Calcio Catania, il futuro fa i conti col passato Incertezza su punti di penalità e vendita club

Due punti tolti subito, che sommati ai precedenti fanno undici. Ma forse qualcuno sarà rimborsato a fine mese. La commissione disciplinare della Federcalcio ha di nuovo punito il Catania. Stavolta per non avere rispettato alcune scadenze economiche. Il club – per riavere indietro i punti – presenterà ricorso come fatto sui nove punti di penalizzazione inflitti per lo scandalo combine. Intanto però la nuova sentenza sportiva riduce a sei i punti in classifica, riporta la squadra in zona retrocessione, e impone alla nuova dirigenza – che progetta il futuro – di tornare a fare i conti col passato e con l’operato della vecchia società.

«Sapevamo tutti che ci sarebbero state queste difficoltà», commenta l’allenatore del Catania Giuseppe Pancaro. La sua squadra – sconfitta nell’ultima trasferta dalla Juve Stabia e che domenica giocherà il derby con l’Akragas – sul campo ha conquistato 17 punti. Uno meno della capolista del girone, la Casertana. Ma anziché trovarsi al secondo posto – a ragionare sulle mosse da fare per avvinarsi alla promozione in B – è quindicesimo, e deve battagliare contro avversari futuri e passati per recuperare i punti che separano dalla salvezza. Proprio quei due sottratti di recente, che fanno parte degli undici punti di penalità inflitti dalla giustizia sportiva in due diversi procedimenti. Che si sono accavallati e continuano a procedere insieme al campionato di Lega Pro, facendo la differenza tra meriti sul campo e attuale classifica.

Il primo ha avuto inizio col deferimento per responsabilità diretta della società, dell’ex presidente Antonino Pulvirenti e dell’ex amministratore delegato Pablo Cosentino per illecito sportivo. Faldone riferito al caso combine scoperchiato dall’inchiesta I treni del gol, condotta dalla procura di Catania. Dopo la confessione di Pulvirenti – che ha ammesso il tentativo di combinare cinque gare dello scorso torneo di serie B – il procuratore federale Stefano Palazzi ha chiesto al tribunale sportivo di limitare a cinque i punti di penalità a carico del club. Ma i giudici ne hanno comminati dodici in primo grado, poi nove in Appello. Più cinque anni di squalifica per l’ex presidente dei rossazzurri.

Il 24 novembre il collegio di garanzia del Coni – l’ultimo grado della giustizia sportiva – si riunirà per discutere il ricorso della società etnea. Il club chiede che la penalizzazione sia ridotta di quattro punti, in accordo con le richieste del procuratore federale. «Per le stesse accuse il Catania è già stato punito più di altri club in passato», lamentava il nuovo direttore sportivo Marcello Pitino commentando la sentenza di Appello. Ma altri due punti, a distanza di qualche mese, sono stati tolti su decisione della commissione disciplinare per alcune scadenze economiche non rispettate. Il pagamento delle ritenute Irpef sullo stipendio dei tesserati e la presentazione della fideiussione bancaria indispensabile per procedere con l’iscrizione al campionato.

Entrambi gli impegni dovevano essere onorati entro il 30 giugno. L’ex amministratore unico Carmelo Milazzo – solo dirigente deferito nel procedimento, e punito con quattro mesi di inibizione – è stato incaricato dalla proprietà il 29 giugno. Cinque giorni dopo le dimissioni del presidente Pulvirenti, seguite da quelle dell’amministratore delegato Cosentino e dell’intero consiglio di amministrazione. Una situazione «di vuoto di potere – spiegava il nuovo direttore generale Giuseppe Bonanno – che non ha permesso di adempiere alle scadenze economiche e burocratiche nei tempi stabiliti dalla Federazione». Ma questa linea difensiva non ha convinto la commissione disciplinare a respingere le richieste dell’accusa.

Il Catania presenterà anche in questo caso ricorso. Nella migliore delle ipotesi potrebbe recuperare un punto, al quale potrebbero sommarsene tre dal ricorso pendente al Coni. Fino a che non arriverà la sentenza definitiva, la squadra potrebbe continuare a oscillare tra la zona play-out e la zona play-off. Incertezza con cui devono fare i conti non solo la nuova dirigenza – espressione della vecchia proprietà – ma anche gli interessati a rilevare le quote della società, messa in vendita lo scorso luglio. Novità? Poche. Il gruppo dell’argentino Carlos Villar d’Alvear – rappresentato in Italia da Federico Balzano – attende una risposta ufficiale sulle credenziali presentate allo studio Abramo – al quale sono state affidate le trattative – prima di dire la propria sulle reali intenzioni di Pulvirenti di cedere il pacchetto azionario del Calcio Catania. Mentre l’altro gruppo – che ha affidato la mediazione a una fiduciaria svizzera – si è di recente ritirato dalla corsa per poi decidere di tornare a partecipare.    


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