San Giovanni la Punta, candidati a confronto Gli obiettivi di Seminerio, Bertolo e Rannone

Tre figure emergenti a cavallo tra passato e presente nella campagna elettorale che anima San Giovanni la Punta. Lorenzo Seminerio e Nicola Bertolo, entrambi con una esperienza consolidata nell’amministrazione puntese, e Giusy Rannone, new entry nella politica locale. L’esperienza di Seminerio, commercialista puntese, è quella che di recente ha vissuto momenti di contrasto con l’amministrazione del sindaco uscente Andrea Messina. «Vorrei istituire una squadra di dipendenti comunali con il compito di visionare ogni giorno il territorio, diviso in quattro zone – spiega Seminario – Se ben fatto, questo progetto potrebbe portare alla fine del clientelismo, su cui ho presentato anche un esposto in Procura, ma non è cambiato nulla. È una cosa che si nota in campagna elettorale: il cittadino dice spesso di essere obbligato a votare qualcun altro perché ha ricevuto una cortesia». 

Ma il punto su cui l’aspirante sindaco ha concentrato la sua battaglia è il blocco del nuovo Prg (Piano regolatore generale) per stoppare l’attività dei cosiddetti palazzinari.  «Hanno messo radici da quando è stata approvata quella maledetta variante al Prg del 2008, quando sono state individuate le zone Peep (Piani di zone per l’edilizia economica popolare). Oggi siamo a ridosso del cimitero di San Giovanni La Punta, nel collegamento tra via Santissimo Crocifisso e via Piave è prevista la nascita di altri tre progetti. Dobbiamo subire questa crescita fin quando non si esauriranno le aree – fa notare il candidato – nei prossimi 20 anni è dato in previsione un incremento demografico di altre seimila unità. Questa è follia pura. Cercherò di rivedere in tutti i modi il Prg». Unica richiesta di costruzione che potrà essere accolta sarà quella dei singoli cittadini: «Se un mio concittadino vuole costruire una casa per se o per il figlio verrà agevolato. La costruzione di una piccola villa può dare ossigeno anche al piccolo imprenditore». Passando alle liste elettorali, invece, il candidato non ha dubbi: sono un «pastrocchio». «Tra i candidati, ci sono una cinquantina di persone che hanno avuto rapporti con l’amministrazione. Dipendenti della Multiservizi Puntese, avvocati che hanno lavorato per il Comune e i loro figli, genitori dei dipendenti assunti nello staff del sindaco, il marito dell’addetto stampa, il difensore civico che si è dimesso, due ex consiglieri comunali ora consulenti. Saranno sicuramente coincidenze – commenta Seminario – ma, se nel post elezione queste figure si riapproprieranno dei loro posti, vorrà dire che l’assalto alla diligenza è già pronto».

Nicola Bertolo è stato sempre visto come una figura fedele all’amministrazione uscente. «Aspettavo che qualcuno mi chiamasse per indicarmi come candidato del primo cittadino. Non è successo, mi dispiace, ma non ho nessun problema con Andrea Messina. Ora penso a riorganizzare le mie forze». Bertolo è però critico nei confronti del sistema di liste che sostiene il delfino del primo cittadino Nino Bellia: «Non ha senso comporre nove liste e vincere al primo turno. Questa non è democrazia ma un buon lavoro organizzato per tempo». Delle sue liste, invece, sottolinea soprattutto la composizione: «Non ci sono candidati uscenti, tranne Patrick Battipaglia che ha avuto un ruolo amministrativo nel 2000, ma neofiti della politica e persone con occupazioni professionali dignitose, per scongiurare qualsiasi ipotesi di beneficio dal ruolo nell’amministrazione. Nella mia coalizione non ci sono disoccupati – continua Bertolo – in altre si è promessa la politica come lavoro». Nel suo programma è previsto un rilancio politico-economico che passi dall’utilizzo di fondi europei. «Dobbiamo organizzarci e non con esperti ma con i dipendenti comunali, perché ci sono buone teste all’interno dell’amministrazione che devono essere stimolate attraverso la meritocrazia». «C’è una San Giovanni La Punta ancora da esplorare – dichiara infine il candidato analizzando il capitolo edilizia – molto del paese è ancora selvaggio».

Nel programma della candidata pentastellata Giusy Rannone ci sono diversi elementi che appaiono rivoluzionari per il contesto di San Giovanni La Punta. «Bisogna partire dall’informazione – dichiara Rannone – Se la gente non sa, non può scegliere». Altro elemento fondamentale è la trasparenza, su cui la candidata richiama la Multiservizi Puntese. «Quest’azienda, con 75 dipendenti, assorbe gran parte del lavoro. Ma dobbiamo sapere chi ci lavora. Non può passare il messaggio che, se sei amico di o il fratello di, puoi avere possibilità di entrare. Il lavoro non può essere un favore, ma un diritto». Fulcro del programma di Giusy Rannone è però l’ambiente. «Che significa piano regolatore, cibo, salute, acqua e gestione dei rifiuti – spiega – Significa dare un decoro nuovo a questo paese. Per le micro discariche, ad esempio, si parla da tempo di mettere le telecamere di videosorveglianza, ma non si è mai fatto». È lucida, infine, l’analisi che Rannone fa riguardo la composizione delle liste. «Ci sono 309 candidati a consigliere, ma perché negli anni non vediamo mai cittadini ai consigli comunali? Molte tra queste persone non si rendono conto di subire vecchi giochi della politica. Quando si presentano così tante liste e così tanti candidati immagino ci sia un lavoro di divisione del territorio di San Giovanni La Punta, strategicamente per posizione geografica e per famiglie, in maniera tale da stabilire quanti voti si possa prendere da ciascun candidato – conclude – Questo è successo e questo continua a succedere». 


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