La sigla è Pudm, piano di utilizzo del demanio marittimo. Servirà a regolamentare l'uso del litorale etneo — 19,6 chilometri di spiagge e scogliere — per stabilire quali concessioni dovranno essere date e dove. «Completerà il processo di decementificazione già in atto», dice l'assessore all'Urbanistica Di Salvo
Dopo il Pua, arriva il piano sul demanio marittimo Parcheggi in viale Kennedy e più spiaggia libera
Più del 50 per cento della costa di Catania sarà riservato alla libera fruizione. È questo uno dei punti del Piano di utilizzo del demanio marittimo (Pudm), che regolamenta l’uso del litorale etneo, sia per finalità pubbliche sia per l’esercizio di attività private. E che era previsto già dal 2002, con un apposito decreto dell’assessorato al Territorio e ambiente. Il progetto, allo studio della giunta municipale, secondo quanto riferisce Palazzo degli elefanti sarebbe in fase di completamento. «Sfrutteremo le peculiarità del nostro clima — spiega il sindaco Enzo Bianco — Il progetto Catania città del mare prevede la destagionalizzazione dei lidi balneari per fare della scogliera e della playa due poli permanenti del segmento pesca-turismo in cui si punti sulla gastronomia del mare».
Il fronte demaniale marittimo che ricade nel Comune di Catania va dal confine con Aci Castello, nei pressi di Cannizzaro, fino alla provincia di Siracusa. Un’estensione di circa 19,6 chilometri. E che include, quindi, sia la scogliera sia l’arenile sabbioso. A separare i due tratti di costa, l’infrastruttura del porto. Al termine della playa, poi, c’è la zona dell’oasi del Simeto, in cui adesso sorgono quattro stabilimenti balneari e un campeggio. Nel nuovo piano, l’area marina protetta dovrebbe rimanere costa libera, con l’eccezione — «limitata alle aree più esterne» — di zone attrezzate da destinare a spiaggia libera o ad attività sportive.
«Il sindaco Bianco ha anche impartito direttive affinché si valorizzi la zona del viale Kennedy», si legge nella nota diffusa dal Comune. La lunga arteria che fiancheggia la playa dovrebbe riempirsi di spazi verdi e percorsi pedonali e ciclabili. Ma anche, «recependo alcune delle indicazioni del Pua», di parcheggi da farsi sul livello della strada. Attualmente, sull’arenile della playa risultano rilasciate 55 concessioni: 40 per stabilimenti balneari, tre spiagge libere comunali, cinque colonie marine, cinque camping e due attività di vario genere. Con il Pudm, però, le nuove concessioni dovranno rispettare la percentuale di spiaggia pubblica indicata dal primo cittadino. «Fermo restando — prosegue la giunta — che non sarà consentito il rilascio di concessioni nelle zone vincolate come quelle a rischio aeroportuale, laddove si rileva la presenza di dune sabbiose e la parte interessata dalla nidificazione di tartarughe Caretta Caretta».
Discorso diverso vale per la scogliera di Catania. Che, «in considerazione della sua qualità ambientale e paesaggistica e della difficile accessibilità», dovrà essere destinata prevalentemente a costa libera. E se in questo momento ci sono quattro lidi, un solarium privato e tre solarium del Comune, in futuro potrebbero esserci solo un’area attrezzata per la balneazione e un’altra di spiaggia libera e solarium. «Un lavoro di straordinario valore con un nuovo impulso a completare il processo di decementificazione già in atto», lo definisce l’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo. Che annuncia, per i prossimi giorni, consultazioni con le associazioni ambientaliste per «ricevere suggerimenti e proposte». Prima che il Pudm venga portato all’esame finale della giunta.