Pescare con le bombole è vietato in Italia da oltre trent'anni. Un lettore ha inviato una fotografia di denuncia: «I sub, quando vedono controlli, lasciano attrezzi e reti in mare e riemergono. Poi vanno a riprendere tutto». L'autorità portuale di Catania: «Serve un'apposita licenza, riservata ai professionisti»
S. Maria la scala, pesca subacquea sospetta Capitaneria: «Solo quattro autorizzati a farlo»
Pescare con le bombole, in Italia, è vietato da oltre trent’anni. Eppure una fotografia inviata a MeridioNews ritrae un uomo che risale la spiaggia di Santa Maria la scala, nell’Acese, con indosso muta da sub, due bombole d’ossigeno e in mano una rete per trasportare il pescato. «Non è la prima volta, numerosi sub battono la costa alla ricerca di frutti di mare», racconta l’autore dell’immagine. Nella zona vicina alla riserva orientata della Timpa «spesso vedo barche dalle quali si immergono i subacquei – prosegue -. Quando le vedette della capitaneria di porto si avvicinano, lasciano in mare attrezzi e pescato, risalgono in superficie e in un secondo momento recuperano il tutto». Ma non in tutti i casi si tratta di attività vietate.
«I sub professionisti possono richiedere delle licenze apposite per pescare anche con le bombole», spiega l’autorità portuale di Catania. Di autorizzazioni però «ne sono state concesse solo quattro in tutto il Catanese». Questi subacquei hanno inoltre l’obbligo di utilizzare la boa di segnalazione rossa, che non compare nell’equipaggiamento del sub fotografato. «Si tratta di un’infrazione, sospetta e punibile – continua il responsabile delle relazioni esterne Luigi Di Natale -, ma dalla quale non si può presumere la ben più grave mancanza dei permessi». Secondo i dati della capitaneria di porto, le infrazioni più frequenti «sono l’assenza di autorizzazioni o la violazione dei divieti di pesca, che possono riguardare una specie oppure una zona». I comportamenti sospetti denunciati dal testimone potrebbero trovare spiegazione nelle conseguenze che rischiano i pescatori. Essere colti in flagranza di reato costa una multa, il sequestro del pescato e degli attrezzi. «Ma il mare è grande e le risorse a nostra disposizione sono limitate», conclude l’ufficiale.
L’associazione pescatori Santa Maria la scala conferma che «sono previste delle licenze che derogano i divieti della legge nazionale». Per quanto riguarda la pesca subacquea con le bombole, dice il presidente dell’associazione Sebastiano Fichera, «il permesso è stato concesso a una decina di subacquei del posto, così da permettere loro di continuare l’attività». In passato era stata avanzata la proposta di includere nella riserva dei Ciclopi anche la zona di mare di fronte alla Timpa. E vietarne la pesca in qualsiasi forma. «Non ne sappiamo nulla ed è strano che un progetto del genere possa essere portato avanti senza consultarci», conclude Fichera. «Se n’era parlato ma poi non se n’è fatto più nulla», riferisce Legambiente.