Impianti pubblicitari, commissioni contro assessore Notarbartolo: «Il Comune non rispetta le sentenze»

Per placare le polemiche non è bastato neanche l’annuncio che il nuovo regolamento sugli impianti pubblicitari è pronto. Stamattina, la seduta congiunta delle commissioni Bilancio e Tributi è stata una lunga battaglia. Da una parte l’assessore Giuseppe Girlando. Dall’altra il vicepresidente della commissione Bilancio Niccolò Notarbartolo. Oggetto del contendere l’annosa questione della cartellonistica stradale, che si trascina da anni senza soluzione per i corridoi di Palazzo degli elefanti. Un affare che supera i tre milioni di euro e che riguarda i cartelloni promozionali che si vedono sulle strade etnee. «Sono circa 6500 su tutto il territorio di Catania – spiega Girlando – Il piano regolatore generale esiste ma non è operativo, perché mancano i decreti attuativi». Una situazione di stallo, resa ancora più complicata da una sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa della Regione Sicilia. La massima autorità per dirimere controversie con le istituzioni, pronunciandosi sul ricorso dell’azienda di pubblicità Job creation, ha stabilito che il protocollo d’intesa siglato a maggio 2014 da Comune e ditte specializzate è illegittimo. 

«Paghiamo una situazione di deficienza regolamentare che si perde nella notte dei tempi», dice Girlando. Annunciando che «nell’ultimo anno abbiamo tentato di dare una scossa. Abbiamo elaborato una bozza definitiva di nuovo regolamento degli impianti pubblicitari. È già stato approvato in giunta e adesso passerà all’esame delle commissioni consiliari». Ma un regolamento senza piano generale serve a poco. «Abbiamo dato impulso agli uffici comunali affinché facciano degli aggiustamenti a quello che abbiamo già – continua l’assessore – Sarà valido fino alle nuove modifiche definitive. Se abbiamo perso del tempo è stato per evitare che venissero aggiunti altri cartelloni a quelli che abbiamo già». Certo è che prima che le future regole diventino operative si dovrà aspettare. «Almeno fino all’1 gennaio 2017».

Tanti anni sono passati, quindi, e un altro dovrà ancora passare. «E in questo frangente?», chiedono i consiglieri comunali. «Vi chiedo di aiutarci a trovare soluzioni in questa fase transitoria», risponde Giuseppe Girlando. Ma è proprio sulla definizione della «fase transitoria» che si scaldano gli animi. «Vorrei ricordarle, assessore, che la fase transitoria è già in corso. C’è una sentenza del cga, quindi non appellabile, che stabilisce che il Comune non ha uno strumento normativo valido. Perché quel protocollo d’intesa non lo è», arringa Niccolò Notarbartolo. Che continua: «Quella sentenza dice che ci sono circa 400 impianti annullati. Ne sono stati riattivati 176 con due note della ragioneria generale. Assessore, mi risponda in breve, la sentenza del cga la stiamo rispettando oppure no?». «Certo che sì», replica Girlando. «Le carte dicono il contrario. Sono cose gravi, vanno annullate, sennò rischiamo di fare favori a qualcuno», si accalora Notarbartolo.

Nel frattempo, però, nella stanza di palazzo dei Chierici i toni si accendono. «Abbiamo sempre chiesto ordine e siamo per fare le cose correttamente», interviene la consigliera Ersilia Saverino, vicepresidente della commissione Tributi. «Convochiamo i responsabili degli uffici, incontriamo nuovamente le aziende coinvolte e passiamo finalmente ai fatti – continua – Lavoriamo da anni al regolamento sugli impianti pubblicitari, adesso c’è da fare un passo avanti ulteriore». «Se ci sono stati abusi bisogna capire da dove sono partiti», sostiene Salvatore Tomarchio, presidente della commissione Tributi. E il collega della commissione Bilancio, Vincenzo Parisi, rincara: «Le ditte devono essere messe nelle condizioni di lavorare. Tutte».


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