A lezione con Tornatore

Non poteva che essere Giuseppe Tornatore il primo regista chiamato ad aprire il ciclo delle quattro lezioni di cinema organizzate dal Tao Film Fest 2007 al Palacongressi di Taormina dal 17 al 20 giugno. Il cineasta siciliano è, infatti, il protagonista della 53a edizione del Festival, che lo omaggia con una retrospettiva di tutti i suoi lavori cinematografici.

Ogni lezione prevede la proiezione di un film seguita dall’incontro con il regista. Così ieri, per gli spettatori, fra i quali molti giovani e studenti, è stato proiettato il capolavoro realizzato da Tornatore nel 1989, Nuovo Cinema Paradiso, che è uno dei film per cui il cinema italiano è più conosciuto nel mondo e per il quale il regista, che il prossimo 23 giugno riceverà il Nastro d’argento 2007 (il premio del Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici) per il film La Sconosciuta, ha vinto l’Oscar e il secondo premio al Festival di Cannes.

Una scelta quanto mai pertinente, perché Nuovo Cinema Paradiso non è solo un’opera di cinema ma un’opera sul cinema, che è il vero protagonista del film. Attraverso la vicenda di Salvatore, il bambino fanatico frequentatore della sala cinematografica che da adulto diventa regista di successo, e di Alfredo, il proiezionista che lo inizia ai misteri della pellicola, Tornatore narra la sua storia d’amore con il cinema. Una storia piena di nostalgia e desiderio che fa leva su emozioni comuni: quelle suscitate dallo sguardo scuro e profondo di un bambino follemente innamorato del cinema; dall’amicizia fra lui e Alfredo; dalla scoperta dell’amore e della sofferenza; dal ricordo e dal rimpianto del protagonista ormai adulto. Sentimenti semplici ma capaci di commuovere, così come fa la splendida colonna sonora di Ennio Morricone, che dà voce alla dolce e struggente malinconia che pervade l’intero film.

Alla fine della proiezione le luci si sono accese sui molti volti rigati da lacrime di commozione. Gli spettatori hanno accolto con un lungo applauso Tornatore che, come ha ricordato Franco Cicero, moderatore della lezione, una volta si è definito lo “spudorato raccontatore di emozioni”: spudorato proprio perché, nonostante le critiche, non ha paura di raccontarle.

Dopo aver rivelato che non gli si addice “il ruolo di chi deve dare o fare lezione”, Tornatore ha annunciato l’argomento guida del suo intervento: “Come si capisce che un’idea può diventare un film? La domanda che tutti pongono ai cineasti e a cui tutti i registi hanno risposto senza tuttavia risolvere l’enigma”. Perché non c’è una risposta scientifica a questo quesito: “da ogni idea si può fare un film – afferma Tornatore – anche dalla più stramba. Ogni regista deve sempre giocare a sviluppare idee. Dall’unione delle idee e delle tecniche specifiche del cinema nascono i film. L’importante è, poi, che il linguaggio del cinema incuriosisca lo spettatore”. Il regista siciliano, infatti, “non riconosce i film che sembrano fatti proprio sulla base del disprezzo assoluto per la curiosità dello spettatore, tutte quelle opere provocatorie che volontariamente non vogliono essere comprese”.

E mentre illustra la sua teoria senza regole, citando esempi estrapolati direttamente dalla sua esperienza di regista, attraverso il racconto della nascita delle idee alla base di film come Una pura formalità, Nuovo Cinema Paradiso, Stanno tutti bene e Il camorrista, Tornatore continua a dichiarare il suo amore per il cinema, per questa “straordinaria combinazione di più linguaggi che è gioco e arte allo stesso tempo”. E lo fa rivelando che per lui nel cinema tutto è possibile, proprio perché non ci sono processi con regole fisse: “un film – dice – nasce sempre da un atto di irresponsabilità” e afferma che il regista non deve mai smettere di proteggere la propria storia e di lottare per realizzarla proprio come l’ha pensata, nonostante i tempi lunghissimi e i problemi di budget e produzione.

Dalle sue parole emerge la passione viva di un cineasta che accoglie positivamente lo sviluppo delle tecnologie perché entusiasta all’idea di poter realizzare con più facilità quanti più film possibili.

L’immagine che ne ricaviamo è quella di un regista fiducioso che è convinto che “finché la materia da cui nascono i film conserverà il suo mistero, il cinema non finirà mai e la gente non potrà mai farne a meno. Nonostante si parli molto della morte del cinema – per Tornatore – il cinema non è morto, si è solo trasformato”. Un’immagine che contrasta con quella nostalgica presente in Nuovo Cinema Paradiso: è lo stesso regista a fornire una positiva chiave di lettura della parte finale del suo film quando, parlando dell’amore che lo lega al luogo fisico della sala cinematografica (lo stesso che prova Salvatore), dice che la scomparsa di quest’ultima, che diventa sempre più probabile visto lo sviluppo delle nuove tecnologie, non corrisponde alla fine del cinema.

E a chi gli chiede cosa direbbe ad un giovane che vuole diventare regista risponde di “fare innanzitutto un lavoro profondo di autoanalisi per verificare che questo mestiere non sia per lui un amore effimero ma una vera vocazione: se scopre che il cinema è la sua missione – consiglia Tornatore – allora deve andare avanti, non deve fermarsi di fronte a nessun impedimento, a nessuna mancanza di struttura didattica, a nessun voto legislativo, a nessun cinismo della gente del cinema che non dà spazio ai giovani; deve andare avanti senza fermarsi mai”. 
 
 
 

Titolo: Nuovo Cinema Paradiso

Regia: Giuseppe Tornatore

Soggetto: Giuseppe Tornatore
Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore

Fotografia: Blasco Giurato

Montaggio: Mario Morra

Musica: Ennio Morricone, Andrea Morricone

Scenografia: Andrea Crisanti

Costumi: Beatrice Bordone

Interpreti: Philippe Noiret, Jaques Perrin, Salvatore Cascio, Leo Gullotta

Produzione: Cristaldi Film – Raitre – Les Films Ariane – Tf 1 Films Productions

Origine: Italia – Francia 1989

Durata: 155’


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