Giarre, strisce blu care. Per 15 minuti si paga un’ora M5s e Confcommercio: «Revisione del contratto»

Costi elevati per il parcheggio, 78 centesimi l’ora, e assenza del frazionamento dell’ora, che costringe i cittadini a pagare per 60 minuti anche se la sosta è notevolmente inferiore. Tutto questo, secondo i commercianti di Giarre, allontanerebbe i clienti, sempre più propensi agli acquisti nei grandi centri commerciali piuttosto che nei loro negozi. 

Sono stati questi i temi al centro dell’incontro che si è svolto stamattina nella Piazza Duomo del Comune ionico, organizzato dai rappresentanti della locale Confcommercio e gli esponenti del Movimento 5 stelle tra cui la deputata all’Ars Angela Foti. Per andare a fondo al problemi, è stato chiesto al Comune l’accesso agli atti, in modo da poter discutere e fare il punto sulle eventuali possibilità di revisione del contratto stipulato, durante la scorsa amministrazione, tra il Comune e la Giarre Parcheggi Srl.

«Oggi – spiega il presidente della Confcommercio di Giarre, Francesco Candido – stiamo manifestando pubblicamente il nostro dissenso verso una situazione che danneggia i cittadini, ma anche i commercianti che subiscono quotidianamente grosse perdite dal punto di vista economico. Non siamo contro le strisce blu, ma sentiamo il bisogno di una revisione del contratto, in modo da venire incontro alle nostre esigenze. Quello che maggiormente ci pesa è il costo elevato del biglietto, tra i più alti in Sicilia, e l’assenza del frazionamento dell’ora, che costringe gli utenti a dover pagare per un’ora intera anche se la sosta è di soli 15 o 20 minuti». 

Confcommercio allarga le critiche e punta il dito anche contro il personale della Giarre Parcheggi. «L’atteggiamento degli ausiliari del traffico andrebbe ammorbidito, chiediamo che sia più cordiale nei confronti degli utenti». Tutti questi elementi contribuirebbero in maniera determinante all’esodo degli acquirenti. «I nostri potenziali clienti – spiega Candido – stressati dall’attuale situazione, preferiscono andare a far acquisti nei grossi centri commerciali piuttosto che da noi, e questo rappresenta una perdita economica importante che non possiamo più tollerare». 

Dello stesso avviso è anche la deputata Angela Foti, che spiega: «L’intenzione è quella di chiedere al sindaco la revisione del contratto, bisogna infatti assicurarsi che quello attuale sia realmente vantaggioso per i cittadini. Ad oggi manca il rispetto dei principi di sussidiarietà previsti, ed è per questo che abbiamo verificato i punti sensibili, per capire se ci sono gli estremi anche per rescindere il contratto. Abbiamo richiesto l’accesso agli atti per valutare compiutamente la vicenda e verificare l’andamento economico dei profitti, che in base agli accordi deve essere controllato ogni tre anni e rientrare in determinati canoni».


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