La colata di asfalto sul sagrato del Duomo Vittorio Sgarbi: «Un intervento senza senso»

Con l’hashtag #italiasfregiatala storia della colata di asfalto nero sul sagrato del Duomo di Catania arriva sulle bacheche di migliaia di utenti dei social network. A rilanciare la notizia – diffusa ieri da questa testata – è il critico e storico dell’arte Vittorio Sgarbi. «Guardate cosa sono riusciti a fare sul sagrato della Cattedrale di Catania», commenta con un post sul suo profilo Facebook, seguito da oltre 800mila persone. «Ho voluto pubblicare il mio disappunto per quella che mi pare un’insensatezza», afferma a MeridioNews

A spiegare i motivi dell’intervento, realizzato lo scorso 10 dicembre in accordo tra Comune e Curia, è stato monsignor Barbaro Scionti: «Abbiamo ripristinato l’asfalto già presente, per motivi di sicurezza, perché si era degradato a causa delle piogge», ha affermato il parroco della chiesa dedicata alla patrona Sant’Agata. «Immagino che ci siano delle ragioni. Solo che non ne capisco il senso», replica con semplicità Vittorio Sgarbi. «Anche se avessero buoni argomenti, vanno in minoranza rispetto a quanto fatto, sarebbero deboli». Dello stesso parere è anche la sovrintendente etnea, Fulvia Caffo. «Se c’avessero avvisato prima avremmo trovato una soluzione migliore», ha detto. Anche perché resta da stabilire se l’originaria pavimentazione del 1857 sia stata danneggiata dall’asfalto

Sul profilo social del critico d’arte i commenti sono i più disparati, tutti unanimi nel condannare il risultato del rattoppo. «Una colata di ignoranza e menefreghismo», la definisce Anna. Secondo Mirko «certi individui andrebbero denunciati per aver imbrattato un bene dell’umanità». «Si narra che il velo di Sant’Agata abbia bloccato la colata lavica del 1669. Nulla ha potuto contro la colata d’asfalto del 2016», scrive Marina. 

Per Vittorio Sgarbi l’operazione è sbagliata già a partire dal materiale scelto per realizzare la copertura: «L’asfalto serve alle automobili, è legato alla viabilità, non ai pedoni – sottolinea – Quello che è stato fatto mi sembra incomprensibile». Per questa ragione lancia un appello al sindaco Enzo Bianco, con il quale ha condiviso il banco da parlamentare nel 1992. «Faccia una verifica per stabilire se c’è una logica a una cosa che sembra del tutto illogica».


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