I magnifici 19

In principio erano 13, adesso diventano 19. Tanti sono infatti gli atenei italiani “d’élite” che chiedono una revisione dei criteri in base ai quali vengono ripartiti i fondi nazionali. Basta finanziamenti “a pioggia” – quindi – per far posto a principi meritocratici ben stabiliti che permettano agli atenei idonei di mantenere il proprio status d’eccellenza.
La scorsa settimana dodici rettori (Politecnico delle Marche, Bologna, Calabria, Milano-Bicocca, Politecnico di Milano, Modena e Reggio Emilia, Padova, Roma Tor Vergata, Politecnico di Torino, Trento e Verona più Ferrara e Parma) avevano inviato una richiesta ai candidati premier affinché in futuro i fondi vengano assegnati a chi li merita e non più indistintamente; solo il rispetto degli obiettivi prefissati deve garantire maggiori – o minori – fondi.

L’elargizione “democratica” alle 77 università statali non permetterebbe a quelle realtà che ne hanno le potenzialità di emergere sia in campo nazionale che estero; è tempo quindi di dare incentivi e punizioni. I firmatari si dicono comunque non intenzionati alla secessione con la Crui – la Conferenza dei rettori – che però per la sua composizione viene vista quasi come un ostacolo. Infatti, secondo l’Associazione nazionale dei docenti universitari, la Crui è «strutturalmente incapace di rappresentare il Sistema nazionale delle Università italiane. La Crui può “funzionare”, votando all’unanimità, solo per chiedere genericamente più fondi e per conservare l’esistente». E, a giudicare dalle pressioni, non è più tempo di tergiversare.

Così ieri a Bologna è nato il progetto “Aquis” (Associazione per la qualità delle università italiane statali) che riunisce 19 atenei che rispettano alcuni rigidi criteri che stabiliscono la loro natura di università d’eccellenza. Produttività sopra la media, dimensioni, razionalizzazione delle spese e posizionamento a livello internazionale (piazzamento in almeno una delle classifiche mondiali stilate dal Times e dall’università di Shangai); sono questi i requisiti necessari per farne parte, con la speranza di aumentare il numero dei “meritevoli”.

E qual è la posizione del Siculorum Gymnasium? Il rettore Antonino Recca si dice «completamente d’accordo sul fatto che vi sia una corrispondenza tra performance degli Atenei, rigorosi criteri di valutazione universitaria e della ricerca e altrettanto coerenti criteri di distribuzione delle risorse, come richiesto espressamente anche dai rettori protagonisti di questa iniziativa nazionale». E in effetti anche durante l’assemblea d’Ateneo dello scorso 26 febbraio questo indirizzo era parso molto chiaro.
Per quanto riguarda il piazzamento che l’Ateneo occupa in questo momento «l’Università di Catania si trova già in buona posizione – afferma il professor Recca – ma ambisce a migliorare ulteriormente le proprie performance, nell’ottica di una sana e virtuosa competizione fra atenei».

Che squillino le trombe: la gara per ottenere la posizione del più meritevole ha inizio. Ma chi ne trarrà i maggiori profitti?


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