Bianco: «Fornite risposte puntuali e apprezzate» Ma molte domande su Ciancio restano aperte

«Il Sindaco ha risposto puntualmente alle numerose domande riguardanti il Pua e altri aspetti della vita amministrativa catanese ricevendo, dai commissari di maggioranza e opposizione, attestazioni diffuse di stima e coerenza per il suo impegno a favore della legalità». È questa – secondo una nota diffusa dall’ufficio stampa del Comune – la sintesi dell’audizione di Enzo Bianco davanti all’Antimafia nazionale, a proposito dell’intercettazione telefonica tra l’allora candidato sindaco e l’editore della Sicilia Mario Ciancio. Una telefonata che Bianco, nel lungo comunicato, liquida in poche parole: «Il giorno prima dell’apertura della mia campagna elettorale, lo avevo chiamato in veste di candidato sindaco per informarlo della manifestazione elettorale che stavo organizzando e per sapere se il giornale avrebbe seguito l’evento come aveva fatto con tutti gli altri candidati».

La questione Ciancio, tuttavia, nell’audizione, è stata tutt’altro che marginale. E gli attacchi a Bianco non sono mancati. Solo il primo degli intervenuti (il senatore Salvatore Torrisi, Ncd-Udc) ha sostenuto che «l’audizione probabilmente oggi, alla luce della sentenza di proscioglimento per Ciancio, probabilmente non sarebbe più stata di competenza della commissione». Molto meno conciliante l’intervento del deputato M5s Riccardo Nuti, che ha chiesto a Bianco informazioni sui capitali esteri riconducibili alla società Stella Polare; ha parlato delle indagini allora in corso su Ciancio per concorso esterno in associazione mafiosa («Ma allora non sapevo che fosse indagato», lo ha interrotto Bianco); ha fatto riferimento alla relazione dell’Antimafia siciliana sui consiglieri comunali di Catania, chiedendo le dimissioni del sindaco; ha chiesto chiarimenti sulle parole «come ti avevo detto», rivolte da Bianco a Ciancio all’inizio della telefonata: parole riferite alla vicenda del Pua, non alla campagna elettorale dell’allora candidato sindaco. Nuti ha anche parlato di un «interessamento di Marco Consoli – attuale vicesindaco di Catania – per conto di Ciancio alle votazioni in consiglio comunale del 17 aprile 2013», chiedendo a Bianco «che provvedimenti vuole prendere sul vicesindaco». 

Duro anche l’intervento di Claudio Fava che, pur riconoscendo a Bianco «di essere stato un punto di riferimento nella lotta alla mafia», ha definito il Pua «un progetto sul quale gli interessi della criminalità mafiosa sono altissimi, conclamati in atti istruttori e coinvolgono Cosa Nostra ai massimi livelli». L’oggetto della discussione, per Fava, non è «l’interlocuzione tra il sindaco e il maggiore editore della città, ma quella tra il sindaco e un imprenditore che ha fortissimi interessi in un progetto del quale si occupa l’amministrazione comunale». Quanto al fatto che Bianco non sapesse delle indagini su Ciancio, Fava ha replicato: «La telefonata porta la data del 18 aprile 2013, mentre l’inchiesta è stata aperta a rumor di stampa tre anni prima, nel novembre 2010. Io credo che Bianco fosse consapevole delle indagini – ha aggiunto Fava – Le chiedo se fosse consapevole degli interessi dell’editore sull’area per cui è stata approvata quella variante». Fava è anche intervenuto sul Consiglio comunale di Catania: «Per molto meno – ha detto, riferendosi in particolare alla vicenda di Librino – il municipio di Ostia è stato sciolto».

Il senatore Mario Michele Giarrusso (M5s) si è invece concentrato sul fatto che uno dei terreni del Pua interessati dall’investimento di Stella Polare era dell’Amt, che lo aveva in bilancio con una valutazione molto bassa (cinquemila euro). «E si tratta di un terreno oggi valutato due milioni e mezzo di euro. Solo l’opposizione del liquidatore dell’Amt è riuscito a evitarne la svendita. Adesso si vuole mandare via questo liquidatore: vogliamo spiegazioni su questa vicenda», ha aggiunto Giarrusso. Che ha fatto anche riferimento all’inaugurazione di un’iniziativa del Comune in collaborazione con la discoteca Empire, poco prima che il locale venisse sequestrato per sospetti legami con la mafia: «È uno scivolone, un dettaglio. Ma qua sono tanti i dettagli».

Su Ciancio si è soffermato anche il senatore Giuseppe Lumia: «La presenza di un editore con queste caratteristiche imprenditoriali è, dal punto di vista della gestione democratica di un territorio, un problema serissimo. È una presenza pesante. Fa parte del panorama nazionale avere editori-imprenditori, ma un concentrato di tale portata in una città come Catania costituisce un problema serissimo. Come intende il sindaco di Catania fare in modo che questi interessi non travalichino?». La presidente Rosi Bindi, infine, ha chiesto chiarimenti su Stella Polare e sui cambiamenti apportati al Pua da Bianco rispetto ad altre amministrazioni: «Se ne rileva un ridimensionamento dei vantaggi e degli interessi dell’editore Ciancio?».

Nella sua replica, Bianco ha parlato delle modifiche della sua amministrazione al progetto del Pua (riduzione delle cubature, allontanamento dalla spiaggia); della mancata trasformazione del Palaghiaccio in un ennesimo centro commerciale; ha detto di avere avuto sempre una posizione contraria agli interessi di Ciancio a proposito del centro Porte di Catania. Ha ribadito che i consiglieri a lui vicini sono stati gli unici a non avere votato il Pua. «Il fatto che alcuni dei terreni siano di Ciancio – ha detto Bianco – non mi ha impedito comportamenti che Stella Polare ha ritenuto lesivi dei suoi interessi, tant’è che hanno fatto ricorso». Per quanto riguarda la telefonata, Bianco ha ripetuto che il suo oggetto era «l’apertura della campagna elettorale». E ha spiegato il riferimento al Pua come la conferma di un «atteggiamento favorevole all’insediamento turistico nella zona sud della città, ma un intervento coerente con il rispetto delle norme e di vincoli ambientali che ritengo indispensabili». Sul liquidatore dell’Amt, il sindaco ha replicato a Giarrusso che le critiche dell’amministrazione riguardano altre vicende relative a incarichi conferiti a professionisti esterni, e non quella dei terreni del Pua. E circa l’Empire, ha detto che l’attività del omune era una riqualificazione delle strada esterna al locale notturno, cui hanno aderito tutti i titolari di attività all’interno della strada interessata dal progetto di riqualificazione. 

Una risposta, quella di Bianco, che ha lasciato insoddisfatto Nuti: secondo il quale il sindaco non ha dato nessuna risposta sullo scambio di battute con cui iniziava la telefonata con Ciancio. Una critica respinta, però, dalla presidente Bindi, che dopo un battibecco, ha tolto la parola a Nuti: «Il sindaco ha risposto alla domanda, dicendo che la telefonata riguardava la campagna elettorale. Anche se – ha aggiunto – mi sentirei di consigliargli, in un’altra telefonata, di cominciare da questo e non dalle precedenti vicende del consiglio comunale». 


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