Acireale, tutto da rifare per il depuratore Maxi-impianto lascia il posto a tre strutture

Sulla depurazione dei reflui di Acireale e dell’hinterland c’è una nuova ipotesi: non più un solo impianto per servire gli 11 Comuni interessati, bensì tre. Una condotta che porti su Pantano d’Arci gli scarichi di San Giovanni La Punta, San Gregorio e una parte di Aci Catena. Poi un depuratore a monte che serva Zafferana Etnea e i paesi limitrofi. Infine, un impianto di depurazione da costruire ad Acireale, di dimensioni minori rispetto alle opere prospettate fino ad oggi, che risolva il problema della depurazione nei Comuni a valle. Un’impostazione che il sindaco Roberto Barbagallo ha esposto ieri a Vania Contrafatto, commissaria del governo nazionale per la depurazione in Sicilia, e al suo capo di gabinetto Attilio Toscano

I due si sarebbero detti d’accordo sull’opzione dello «spacchettamento» delle opere, che in ogni caso dovranno essere progettate e costruite impiegando i 133 milioni di euro erogati dal Cipe. Un finanziamento sul quale grava il countdown della pre-infrazione comunitaria: le sanzioni Ue potrebbero scattare nel dicembre 2016. Raggiunta per telefono da MeridioNews, Vania Contrafatto ha definito «collaborativo» il clima dell’incontro, svoltosi ieri mattina a Catania, in prefettura. Aggiungendo poi una stoccata polemica: «Avevamo dato all’amministrazione comunale un preavviso di oltre dieci giorni – dichiara la commissaria – e il sindaco si è presentato senza il tecnico di riferimento e senza l’incartamento sul depuratore». Una critica davanti alla quale il primo cittadino acese non si scompone: «L’unico tecnico comunale che conosce fino in fondo il procedimento – replica Roberto Barbagallo – è l’ingegnere Giovanni Barbagallo, responsabile unico del procedimento ormai da decenni. E Barbagallo si trova a Roma in missione. Non avrebbe avuto senso andare dalla commissaria Contrafatto assieme a chiunque altro». L’assenza del funzionario competente sarebbe il motivo per il quale già per la prossima settimana è stato fissato un nuovo incontro.

Sulla tripartizione dell’opera interviene la parlamentare regionale del Movimento 5 stelle Angela Foti: «Si tratta di un’idea che abbiamo sostenuto sia in campagna elettorale che in commissione regionale Lavori pubblici. In linea di principio – prosegue la Foti – tre interventi ridotti potrebbero avere un minore impatto ambientale, e potrebbero inoltre favorire il riuso dell’acqua depurata». L’opera era stata commissariata dal governo nazionale nello scorso aprile, a causa delle lentezza nell’avanzamento burocratico. L’impianto di Acireale (o, come detto, gli impianti) dovrebbe servire 11 Comuni (i rimanenti dieci sono Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Aci Sant’Antonio, San Giovanni La Punta, San Gregorio di Catania, Santa Venerina, Trecastagni, Valverde, Viagrande e Zafferana Etnea) per un totale di 163mila abitanti. Adesso però, nei fatti, il procedimento dovrebbe ripartire da zero: vanno ancora stabiliti localizzazione, progettazione e modello di gestione delle strutture che sorgeranno.


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