Oratorio Nesima, cantiere fermo da tre anni «La malavita si sta riprendendo i giovani»

«Sarebbe stato meglio che la ristrutturazione non fosse mai iniziata».
Parrocchia San Pio X di Nesima, quartiere della periferia catanese. Il cantiere per la riqualificazione dell’oratorio – finanziato nel 2011 con fondi della Regione – è deserto. Impalcature, attrezzi, materiali, rendono inaccessibile o impraticabile l’80 per cento della struttura. «Mancano i locali al chiuso – risponde a MeridioNews Tonino Piuma, un animatore volontario – indispensabili per svolgere le attività durante le stagioni fredde». I lavori sono fermi da tre anni e quelli completati sono in parte da rifare. Nel frattempo «tanti bambini che avevamo aiutato a crescere nella legalità hanno preso la strada dello spaccio e dalla malavita». La curia catanese chiede un incontro con l’amministrazione regionale. Il presidente della Regione Rosario Crocetta era atteso a Nesima ad aprile, per un sopralluogo, che non è mai avvenuto. Trascorsi altri sette mesi – senza novità sullo sblocco dei fondi -,  MeridioNews è voluto ritornare sul luogo e sulla vicenda. 

«Saremmo felici di riavere indietro l’oratorio così com’era prima che iniziassero i lavori – dice amareggiato Piuma –
La ristrutturazione ha fatto solo danni». La struttura nasce per essere «un punto di riferimento e di legalità all’interno di un quartiere che negli ultimi tempi è peggiorato parecchio». Ma la mancanza di locali e quindi l’impossibilità di svolgere le attività come in passato – laboratori artistici, culturali, momenti sportivi – ha diminuito la capacità di attrarre i giovani, togliendoli dalle strade. Prima dell’apertura del cantiere, a frequentare l’oratorio erano circa 400 tra ragazzi e ragazze «tra i 4 ai 17 anni». «Adesso ne sono rimasti 50». Una trentina circa sono gli animatori volontari. «Senza strutture è impossibile programmare il futuro – spiega l’animatore – e tenere lontano dal crimine quei bambini che, cresciuti in questo oratorio, sono adesso ragazzi alle cui spalle spesso ci sono cattive amicizie al posto delle famiglie».

Nel 2011 la parrocchia aveva chiesto e avuto accesso a 
400mila euro – a disposizione delle strutture religiose – stanziati dalla Regione. Che ha poi dato mandato al Comune di Catania di appaltare i lavori di ristrutturazione. Ma l’impresa incaricata – la ditta Scardina di Biancavilla -, dopo avere anticipato i costi di avvio del cantiere, non avrebbe ricevuto neanche la prima parte del pagamento. E perciò «ha fermato gli operai e presentato un decreto ingiuntivo contro il Comune», sostiene Piuma. I fondi della Regione devono passare attraverso le casse comunali, ma sarebbero bloccati a Palermo. Pure la curia catanese – a cui fa riferimento la parrocchia San Pio X – vorrebbe spiegata la ragione dei ritardi. «Ho chiesto un incontro alla Regione per capire il motivo dell’improvvisa mancanza dei fondi già stanziati», spiega il vicario generale monsignor Salvatore Genchi. Il presidente Crocetta era atteso ad aprile per un sopralluogo all’interno dell’oratorio. «Il giorno dopo che il Tg5 ha trasmesso il video-messaggio con cui i bambini chiedevano il suo interessamento – riprende Piuma – il segretario del governatore aveva fissato un appuntamento attraverso l’associazione AddioPizzo». Ma a fare saltare la visita sarebbe stata l’emergenza seguita al crollo del pilone della A19, «e da allora non abbiamo più avuto notizie». 

Gli unici locali dell’oratorio ancora utilizzabili sono i 
portici e i bagni mentre altri – ristrutturati nella prima fase dei lavori – sono adesso nuovamente rovinati. «Una stanza del pianterreno era stata messa in sicurezza e pitturata». I lavori, iniziati a luglio 2011, sono stati interrotti dopo tre mesi. «Le infiltrazioni provenienti dal piano superiore, che non era stato ancora ristrutturato, hanno rovinato i lavori fatti nella stanza al piano di sotto, che adesso sarebbe da rifare». Le attività che è possibile praticare in queste condizioni «sono ridotte al minimo», spiega monsignor Genchi. «In mancanza di locali al chiuso – riprende Piuma – possiamo puntare solo sul campetto di calcio e di pallavolo, quando non piove». L’oratorio «era il solo centro di aggregazione in un quartiere difficile come il nostro, ne abbiamo bisogno – spiega il consigliere della municipalità Maurizio Zarbo, che è stato pure animatore – Sia la Curia che Crocetta sono da tempo informati del problema, ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni». 


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