In uno studio la start up Travel agency ha analizzato migliaia di conversazioni e recensioni sul web per un anno mezzo. Alla fine, ha assegnato i punteggi ad alcuni parametri delle strutture ricettive e della ristorazione. La città etnea primeggia, «ma l'immagine degli ospiti spesso non coincide con quella che hai di te», spiega Mirko Lalli
Catania prima tra dieci città per reputazione online Bene gli spettacoli, ma i turisti sono delusi dal cibo
«I problemi strutturali del Sud, come i trasporti o la mancanza di organizzazione, pesano ancora, ma poi il calore umano vince su tutto». Se lo spiega così Mirko Lalli, fondatore della start up toscana Travel Appeal, il primo posto di Catania – seguita da Napoli – tra dieci città italiane per il sentiment positivo generale online. Una definizione che indica il grado di soddisfazione di visitatori e turisti in base «alle conversazioni sul web, le recensioni, le informazioni dei portali turistici, la capacità del territorio e degli albergatori di comunicare», continua Lalli. Che, insieme al suo team, ha creato un apposito algoritmo per pesare ognuno di questi contenuti e assegnare così un punteggio a ogni città analizzata.
Il Travel appeal index «misura, monitora e mappa tutte le dimensioni che concorrono a definire l’appeal di una destinazione – spiegano dall’azienda – per verificare in tempo reale tutti i fattori che concorrono alla costruzione dell’immagine digitale del territorio o di una specifica struttura». Punti di forza e criticità di un’immagine che non sempre corrisponde a quella che ci si aspetterebbe. Se Catania è prima, ad esempio, di certo non è per il cibo. Almeno a giudicare dal gradimento dei turisti.
L’analisi di Travel appeal è stata condotta su dieci città italiane: Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino, Trieste, Venezia. In tutto, sono state analizzate più di 82mila strutture, tre milioni di recensioni e otto milioni di giudizi. Per un anno e mezzo. A questo si aggiungono le quasi 90mila conversazioni online monitorate e da cui vengono fuori le prime sorprese. Della città di Catania si parla più sul web in generale – giornali o blog – che sui social network. Argomento principale, con il 28 per cento delle conversazioni, sono gli spettacoli. Parametro diverso dalla cultura che scivola invece all’ultimo posto con un magro 5 per cento di attenzione. Dopo concerti e movida, la categoria che si impone è economia e finanza (20 per cento). Seguono politica, turismo, gastronomia e sport.
La relazione diffusa dalla start up scende poi nel dettaglio della reputazione turistica delle dieci città, secondo alcuni parametri che possono essere divisi in due grandi aree: strutture ricettive e ristorazione. «Abbiamo sviluppato un algoritmo di ponderazione, con un filtro alle conversazioni che appaiono manipolate o con dubbi sul linguaggio, e assegnando un punteggio diverso alle recensioni più vecchie, ad esempio», spiega Lalli. Per quanto riguarda hotel e bed and breakfast etnei, ad essere più apprezzati dai turisti, stando ai dati, sono il personale (88,23 punti su 100) e i servizi ricreativi (80,54). Parametri in cui Catania è salda al terzo posto dietro a città sempre diverse. Non convince invece l’estetica delle sistemazioni (80,20 punti), per la quale primeggiano ben quattro città prima del capoluogo etneo: Napoli, Bologna, Torino e Firenze. La rimonta però avviene appena varcata la soglia, perché le camere (84,71 punti) sono le preferite dai turisti, dopo quelle di Napoli. Altre note dolenti arrivano invece dalla ristorazione delle strutture ricettive: quinto posto per Catania, con 72,22 punti.
Stesso piazzamento per i servizi tecnologici (44,72 punti). «Qui la sorpresa è generale. Basta guardare all’ultimo posto: c’è Milano, meta soprattutto per il business, dove ti aspetteresti connessioni gratuite ovunque e invece non è così – commenta Lalli – Ce ne sono poche e a pagamento, come magari a Catania, dove però non pretendi di trovare il wireless in ogni albergo». Scelta comunque sbagliata, secondo il ceo di Travel appeal. «Se avessero a disposizione una rete wi-fi in camera, i turisti pubblicherebbero sui social le foto della colazione o del panorama – continua – Tutta pubblicità gratuita che, una volta andati via, perdi per sempre». I cittadini magari non l’avrebbero mai detto, ma per i visitatori Catania è quarta per qualità della ristorazione, con 81,38 punti su cento, dopo Napoli, Bologna e Torino. Stessa posizione per il personale (82,94), il capoluogo etneo si rifa sull’estetica dove si piazza al primo posto (83,14 punti).
Ma il nodo principale viene dopo il soggiorno dei turisti e si concretizza nella gestione delle recensioni online. Sono 52.864 nel caso di Catania e ricevono solo l’8 per cento di risposte, che arrivano in media 15 giorni dopo. Un piazzamento abbastanza simile a quello delle altre nove città monitorate. «Per fare un confronto, la media a Lugano è di quattro giorni. Quello italiano è un tempo lunghissimo, specie considerato che, secondo il portale turistico Tripadvisor, una recensione viene vista da circa settemila persone al giorno – spiega il ceo di Travel appeal – Quindi ogni giorno di ritardo nella risposta equivale a migliaia di persone che leggono qualcosa su di te, magari negativa, senza la tua versione». In definitiva, Catania si piazza bene ma ha ancora molto da fare, specie in alcuni settori – come il cibo e la cultura – con un grande potenziale. «Il nostro lavoro ti dice come vieni percepito dai tuoi ospiti, che spesso non si sovrappone all’immagine che hai di te. Nella nostra esperienza – conclude Mirko Lalli -, questo è di solito un problema di comunicazione».