Corso dei Martiri, come sarà il nuovo parco urbano Comune chiede modifiche in vista della manutenzione

Il nuovo progetto di Corso dei Martiri va avanti a fari spenti. A marzo l’architetto Mario Cucinella ha presentato alla giunta il piano di massima, venuto fuori dopo le modifiche chieste dall’amministrazione Bianco. Che prima ha preso tempo per studiare, poi ha avanzato una precisa richiesta: più verde nelle aree di competenza comunale. Da qui nasce il coinvolgimento della società Land Kipar di Milano, leader nella progettazione del verde sostenibile in Europa. Il gruppo lombardo ha altre esperienze in Sicilia: a Lampedusa e Palermo, entrambe nel 2011. La scommessa a Catania è rispettare il carattere mediterraneo e garantire che la manutenzione del verde, che sarà a carico del Comune, non si trasformi in breve in un flop. 

Nonostante l’ottimismo dell’amministrazione Bianco, molti catanesi guardano al grande masterplan senza grandi speranze. Colpa di un’attesa che dura ormai da più di 50 anni. Intanto qualche passo avanti è stato fatto: i tecnici del Servizio gestione e tutela del verde pubblico del Comune hanno fornito una prima risposta ai progettisti che si occupano del verde. Una serie di indicazioni che mirano soprattutto a rendere l’arredo verde duraturo nel tempo. L’area che dovrebbe diventare un nuovo parco urbano – il terzo per estensione dopo villa Bellini e parco Gioeni secondo l’amministrazione – si estenderà per circa 25mila metri quadrati, di cui un’importante parte – circa 10mila metri quadrati – sarà costituita dalla superficie del parcheggio interrato prossimo a piazza della Repubblica

Un strada parco dividerà le due principali zone del polmone verde. Da una parte quella che dovrebbe diventare l’area attrezzata per sport, arte e tempo libero. Limitrofa alla zona destinata al mercato. Dall’altra la superficie esterna del parcheggio interrato. «Dal nostro punto di vista abbiamo espresso osservazioni sulle specie di piante e alberi. Sono state trasmesse ai progettisti, a cui spetterà modificare quasi certamente le tavole planimetriche. Poi toccherà all’impresa provvedere alla stesura definitiva delle parti riguardante il verde». 

Il Comune ha valutato positivamente molti elementi del progetto elaborato dall’architetto Cucinella e dalla Land Kipar, ma ha sollevato alcune criticità. «Abbiamo chiesto – spiegano dall’ufficio competente – distanze più ampie per alcuni alberi che altrimenti, secondo il nostro parere tecnico, non sarebbero cresciuti nel giusto spazio. Ne verrà diminuito il numero anche in vista della manutenzione. Si tratta di ficus, la specie va bene, ma abbiamo proposto una diversa posizione in modo da agevolare la manutenzione e pensare alla sopravvivenza della pianta in futuro».

Le modifiche incidono anche sull’utilizzo del prato nei sentieri che attraversano l’area a verde vicina a piazza della Repubblica. «Sulla base di altre esperienze abbiamo visto che l’unione di prato e zone pavimentate in cemento ha provocato la morte dell’erba e la nascita di zone polverose. Per questo abbiamo chiesto di sostituirlo con una pavimentazione in calcestruzzo drenante, in modo da aumentare la possibilità di assorbire l’acqua piovana». Dagli uffici comunali è partita anche la richiesta di «evitare le piante di un solo colore, sostituendole con altre dai toni variegati. Ci saranno la zagara – spiegano – che emana profumi particolarissimi, e l’arancio, nonostante alcuni temano che il frutto cadendo possa sporcare». Così come la canfora e la Eritrina crista galli, albero nazionale in Argentina e Uruguay. In altre superfici originariamente destinate a prato, infine, verrà preferito il gramignone, una «specie pratica» capace di tollerare temperature particolarmente alte e tipica delle aree mediterranee.

In alcuni spazi verranno realizzate delle quinte verdi, cioè un insieme di alberi o arbusti disposti a filare, che spesso fungono anche da sfondo scenico. Filtri vegetali saranno usati come barriere visive, ad esempio per separare la parte carrabile da quella pedonale. Sono previste, infine, delle isole boscate, ovvero aree con una fitta presenza di alberi ad altofusto.


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