Anfiteatro romano, stanziati cinque milioni di euro Del tutto accessibile e con più servizi entro il 2020

Niente più guardiola prefabbricata a deturpare la vista delle rovine romane. E finalmente una serie di servizi, dai bagni alla sala multimediale. Sono solo alcune delle novità previste dal progetto che nei prossimi anni trasformerà il volto dell’anfiteatro di piazza Stesicoro, a Catania. Meta tra le preferite dai turisti, ma anche tra le più sofferenti del panorama archeologico etneo. In gran parte chiuso al pubblico, bagnato dalla pioggia che si insinua all’interno, con i muri gonfi a causa degli scarichi fognari e a rischio collassoCosì si presentava l’anfiteatro ad aprile 2014, come documentato da MeridioNews. Da allora, qualcosa si è mosso. Dopo un primo finanziamento urgente della Regione per tamponare l’emergenza, il monumento era stato protagonista di una polemica per la sua mancata apparizione tra i progetti finanziati dai fondi europei per la cultura nel ciclo 2014-2020. Poi, il ripensamento: impossibile destinare i 17,5 milioni di euro necessari a risolvere tutti i problemi del bene archeologico, ma ne verranno comunque stanziati cinque. Che andranno a finanziare un piano al momento in attesa di approvazione nella sua fase esecutiva. Dopo, sarà il momento della gara d’appalto per i lavori.

Del progetto si occupa il museo regionale interdisciplinare di Catania. Struttura che ha sostituito quello che avrebbe dovuto essere il parco archeologico greco-romano etneo. Con i cinque milioni dell’Ue si punta innanzitutto a rendere più fruibile il bene. Mettendo in sicurezza e aprendo al pubblico tutto l’esistente, tranne l’ambulacro esterno, cioè il corridoio che ricade sotto villa Cerami, sede del dipartimento di Giurisprudenza di Unict, e sotto la chiesa di San Biagio. Si tratta del punto più critico dell’anfiteatro, puntellato fino alla scorsa estate da una malandata struttura di tubi innocenti su cui pesa il giardino della villa-sede universitaria e deturpato da una passerella in mattoni forati che scherma una delle aperture verso il cielo del bene. A niente pare sia servito il tavolo tecnico attorno al quale si sono seduti tutti i protagonisti. Unico problema in via di risoluzione sembrano essere le fognature del Comune di Catania che al momento bagnano le mura greco-romane. In mezzo, ci sono i 40mila euro stanziati in somma urgenza dalla Regione per mettere almeno in sicurezza la struttura sotto villa Cerami, che rischiava di implodere.

La soluzione a queste e altre emergenze era in realtà prevista nel progetto originario per l’anfiteatro, dal costo di 17,5 milioni. Il piano prevedeva anche alcuni espropri, qualche abbattimento e l’acquisto dei locali di palazzo Tezzano all’angolo con piazza Borsa. Quest’ultimo intervento sarebbe servito a realizzare un tunnel fino all’antica facciata dell’anfiteatro e un infopoint unico di tutti i beni archeologico-culturali di Catania. Ma quasi venti milioni erano troppi. Così si è scelto di stralciare alcune misure. Tra cui appunto la messa in sicurezza e l’apertura dell’esistente – meno la parte più problematica – insieme a delle attese migliorie. Tra queste ci sono il rifacimento dell’ingresso e un accesso per i portatori di handicap; la garitta dei custodi – oggi un prefabbricato – in uno stile più adatto al contesto e una biglietteria con i bagni. Ma anche una sala multimediale con bookshop in una serie di ambienti pertinenti all’anfiteatro, al momento sottoterra e che verranno portati alla luce con un apposito scavo.


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