Ciro Capuano difende il Catania e si rilancia «Mettiamoci una pietra sopra e ripartiamo»

«Su Pulvirenti e sulle cinque partite che ha ammesso di avere comprato preferisco non commentare, aspetto che a parlare siano le sentenze». Ciro Capuano, terzino sinistro, prossimo ai trentaquattro anni, è stato un calciatore del Catania per sette stagioni. Compresa l’ultima, che la Procura di Catania ha messo al centro dell’indagine I treni del gol. L’ex presidente Antonino Pulvirenti è accusato di truffa e frode sportiva, insieme all’ex amministratore delegato Pablo Cosentino e all’ex direttore sportivo Daniele Delli Carri. «Per il futuro del Catania bisognerebbe metterci al più presto una pietra sopra», dice a MeridioNews il giocatore. Ma la vicenda ha alzato un polverone, «meno se ne parla meglio è». Il riferimento di Capuano è ad alcuni suoi colleghi che hanno commentato il caso con toni e parole che non gli sono piaciute. «Di questo argomento non dovrebbero parlare, anzitutto perché non hanno titolo e conoscenze per farlo». Il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, in una recente intervista a Radio24, ha chiesto a gran voce «la radiazione del Catania» per poi scusarsi «con tutta la città». «Prima di giudicare quello che accade in casa degli altri, senza averne le competenze – ribatte – dovrebbe pensare a casa sua».

Gli effetti dell’inchiesta «sono stati un duro colpo per la città e la tifoseria», secondo il calciatore. I fascicoli dell’accusa, già passati nelle mani della giustizia sportiva, rischiano di portare alla retrocessione della squadra in Lega Pro. «La giustizia deve fare il suo corso. Ma sono sicuro che qualunque sia la categoria dalla quale il Catania ripartirà, avrà i tifosi al suo fianco». Condizione indispensabile, secondo l’ex capitano del Catania, «per tornare più forti e più in alto di prima». Alla base del riscatto morale e sportivo del club c’è però l’iscrizione al prossimo campionato. Il rischio è ripartire dalla serie D, «ma ho ricevuto segnali confortanti», anticipa Capuano. Il primo nodo da sciogliere per iscrivere la squadra è stato il pagamento degli stipendi arretrati dei calciatori, «mi risulta che siano stati ricevuti da tutti qualche giorno fa». C’è poi la fidejussione, una garanzia di 800mila euro, «che so che sarà pagata a breve». Accolte le dimissioni di Pulvirenti e Cosentino, a condurre tutte le operazioni è l’amministratore unico Carmelo Milazzo, «all’interno della società tante persone stanno facendo di tutto per salvaguardare quello che penso sia il patrimonio di una città intera. Dobbiamo essere grati a loro», dice il terzino sinistro.

Dimessosi da presidente, Pulvirenti resta ancora il proprietario del Catania ma non pare intenzionato a proseguire il suo ciclo. «So solo delle sue dimissioni, non so se continuerà a essere dentro il progetto», commenta Capuano. Oltre a seguire i passi burocratici e economici per salvaguardare il titolo sportivo, la nuova società sarebbe però disponibile ad ascoltate proposte di acquisto, «bisogna però stare attenti a chi porta chiacchiere senza progetti», avverte. Prima di sprofondare in B, e probabilmente in Lega Pro il prossimo anno dopo le sentenze della giustizia sportiva, nel 2012 il Catania aveva toccato il punto più alto della sua storia, record di punti e ottavo posto in serie A. «Chiunque voglia comprare il club deve avere l’obiettivo di riportare la squadra ai livelli che ha toccato due anni fa. Lo meritano la città e la tifoseria. Altrimenti, è meglio che stia a casa».

Capuano non si sbilancia di più, ringrazia la società e parla in prima persona plurale nonostante il contratto che lo legava al club rossazzurro sia scaduto il 30 giugno, «sono un calciatore libero, sto aspettando novità per il mio futuro». Dopo oltre cento partite in maglia rossazzurra, alcune di queste con la fascia da capitano, non ha avuto modo di salutare i tifosi, «ma ciò che mi dispiacerebbe ancora di più sarebbe lasciare il Catania in queste condizioni». Senza nasconderlo troppo, spera in che la nuova dirigenza gli faccia una proposta per restare, «mi farebbe piacere rimanere, sia in caso di serie B che di retrocessione in Lega Pro». Ma anche in questo caso, il terzino sinistro sa bene che «bisognerà aspettare le decisioni della giustizia sportiva». 


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