Cara Mineo, annunciato commissariamento appalto Cantone: «Avviate da alcune ore le procedure»

Le indiscrezioni delle ultime ore sono state confermate. Il magistrato campano Raffaele Cantone, presidente dell’autorità nazionale Anticorruzione, ha notificato «l’apertura del procedimento – spiega alla trasmissione televisiva di La7, Otto e mezzo –  per l’iter di commissariamento dell’appalto da cento milioni alle cooperative coinvolte nell’inchiesta romana Mafia Capitale per la gestione di alcuni servizi al Cara di Mineo». Nella giornata di ieri, Anna Aloisi e Marco Sinagra – rispettivamente sindaca e sindaco dei Comuni calatini di Mineo e Vizzini – avevano annunciato di voler chiedere, attraverso una precisa istanza da presentare domani nei Consigli comunali, lo scioglimento del consorzio Calatino terra d’accoglienza che si occupa della gestione amministrativa del centro richiedenti asilo del Catanese.

«Con i migranti si sono fatti tantissimi affari – ha proseguito Cantone – con rischi sicuramente minori di quelli che comporta il traffico di droga. Si è sviluppato attorno a questo fenomeno un florido meccanismo d’affari. Il nostro provvedimento verrà inoltrato al prefetto di Catania. Su questo appalto – prosegue – avevamo aperto ben prima di questa seconda fase dell’indagine un tavolo in cui dicevamo che (l’appalto, ndr) era assolutamente illegittimo con requisiti fatti quasi su misura e con la vittoria di un solo concorrente con un ribasso di solo l’un per cento». Il presidente decide di non sbilanciarsi sulle eventuali dimissioni del sottosegretario Ncd Giuseppe Castiglione: «Le eventuali dimissioni sono decisioni di tipo politico che non mi appartengono».

Secondo quanto emerso nei giorni scorsi, nel pieno della seconda fase dell’inchiesta romana Mafia Capitale, tra i nomi inseriti nell’elenco dell’inchiesta del filone affidato alla Procura di Catania ci sono anche i due sindaci oltre a Castiglione, in passato ex presidente della provincia di Catania e attuale coordinatore regionale del partito di Angelino Alfano. Alla base dell’ipotesi investigativa, contenuta nel decreto di sette pagine, c’è la presunta turbativa d’asta «delle gare d’appalto per l’affidamento della gestione del Cara di Mineo del 2011, (gli indagati, ndr) prorogavano reiteratamente l’affidamento e prevedevano gare idonee a condizionare la scelta del contraente con riferimento alla gara di appalto 2014». 

«Piena soddisfazione per la decisione di Cantone – spiega Gennaro Migliore, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema d’accoglienza -. Con la missione fatta due settimane fa dalla commissione migranti avevamo messo in evidenza l’esigenza di bloccare una pessima gestione del Cara di Mineo». Durante la visita erano stati sentiti in audizione i sindaci, consiglieri comunali dell’area calatina ma anche i procuratori di Catania e Caltagirone

«Sarò in grado di dimostrare la mia assoluta estraneità ai fatti», aveva replicato all’agenzia di stampa Ansa la sindaca di Mineo, Anna Aloisi, confermando comunque di aver ricevuto un avviso di garanzia. «Non ho commesso alcun reato – proseguiva Aloisi – E se per caso c’è stato qualcuno che ha agito alla mie spalle, a mia insaputa, è giusto che la magistratura lo accerti e agisca di conseguenza».


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Il presidente dell'autorità nazionale Anticorruzione, intervistato durante la trasmissione Otto e mezzo, ha parlato dell'appalto da cento milioni di euro alle cooperative coinvolte nell'inchiesta romana Mafia Capitale per la gestione di alcuni servizi all'interno del centro richiedenti asilo del Catanese

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