Rifiuti, dipendenti Ipi-Oikos ancora in protesta «È il fondo del barile, stipendi comunali a rischio»

«Adesso stiamo raschiando il fondo del barile, sono degli acconti. Il rischio è che si creino altri problemi con altre categorie. Non avendo fondi, potrebbero esserci difficoltà a pagare i dipendenti comunali». L’assessore all’Ecologia Rosario D’Agata non nasconde qualche preoccupazione. La vertenza che da tre giorni vede i lavoratori della Ipi-Oikos sul piede di guerra potrebbe estendersi ad altri lavoratori comunali se i trasferimenti statali in ritardo non dovessero arrivare entro i primi giorni di ottobre. Intanto, però, a pagare le conseguenze dei tre giorni di ritardo nei pagamenti degli operatori ecologici sono i catanesi. Che subiscono una raccolta dei rifiuti sospesa in molti quartieri della città e cassonetti colmi di spazzatura.

Ieri il sindaco Enzo Bianco ha ricevuto delle rassicurazioni da rappresentanti del governo. «Mi è stato assicurato che l’iter per i trasferimenti è già stato avviato e si concretizzerà in pochi giorni – ha spiegato Bianco – Parliamo di cifre considerevoli se pensiamo che, per fare un esempio, Catania avrebbe dovuto avere, da gennaio, 64 milioni di euro dallo Stato e invece ha dovuto far fronte a tutte le necessità della città e anche all’emergenza migranti con fondi propri». 

I primi a fronteggiare l’esaurimento dei fondi nelle casse di Palazzo degli elefanti sono stati i lavoratori del consorzio Ipi-Oikos, che già dal primo giorno di ritardo nei pagamenti hanno avviato la protesta. «Per il servizio che facciamo, noi dobbiamo essere i primi a essere pagati», afferma categoricamente Francesco Ferrara, dipendente Oikos e segretario provinciale della Federazione autonoma italiana dipendenti enti locali. «Abbiamo indetto una serie di assemblee, da due ore al giorno», spiega Gaetano Agliozzo, rappresentante della Cgil. Un ritardo nella presa di servizio che non permette di completare la raccolta dei rifiuti in giro per la città, con conseguenze visibili in centro come in periferia. 

«Già a fine agosto ci avevano anticipato che avremmo avuto problemi», racconta Ferrara. «Abbiamo chiesto un incontro, ma siamo stati ricevuti solo il 14 settembre, il giorno prima della scadenza dei pagamenti». «Pensavamo di risolvere la questione prima – conferma D’Agata – purtroppo lo Stato non è stato sollecito». E continua: «La responsabilità non è nostra, perché i trasferimenti dipendono da Roma. Non possiamo creare noi i soldi che non ci sono».

Sull’appalto da 78 milioni di euro stipulato tra il Comune e il raggruppamento temporaneo d’imprese Ipi-Oikos pesa già il commissariamento imposto l’anno scorso dalla prefettura etnea e i 700 dipendenti hanno scelto di non venire incontro alle richieste di mediazione dell’amministrazione. Trattative che avrebbero lasciato l’amaro in bocca ai lavoratori, tanto da spingerli al muro contro muro e a far loro rifiutare un primo accordo che prevedeva un acconto di 500 euro sugli stipendi di agosto. 

La nuova proposta, giunta oggi al termine di un nuovo incontro, verrà valutata in serata. «Prevede il pagamento di 500 euro per lunedì, 300 euro lunedì 28 e il saldo della mensilità e lo stipendio di settembre entro la prima settimana di ottobre», riporta Agliozzo. Un impegno che, se il trasferimento di fondi da Roma dovesse tardare ancora, rischia di far rimpicciolire ulteriormente una coperta già cortissima. La parola adesso passa alle assemblee. «Noi abbiamo fatto le proposte ai rappresentanti dei sindacati – conclude D’Agata – Entro domani mattina dovrebbero rispondere». 


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