In 48 ore cambia la squadra che formerà il quarto esecutivo dall'elezione del presidente. Fa un passo indietro anche Li Calzi, sostituita da Barbagallo. Il governatore tiene l'interim alla Funzione pubblica. Le restanti caselle vengono confermate. «È quello che volevamo», commenta Fausto Raciti
Crocetta, la versione definitiva della nuova giunta Fuori Fiumefreddo, il peso dei catanesi del Pd
Dopo le dimissioni di Antonio Fiumefreddo, è nato, tra mille difficoltà, il quarto governo Crocetta della legislatura. Il fatto che sia stato più semplice procedere con l’innesto di Anthony Barbagallo (area Lupo) al posto di Cleo Li Calzi al Turismo, la dice lunga sulla difficoltà di ritoccare la complessa architettura di deleghe e designazioni che si era determinata.
Un ruolo oggi ha avuto anche la guerra dei catanesi del Pd: Barbagallo, Raia e Sammartino. Appariva scontato che, non appena uno fosse partito in contropiede in vista dello striscione dell’ultimo chilometro, prima del traguardo, gli altri sarebbero scattati a coprirne la ruota. E così è stato. Ad aprire le ostilità è stato Anthony Barbagallo, fresco quarantenne da diecimila preferenze alle regionali del 2012. Giovane sindaco di Pedara nel 2005, ha proseguito la sua marcia di avvicinamento verso i traguardi più ambiziosi. Parlamentare di estrazione sindacale, Concetta Raia ha aggredito l’obiettivo di entrare in giunta con grande determinazione, mentre Luca Sammartino, dopo avere contribuito alla nascita dell’ultima creatura politica di Lino Leanza, Articolo 4, si è rivelato perfettamente a proprio agio nella trasmigrazione presso la casa faraoniana. Lo stesso plenipotenziario renziano lo ha individuato in prospettiva come uno degli uomini di punta del partito a Catania. Di fronte alla prospettiva di aprire uno scontro sul territorio, si è proceduto quindi ad una soluzione di compromesso, con Barbagallo assessore, Sammartino che porta a casa la conferma dei tre assessori renziani (Contrafatto, Gucciardi e Baccei) e Concetta Raia che potrebbe ricoprire il ruolo di nuovo capogruppo all’Ars del Pd.
Ma la storia di questo rimpasto non è stata certo di matrice esclusivamente catanese. Anzi. Dopo la designazione di Fiumefreddo da parte di Crocetta il big bang delle contrapposizioni è esploso visibile e chiaro. Una vicenda complessa dove occorrerà riflettere sulla capacità del Pd di guidare una coalizione troppo esposta ad un frequente bisogno di verifica. «Sono stati giorni difficili, sui quali ha pesato la fase particolarmente complessa che attraversa la Sicilia – ha commentato il segretario regionale dei Dem, Fausto Raciti – Le nostre scelte sono state rivolte ad un solo obiettivo: dare risposte concrete ai siciliani. Alla luce di questo quadro, appesantito dalle difficoltà finanziarie della Regione, servivano decisioni forti: per questo abbiamo chiesto una svolta profonda con la nascita di un governo politico. È quello che volevamo». A dichiararlo è Fausto Raciti, segretario regionale del PD, a proposito della nuova giunta di governo.
Ecco la giunta annunciata da Rosario Crocetta:
Mariella Lo Bello – vicepresidente, assessora per le Attività produttive; (nomina del presidente);
Antonello Cracolici – Agricoltura, Sviluppo rurale e Pesca mediterranea (Pd);
Giovanni Pistorio – Infrastrutture e Mobilità (centristi);
Maurizio Croce – Territorio e Ambiente (Sicilia futura);
Anthony Barbagallo – Turismo, sport e spettacolo (Pd);
Baldo Gucciardi – Salute (Pd);
Gianluca Miccichè – Famiglia, Politiche sociali e Lavoro (centristi);
Alessandro Baccei – Economia (Pd);
Carlo Vermiglio – Beni culturali e Identità siciliana (centristi);
Vania Contrafatto – Energia e Servizi di pubblica utilità (Pd);
Bruno Marziano – Istruzione e Formazione professionale (Pd);
Il presidente Crocetta si è riservato l’interim dell’assessorato delle Autonomie locali e funzione pubblica.