Lega, Matteo Salvini visita il Cara di Mineo Tra croci celtiche e richieste di pena di morte

«Io non voglio essere invasa dai clandestini, ma dai leghisti. Se rispettare le regole è razzista, allora io sono razzista». Romy Crocitti Bellante è ancora una volta alla testa dei sostenitori siciliani del segretario della Lega nord Matteo Salvini, oggi in visita al Centro per richiedenti asilo di Mineo, nel Catanese. Poco meno di un centinaio di cittadini – tra cui alcune decine di anziani – che sono stati filtrati dall’ingente dispiegamento di forze dell’ordine presente e fatti avvicinare alla spicciolata all’ingresso del Cara. Tra bandiere anti-Europa, della Lega Nord e del movimento di estrema destra Cervantes. Qualcuno distribuisce dei volantini di Forza nuova e, complice il caldo torrido e l’abbigliamento, dalle magliette sbuca qualche tatuaggio con la croce celtica

Il leader leghista, intanto, si discosta dal programma ufficiale per una visita privata ai familiari di Vincenzo Solano e Mercedes Ibanez, uccisi sabato scorso a Palagonia. Dell’omicidio è sospettato il 18enne ivoriano Mamadou Kamara, ospite del Cara fino al momento del suo arresto. Una tragedia che ha riacceso l’attenzione sul centro e sull’integrazione dei cittadini con i migranti. Un signore distribuisce dei volantini che invitano a partecipare a una manifestazione domenica mattina a Palagonia. Sul foglio campeggia la foto di Kamara con un mirino sopra e la scritta «Assassino e stupratore. Pena di morte». «Ministro Alfano, ministro scafista», urlano intanto i sostenitori di Salvini. Polizia e carabinieri hanno disposto che gli ospiti del centro non possano entrare e uscire dall’ingresso principale ma dal retro.

«Vogliamo la chiusura del Cara e che i nostri soldi servano per gli italiani. E lanciamo una provocazione a Berlusconi: Salvini sia il leader indiscusso del centrodestra», continua Crocitti Bellante. «Il segretario del Pd e Alfano sono due incapaci incollati alla poltrona – dichiara il segretario della Lega nord – Dove sono? Renzi e Alfano non li vedo, non li ho visti a Palagonia: fossi in loro mi vergognerei». Eppure proprio dal ministro dell’Interno era arrivata l’accusa a Salvini di essere uno sciacallo che sfrutta l’eco mediatica della tragedia. «Gli sciacalli sono quelli che vanno a piangere i morti che si potevano evitare», risponde il leader leghista. 

Il discorso si sposta poi sull’Europa. «I leader europei sono ridicoli. Il massimo sforzo che fa la Merkel è dire “Prendo i siriani” che è l’unica popolazione che scappa dalla guerra – dice Salvini – Per la serie scelgo io quelli che voglio e il resto li tenete voi. È l’ennesima presa in giro della Germania e l’ennesimo silenzio di Renzi e Alfano che rispondono con il nulla e con la resa». E proprio il tema della provenienza dei migranti è la frase che passa di bocca in bocca, da Salvini ai suoi sostenitori: «Su tremila persone all’interno del Cara, solo tre vengono da Eritrea e Siria, Paesi dov’è in corso veramente una guerra». Dove, aggiunge, «bisognerebbe intervenire con le bombe per sterminare quelle bestie». Un dato, quello sugli ospiti del centro, di cui al momento non si ha conferma. Ma Salvini spiega di aver richiesto oggi stesso la lista delle nazionalità.

La richiesta è sempre la stessa: chiudere il Cara. E a chi gli ricorda che ad aprirlo è stato l’ex ministro dell’Interno della Lega nord Roberto Maroni, risponde: «Fu aperto in maniera provvisoria quando c’era la guerra in Libia. Poi doveva essere chiuso». Con una dedica personalizzata a monsignor Calogero Peri, arcivescovo di Caltagirone, che ha celebrato i funerali di Vincenzo Solano e Mercedes Ibanez: «Si candidi con Rifondazione comunista, prenda i voti e poi ne riparliamo», gli manda a dire il segretario leghista. Che ricorda come le voci per la chiusura del Cara si levino da più parti. Anche se per motivi diversi. «Mancano soltanto Gesù bambino e i marziani che chiedano di chiudere questa vergogna a cielo aperto, la cui gestione ha coinvolto perfino le cooperative di mafia capitale».

A chi gli chiede una soluzione alternativa, Salvini risponde: «Velocizzare le procedure di identificazione dei veri profughi ed espellere gli altri. E poi bloccare gli sbarchi e fare interventi in Africa». L’intenzione del leader della Lega nord è rendere concreto l’adagio «Aiutiamoli a casa loro». «Nelle prossime settimane andrò in Nigeria – conclude – per capire cosa serve affinché i nigeriani restino nel loro Paese».


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Il segretario leghista è arrivato stamattina nel Catanese, dopo che sul centro per richiedenti asilo si sono riaccesi i riflettori a seguito del duplice omicidio a Palagonia di cui è sospettato un ospite della struttura. A sostenerlo, un centinaio di cittadini. Molti di estrema destra. Guarda le foto. In aggiornamento

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