Gloria, sei anni, doveva essere operata entro maggio Il padre: «Ho solo un numero, squilla sempre a vuoto»

«Io mi sento preso in giro». Salvatore è il padre di Gloria. Sei anni e una diagnosi che parla chiaramente. Ipertrofia adenotonsillare di quarto grado con sindrome dell’apnea ostruttiva della bambina. Un’infiammazione cronica della faringe che si manifesta con una serie di disturbi che ostacolano la normale respirazione. «Mangia e respira male – racconta Salvatore a MeridioNews – oltre ad avere le tonsille grosse e una dermatite alle gambe». L’unica soluzione per tentare di risolvere il problema è un’operazione. Che finora però è stata fissata in ritardo e comunque rimandata, senza ulteriori spiegazioni.

«Facciamo visitare Gloria il 20 febbraio – prosegue il padre – al presidio ospedaliero di Acireale, dove ci viene rilasciato un certificato in cui c’è scritto chiaramente che la bambina deve essere operata». Nel referto vengono stabiliti anche i tempi: «La priorità è quella che l’operazione si faccia entro 60 giorni». Una speranza che si trasforma in un’estenuante attesa. Tra prenotazioni disattese e accorpamenti di reparti con annessi pazienti e medici. Quello di Otorinolaringoiatria di Giarre viene spostato al Santa Marta e Santa Venera di Acireale creando, a detta del genitore, una sorta di congestione. Soltanto il 27 aprile scorso era stato chiuso il pronto soccorso e qualche giorno dopo si era verificato il decesso di Maria Mercurio, soccorsa da un’ambulanza senza medico a bordo.

Dopo l’avvio della normale procedura per la prenotazione – che prevede l’invio di un fax trasmesso il 23 febbraio – non arriva però nessuna risposta. «Ho richiamato in ospedale a fine aprile, ma mi è stato detto che non sono ancora in lista d’attesa, consigliandomi di richiamare dopo il ponte del primo di maggio». Dopo un nuovo tentativo, viene fissata la data del 14 maggio per il pre-esame. Una procedura utile alla compilazione della cartella clinica con esami e indagini fondamentali per la preparazione all’intervento. «Il 9 maggio ricevo la chiamata dall’ospedale di Acireale in cui mi dicono che tutto era stato disdetto a causa dell’indisponibilità della sala operatoria. Io a quel punto ho fatto presente che nella data prevista mi sarei comunque recato sul posto accompagnato dai carabinieri». 

Una presa di posizione che segna il passaggio alle vie informali. Il padre viene contattato dal primario per dei chiarimenti. «Mi viene lasciato un numero fisso del direttore del presidio Salvatore Scala a cui rivolgermi – racconta il genitore – ma, dopo diversi giorni di tentativi andati a vuoto perché non rispondeva nessuno, ho desistito». Una situazione di profonda incertezza, in cui nessuno sembra riesca a dare le risposte adeguate per un intervento su una bambina che avrebbe avuto bisogno dell’operazione entro 60 giorni da febbraio.


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