita dei biglietti. Vendita che per questo live non abbiamo gestito noi in prima persona e sulla quale, probabilmente, è stata un po’ persa la bussola, visto che erano attivi due circuiti e che alla fine si è arrivati anche a superare, non per nostra volontà, il tetto stabilito».
Ad aver contribuito, inoltre, anche la mole di attrezzature necessarie alla realizzazione dell’evento: «Aver scaricato due camion di attrezzatura ci ha oggettivamente sorpresi. Ci siamo resi conto solo visivamente, purtroppo, che quel materiale avrebbe tolto, per forza di cose, spazio alla sala» spiegano i titolari, che tuttavia tengono a sottolineare come queste parole non siano un «tentativo di giustificarsi. Stava a noi tutti (e sottolineiamo tutti) non sottovalutare alcuno di questi aspetti e rendere il live quel meraviglioso spettacolo che poi è stato». Anche se non per tutti.