Il Livorno pareggia appena prima del fischio Marcolin: «Colpa di caldo e stanchezza»

Finisce come auspicato dal presidente del Livorno Spinelli che, qualche tempo fa, affermava: «A Catania ci andrebbe bene un pareggino». Coincidenza che, unita alla recente decisione di FederBet di denunciare in procura alcune partite dei rossazzurri per flussi di scommesse ritenuti anomali, e al ritiro delle quote per la gara contro il Livorno, aumenterà chiacchiere e polemiche del finale di stagione del Catania. A ciò andranno aggiunti i rimpianti per il tempo sprecato e il risveglio tardivo della squadra più che per i risultati deludenti contro Bologna e Livorno.

Seimila bandierine rosse e azzurre accolgono le due squadre che scendono in campo. È la coreografia che la curva nord aveva progettato per la sfida contro la Ternana, della scorsa settimana, messa temporaneamente da parte dopo la notizia della morte della piccola Smeralda Camiolo (figlia di una delle figure più note della curva). La gara è equilibrata fino alla rete del Catania, che giunge dopo dieci minuti. Coppola lancia per Mazzotta che, con un traversone basso, trova Sciaudone libero in area avversaria. Facile la conclusione del centrocampista, al rientro dopo la chiacchierata esclusione dal primo minuto nella gara persa contro il Bologna lo scorso turno. In svantaggio, il Livorno aumenta lo sforzo offensivo. Il Catania cede metri ma non concede occasioni rilevanti. Decisivi alcuni interventi di Schiavi, altro escluso (senza spiegazioni convincenti) nella partita di Bologna. Diversi giornali hanno sostenuto che sia Sciaudone che Schiavi siano stati tenuti fuori perché il loro procuratore, Romualdo Corvino, altro non è che il figlio di Pantaleo Corvino, attuale direttore sportivo del Bologna. 

Il Livorno, che spinge molto sulla corsia destra, protesta per un contatto Coppola-Vantaggiato in area. Ad accezione di un tiro reso insidioso dalla deviazione di Sauro, Terracciano (che sostituisce Gillet, per mal di schiena) non corre grandi rischi. Alla ripresa, il Livorno continua ad insistere ma è Maniero, per ben due volte, a concludere le azioni più pericolose. Le offensive del Livorno, sebbene sostenute a volte persino da sei giocatori amaranto, non trovano sbocchi. A metà ripresa Panucci decide di cambiare per sbloccare il risultato. Fa entrare Galabinov, escluso a sorpresa, per Gemiti, componendo un attacco a due punte con Vantaggiato. Marcolin risponde con un cambio conservativo, fa uscire Rosina per inserire Capuano. Un tiro sull’esterno della rete, di Galabinov, e un tiro di Luci precedono alcuni importanti interventi di Terracciano. Mazzotta, ammonito, salterà la prossima partita. Sul finire di gara, quando le forze paiono affievolirsi, fuori anche Maniero per un centrocampista, Chrapek

Totalmente votati a conservare il risultato, i rossazzurri arretrano e danno al Livorno le forze psicologiche per spingere forte nei minuti di recupero. Proprio a recupero scaduto, su un batti e ribatti in area, l’arbitro assegna il rigore che deciderà la partita. Vantaggiato segna il pareggio quando il sesto minuto di recupero era già scaduto. Subito dopo arriva il fischio finale, impercettibile sotto i fischi del Massimino per l’arbitro Mariani. Espulso per proteste Gyomber. I tre punti, che il Catania aveva già in mano ma non ha saputo gestire con la strategia più efficace, potevano valere quota 50 punti, quella stimata sufficiente a garantire la salvezza. Avrebbero inoltre avvicinato il Catania al Livorno, ottavo, distante altrimenti quatto punti. Il gol allo scadere invece, dà al Livorno un importantissimo punto nella corsa play-off senza compromettere la salvezza dei rossazzurri, a quota 48, scavalcati dal Bari.

A fine gara, Marcolin parla alla stampa: «Non è stata una bella partita. Non siamo riusciti a giocare palla a terra. Sulla prestazione hanno influito il grande caldo e la stanchezza accumulata nel corso degli impegni sostenuti a stretto giro negli ultimi giorni. Sul rigore non commento perché non l’ho visto».


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