Mascali, manca certificato antimafia Esclusa la lista vicina a Musumeci

Il sottoscritto dichiara «di non essere, lo stesso, il coniuge o i conviventi, parenti fino al primo grado, o legati da vincoli di affiliazione con soggetti condannati con sentenza, anche non passata in giudicato, per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso». È attorno a questo passaggio, contenuto nell’allegato 6 bis delle certificazioni da presentare a corredo delle candidature elettorali, che nelle ultime ore a Mascali si è aperto un piccolo giallo. Protagonisti, i componenti di Mascali, legalità e sviluppo (Mls), una delle due liste nate a sostegno della candidatura a sindaco di Giuseppe Calà, dipendente dell’Asp che tra poco più di venti giorni cercherà di vincere la concorrenza degli altri sette pretendenti alla poltrona di primo cittadino del Comune ionico.

A complicare la corsa di Calà, però, è arrivata la notizia dell’esclusione di Mls da parte della Commissione elettorale a causa dell’incompleta documentazione presentata dalla lista. Nello specifico, i responsabili di Mascali, legalità e sviluppo avrebbero presentato un’autocertificazione antimafia monca di una dichiarazione riguardante la mancanza di legami di parentela con soggetti legati alla criminalità organizzata o sotto processo per fatti a essa connessi. Un argomento non di secondo piano in un Comune sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2013.

A gettare acqua sul fuoco, tuttavia, è lo stesso candidato sindaco che fa riferimento a un semplice errore nel trattamento della documentazione: «Si tratta di un semplice inconveniente nella gestione dei file – dichiara Calà -. Lo stesso avevo inviato ai referenti della lista tutti gli allegati da compilare per presentare le candidature. L’errore si è verificato nel momento in cui nel lavoro di personalizzazione dei documenti, con i riferimenti al comune di Mascali, inavvertitamente è saltato quel passaggio». Il candidato esclude qualsiasi malizia: «Ma si figuri se non abbiamo tutti la fedina penale pulita – prosegue Calà -. È stato un errore anche banale, ma non voluto».

L’episodio però potrebbe pregiudicare la campagna elettorale dello schieramento di Calà, anche se il diretto interessato sembra essere sereno: «La commissione elettorale ci ha suggerito di fare ricorso al Tar – spiega il candidato – nonostante a noi risultasse possibile correggere la svista entro 24 ore. Adesso starà al Tribunale amministrativo regionale esprimersi sulla vicenda, ma siamo sereni». Quanto accaduto comunque potrebbe pregiudicare lo svolgimento delle elezioni a fine mese, costringendo a posticipare il voto: «Il Tar ha il compito di dare un responso in un arco di tempo che va da tre a dieci giorni. La speranza – conclude Calà – è che la risposta arrivi il prima possibile, perché nel caso in cui giungesse al decimo giorno, il rischio di uno slittamento delle elezioni di un giorno sarebbe verosimile».

Tra i motivi per cui la notizia dell’esclusione di Mascali, legalità e sviluppo dalla competizione elettorale ha fatto scalpore vi è anche la vicinanza del presidente della Commissione regionale antimafia, Nello Musumeci, al progetto di Calà. Anche se il deputato regionale tiene a sottolineare che si tratta soltanto di un sostegno dettato da rapporti di stima personali: «A Mascali non c’è alcuna mia lista – dichiara al telefono l’onorevole -. Se così fosse stato si sarebbe chiamata Lista Musumeci, probabilmente. La mia vicinanza al progetto politico che sostiene la candidatura di Calà deriva dal fatto che ne fanno parte persone che conosco e che stimo». Sui motivi dell’esclusione, il presidente della Commissione regionale antimafia è laconico: «Mi risulta si sia trattato di una questione perlopiù burocratica, ma, ripeto, non essendo direttamente coinvolto in campagna elettorale non conosco i dettagli della faccenda».


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Mascali, legalità e sviluppo è il gruppo che sostiene il candidato sindaco Giuseppe Calà. Ma la partecipazione alle elezioni di fine mese è stata bloccata perché non è stato presentato uno dei documenti richiesti, quello che certifica la mancanza di parentela con persone legate alla criminalità organizzata. Per l'aspirante sindaco Calà «è un banale errore» e si prepara al ricorso al Tar che potrebbe far slittare le votazioni

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