Situazione difficile su regolamento Servizi sociali Manca il numero legale e niente voto in Consiglio

Ennesimo consiglio comunale con il consueto ospite d’onore: la mancanza del numero legale. Poco prima delle 21.30 i componenti di Palazzo degli elefanti non garantiscono il numero minimo dei presenti. Tre gli scranni pare che molti vogliano andare a seguire in televisione la partita di calcio Juventus-Bayern Monaco, di Champions league. Ma a determinare l’assenza strategica sembra essere stata la presa di posizione dell’amministrazione sul regolamento per l’assistenza e la comunicazione (Asacom, ndr) dei Servizi sociali, ieri tra gli atti in votazione

Il documento prevede la creazione della figura dell’assistente per la comunicazione a supporto dei bambini con disabilità come la cecità, il sordo-mutismo e l’autismo. La commissione consiliare competente – guidata dal vicepresidente Sebastiano Anastasi – ha lavorato sull’atto per tre mesi, dialogando con associazioni di genitori «che vivono il problema sulla loro pelle – spiega l’esponente di Grande Catania – Si tratta di un regolamento sul quale la città è in ritardo di 24 anni». 

A spiegare la motivazione che potrebbe stare alla base della decisione dell’Aula di lasciar mancare il numero legale sull’atto è proprio Anastasi: «Ieri mattina gli uffici tecnici del Comune hanno dato parere non favorevole su tre dei sette emendamenti proposti dalla commissione sull’Asacom. Il problema – aggiunge – è che le modifiche erano state valutate insieme alle associazioni dei genitori». 

Nello specifico la commissione competente aveva ritenuto opportuno che i servizi di assistenza ai disabili, previsti dal regolamento, non fossero assegnati mediante un bando di gara – al quale invece l’amministrazione punta – ma tramite un procedura nuova «già sperimentata a Palermo, Siracusa, Napoli, Brindisi, Foggia, e potrei continuare all’infinito», racconta Anastasi. Che spiega: «La nuova modalità prevederebbe l’attivazione dei servizi tramite una lista di accreditamento e l’assegnazione, a chi ne fa richiesta, di un voucher per la fruizione della prestazione». La necessità di questa mossa – presente in uno degli emendamenti cassati dai tecnici comunali – risponde all’esigenza dei genitori dei disabili «e permette maggiore concorrenza e quindi maggiore qualità del servizio», precisa l’esponente di Grande Catania.  

Esistono delle differenza sostanziali tra l’assegnazione per bando di gara e quella per accreditamento e voucher: «La prima rende attiva una sola associazione vincitrice in tutto il territorio. L’altra crea una lista pubblica di associazioni, enti privati o pubblici e professionisti al quale il cittadino autorizzato può accedere decidendo liberamente di chi fidarsi – sottolinea Anastasi – Tra l’altro non c’è l’obbligo di legge di fare una gara pubblica per l’Asacom e infatti – continua il consigliere – gli uffici tecnici hanno bocciato la nostra proposta sostenendo che non si può negare all’amministrazione comunale di fare un bando». 

«Onestamente non capisco perché deve essere un organismo tecnico che non motiva nulla a decidere su un argomento del genere», prosegue Anastasi. Per il regolamento Asacom il Comune di Catania ha impegnato una somma di 200mila euro, iscritta in un capitolo di bilancio richiesto ad hoc dal consigliere di Fratelli d’Italia Manlio Messina. «I soldi sono già pochi, se poi con quelli bisogna fare anche un bando diventano ancora meno», precisa il rappresentante di Grande Catania. Che conclude: «Se a rigettare gli emendamenti fossero stati i miei colleghi di maggioranza o l’assessore al ramo Angelo Villari non avrei battuto ciglio. In consiglio comunale siamo rimasti tutti basiti». 


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