Tremestieri, salta lista Pd Napoli: «Qualcuno avrà goduto»

«Una svista e la mancanza di un allegato tra i documenti necessari». Sono questi i motivi con cui si giustifica Enzo Napoli, segretario provinciale di Catania del partito Democratico, per spiegare l’assenza del logo dem nelle prossime elezioni comunali nel Comune di Tremestieri Etneo. A «sfuggire» la dichiarazione di collegamento del candidato sindaco alla lista.

Una «mera svista che ci rammarica e ci amareggia» ma che che tuttavia, secondo quanto riferito a MeridioNews dal segretario, non dovrebbe portare nessuna conseguenza nell‘appoggio del partito al candidato Sebastiano Di Stefano (nella foto a destra ndr.). «Questa situazione non cambia la nostra volontà di sostenere la candidatura nella battaglia elettorale per assicurare il governo della città a una persona che reputiamo affidabile e seria».

Il diretto interessato, in corsa per la poltrona di primo cittadino, nonostante l’errore «dell’ultimo secondo» si mostra sereno e fiducioso «Il Pd – replica – appoggerà sempre il sottoscritto anche se non ci sarà la lista con il simbolo». Un sostegno che tuttavia potrebbe non essere trasversale all’ambiente democratico. Il nome del candidato non è stato accolto di buon grado dalla rappresentante da uno dei due circoli cittadini, la segretaria Rosalia Pulitano. I motivi sono tutti legati al passato politico del candidato e alla presenza nelle sue liste di alcuni «personaggi» che in una nota vengono accusati di «aver già amministrato il Comune» . 

Nel 2012, Di Stefano, si candida a sindaco con il movimento famiglia lavoro e Solidarietà, vicino al deputato regionale Lino Leanza, senza però arrivare al ballottaggio. A vincere è Concetta Rapisarda, sindaca uscente decaduta a causa della sfiducia, ci cui Di Stefano diventa prima vice salvo poi dimettersi successivamente. 

«Di Stefano – replica Enzo Napoli – è ascrivibile dell’area democratica e abbiamo pensato che fosse la scelta migliore. Da parte del circolo locale centro non c’era un progetto politico forte ma una proposta debole e come abbiamo fatto negli altri Comuni della provincia abbiamo scelto di fare un’aggregazione per vincere». La vicenda ha anche altri contorni al limite del paradossale. «Il circolo non aveva idee chiare – continua Napoli – ma ho pure saputo che la segretaria ha un figlio candidato come consigliere in una lista che non sostiene Di Stefano». Il candidato della discordia preferisce non entrare nel merito della questione parlando, riferendosi ai compagni di partito dissidenti, di «strumentalizzazioni».

«Penso anche – conclude il segretario provinciale – che di questa invalidazione della lista del Pd qualcuno ci avrà pure goduto e devo dire che può solo dispiacermi perchè la competizione elettorale si fa con la democrazia e non con la burocrazia ma è capitato».


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