Un numero composto due volte dal telefonino trovato in possesso di Mamadou Kamara, ma di proprietà del 68enne sgozzato, rafforza la convinzione degli investigatori che il presunto omicida non avrebbe agito da solo. Trovati segni di colluttazione sul corpo della donna
Omicidio Palagonia, forse complice dentro Cara Due chiamate sospette dal cellulare della vittima
Nuovi elementi sull’omicidio dei coniugi di Palagonia emergono dai risultati dell’esame medico legale. Del delitto è accusato il 18enne ivoriano Mamadou Kamara, ospite del Cara di Mineo. L’autopsia sui corpi di Mercedes Ibanez e del marito Vincenzo Solano rafforza la convinzione degli inquirenti che sulla scena del delitto ci sia stato almeno un complice. A supportare questa ipotesi, le due telefonate che sarebbero partite dal numero di Solano la notte del duplice assassinio. Il cellulare è stato ritrovato successivamente all’interno di un borsone del presunto omicida. Sebbene gli investigatori stiano ancora tentando di capire a chi fossero dirette le chiamate, fonti non confermate parlano di alcune ricerche in corso tra gli ospiti del centro richiedenti asilo.
Durante l’esame autoptico sarebbero stati trovati segni di colluttazione sul corpo della donna 70enne. Elementi che potrebbero essere compatibili con una violenza sessuale. In attesa di ulteriori accertamenti scientifici l’accusa nei confronti di Kamara resta quella di duplice omicidio. Secondo gli esiti dell’autopsia, terminata solo nella notte di ieri, l’arma utilizzata per sgozzare l’uomo sarebbe un arnese da lavoro: un cacciavite, una pinza o una grossa tenaglia. Entro 60 giorni sarà depositata l’autopsia completa, dalla quale sarà possibile ottenere maggiori dettagli.