Discarica di Motta, gli scenari dopo la chiusura «La procedura di bonifica va seguita per 30 anni»

Un anno. Dodici mesi per avviare tutti gli interventi che dovranno portare l’impianto della Oikos in contrada Valanghe d’inverno, a Motta Sant’Anastasia, da sito emergenziale più grande della Sicilia orientale a una struttura chiusa e non più potenzialmente pericolosa per gli abitanti del Comune catanese e di quello vicino di Misterbianco. Un tempo che servirà solo per le primissime operazioni, dato che «in modo ordinario, la procedura post mortem di una discarica va seguita per 30 anni». Aurelio Angelini, docente di Sociologia dell’ambiente dell’università di Palermo e presidente del comitato scientifico dell’Unesco, si è occupato in passato della discarica che da un anno ha visto sospesi i permessi di abbancamento dei rifiuti, dopo l’inchiesta della procura di Palermo Terra mia che coinvolge anche un dirigente regionale e il proprietario della Oikos, Domenico Proto

Il progetto partirà con le operazioni di copertura provvisoria già disposte dalla Regione dopo il raggiungimento della soglia di spazzatura conferita stabilita. «Arriveremo a un totale di 660mila tonnellate. Cifra che è lontana dai due milioni e mezzo di capienza delle vasche», ha spiegato a MeridioNews il dirigente del dipartimento Acque e rifiuti, Antonio Patella. «Bisognerà coprirla per contenere acque di percolato e fumi», precisa Angelini. 

«Il piano viene redatto in base alla tipologia di vasca; bisogna rispettare degli standard – avverte il docente – Si tratta di un’attività che va monitorata costantemente per evitare incidenti, come incendi dovuti al cattivo funzionamento degli sversatori». «Gli effetti della biodegradazione dei rifiuti durano per almeno trent’anni – precisa – Secondo altri esperti si sale a 50-70 anni». Una stima che dipende anche «dalla consistenza di permeabilità del suolo e dal tipo di rifiuti». Da qui l’appello dei cittadini a continuare a vigilare sulla vicenda, che dovrà riguardare anche la struttura vicina di contrada Tiritì dichiarata esaurita due anni fa. 

La verifica da parte degli enti di controllo scatterà a partire dal decimo mese. Una volta ricevuto il via libera si potrà procedere con la copertura finale. A vigilare su tutto l’iter dovranno essere i commissari nominati dalla prefettura di Catania e nei confronti dei quali i comitati civici No Discarica dei due centri hanno sollevato dubbi anche al viceministro dell’Interno Filippo Bubbico. Ad aver sorpreso i cittadini sono state le richieste di aumentare di altre 340mila tonnellate di rifiuti il limite imposto. La Regione – per il sollievo di cittadini e sindaci di Misterbianco e Motta – ha rifiutato la proposta, mantenendo il proposito iniziale. 

Le operazioni avranno un costo, che però Angelini non è in grado di quantificare. «Il prezzo di una bonifica procede a metro cubo – afferma – Dipende anche dalla consistenza dei rifiuti, la loro tipologia, le analisi da effettuare». Secondo una stima del docente che risale all’anno scorso, sarebbero oltre mille i siti dichiarati esauriti e mai chiusi con procedure simili. Per questo, sottolinea con forza, quello dell’impianto della Oikos «è un costo che deve essere sostenuto». E se dai prossimi mesi i cittadini delle due comunità si troveranno a fronteggiare bollette più alte perché aumenterà il tragitto percorso dagli autocompattatori, le conseguenze delle operazioni di bonifica non dovrebbero pesare sulle loro tasche. «I commissari dovrebbero aver accantonato delle risorse incamerate da destinare alla bonifica del sito». 


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Il conferimento ha raggiunto il limite stabilito dalla Regione e le operazioni di copertura provvisoria sono state già disposte. Ma la storia dell'impianto della Oikos spa non terminerà a breve. «Si tratta di un'attività che va monitorata per evitare incidenti», avverte il docente di Sociologia dell'ambiente Aurelio Angelini

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