Porto, il primo maggio la consegna della darsena «A inaugurare potrebbero essere Delrio e Renzi»

Il
primo maggio Catania potrebbe veder consegnata la sua darsena, infrastruttura costata nel tempo circa cento milioni di euro. L’idea nasce esattamente vent’anni fa, nel 1995, per volontà dell’allora – e oggi riconfermato – commissario dell’autorità portuale Cosimo Indaco. La nuova parte del porto di Catania è in fase ultima di completamento e lo è in un momento in cui, dopo il crollo avvenuto sull’autostrada Palermo-Catania, le infrastrutture alternative ai mezzi su strada diventano cruciali. La darsena catanese avrà lo scopo annunciato di ospitare navi commerciali e permettere così alla struttura adiacente alla Dogana di far approdare imbarcazioni turistiche. 

L’opera si estende per circa 120 mila metri quadrati, la lunghezza della banchina è pari a milleduecento metri, mentre la banchina più piccola ne misura 300. Così come pensata, la darsena ospiterà circa cinque approdi per navi di grande stazza, ma non di grandezza eccessiva, nel rispetto di eventuali canoni ambientali e di decoro del porto. Il fondale è profondo 13 metri: avrebbe potuto estendersi per 15, ma nel progetto si è preferito non utilizzare del tutto lo spazio per evitare un’azione troppo invasiva. Ulteriori dettagli sono stati forniti a MeridioNews dal dirigente dell’area tecnica Riccardo Lentini, che ha precisato: «L’esigenza dell’autorità portuale è quella di coniugare traffico navale a sostenibilità ambientale, per questo abbiamo scelto questa soluzione».

All’interno di questa nuova parte del Porto sono ancora all’opera le imbarcazioni che stanno provvedendo alla
riemersione dell’ultimo dei relitti affondati, presenti nello spazio della darsena. L’ultima nave non è stata ancora recuperata, nonostante il primo aprile sia stato annunciato come imminente lo spostamento da quello spazio. «La darsena sarà completata sicuramente entro il mese di aprile – precisa il commissario – Spero il primo maggio di dare l’opportunità di fare la festa dei lavoratori con la sua apertura. Vista l’occasione, mi auguro che il sindaco Enzo Bianco riesca a portare tra gli ospiti il ministro dell’Infrastrutture Graziano Delrio e, poiché questa è una struttura straordinaria perché antisismica, anche il capo del governo Matteo Renzi».

Completare la darsena non è stato facile e, a fronte dei vari ritardi, non ultimo per importanza è stato quello provocato dall’iniziale mancato finanziamento da parte della banca Dexia. «Abbiamo avuto questo problema con la banca – conferma Indaco – che non ha onorato il mutuo promesso. Siamo riusciti subito però, nel mio primo mandato, a trovare una soluzione perché il ministero alle Infrastrutture, insieme al ministero dell’Economia, hanno deciso di assegnare direttamente all’autorità portuale la somma, la cui mancanza aveva impedito i pagamenti all’azienda costruttrice della darsena». Ovvero la Tecnis. «Adesso manca solo il collaudo», conclude Indaco. 

Con il crollo di parte della Palermo-Catania si cerca ormai con urgenza una via alternativa allo spostamento su strada. Verosimile, quindi, che come dichiarato dal dirigente
Roberto Nanfitò, che «gli armatori non vedano l’ora di utilizzare l’infrastruttura e non aspettino altro che l’apertura della darsena». «L’infrastruttura diventa importantissima e questo avvenimento conferma la scelta strategica fatta con il sindaco Bianco vent’anni fa – conferma Cosimo Indaco – Quello che sta succedendo comporterà che tutti i mezzi, soprattutto di trasporto di derrate alimentari, abbiano la possibilità di avere un trasporto rapido e continuo attraverso le navi che andremo a rafforzare con l’apertura di questa darsena».


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